UNA VOLTA SI CHIAMAVANO BACCANALI
di Guido di Massimo
Una volta si chiamavano Baccanali, ora si chiamano Rave, ma si tratta sempre di grandi feste, grandi riunioni goderecce una volta tendenzialmente notturne e oggi comprensive di giorni e notti. Radunavano e radunano migliaia di persone.
Una volta si trattava di riti di un culto misterico riservato ai solo iniziati. Poi divenne aperto a tutti, uniti dal godere insieme di musica, balli, canti e dei prosaici piaceri terreni, una volta con abbondanza di vino e oggi con abbondanza di droghe. I baccanali celebravano Bacco, le riunioni erano prefissate e contavano accordi preventivi e passaparola; ora la modernità permette a chiunque di decidere e invitare anche all’ultimo momento raggiungendo un numero enorme di persone pronte a venire nel luogo indicato partendo da ogni dove e senza la necessità di un pur doveroso omaggio a Bacco. Il quale Bacco, prima in Etruria e poi a Roma si sovrapponeva o identificava a suo tempo con Dioniso, ma in una versione certamente più prosaica e avvinazzata.
Considerate orgiastiche le riunioni furono invise nel tempo andato e sono invise ora, e quindi condannate e represse sia ieri che oggi, seppure in modo alquanto diverso. Allora, come informa Tito Livio “la promiscuità tra maschi e femmine, tra adulti e minorenni cancellava ogni limite al pudore, con abbandono a depravazione d’ogni genere e con ognuno alla ricerca del piacere a cui era più incline” con stupri e omicidi che erano parte inevitabile della “festa”.
La repressione antica avvenne nel 186 prima di Cristo con decreto del Senato romano che vietò le feste in tutta Italia. Fu una repressione impietosa e decisa che intervenne con migliaia di arresti e con condanne a morte. La repressione moderna, fissata con un recente contrastato decreto è più blanda e limitata: nessuna condanna a morte ormai fuori moda, ma interventi, arresti, multe e sequestro di apparati e strumenti musicali se la baldoria avviene occupando luoghi altrui.
Come al solito, nulla di nuovo sotto il sole, ma la differenza nelle modalità di repressione della festa fa capire quanto nel passare dal Baccanale al Rave la festa sia tristemente scaduta a ben poco, e in quanto poco onore sia oggi tenuto Bacco, che rimane comunque l’incontrastato re e protettore di chi sa amare e godere di un buon vino specialmente, quando capita, alzando allegramente il gomito.