Superior stabat lupus, inferior agnus!
di Guido Di Massimo
Nella favola di Fedro “il lupo e l’agnello” si descrive di come il lupo inventa scuse per aggredire e mangiarsi l’agnello. Entrambi al ruscello per bere, il lupo è in alto e l’agnello in basso. Il lupo accusa l’agnello di intorpidirgli l’acqua che sta bevendo, ma l’agnello gli dice che non è possibile perché lui sta in basso e il lupo in alto; il lupo lo accusa allora di aver parlato male di lui sei mesi prima, ma l’agnello gli dice che non è possibile perché sei mesi prima lui non era ancora nato; in ultimo il lupo gli dice che era stato suo padre a parlare male di lui sei mesi prima, e così dicendo lo afferra e lo uccide.
Purtroppo di Fedro non ci sono arrivati i commenti di coloro che assistettero alla scena. Ma siamo stati in grado di ricostruirli e li riportiamo qui di seguito:
– Bisogna conoscere gli antefatti.
– Prima di giudicare dobbiamo capire bene.
– Ognuno ha le sue ragioni e i suoi motivi.
– Dobbiamo indagare sulle ragioni del lupo e su quelle dell’agnello.
– Forse effettivamente l’agnello aveva intorpidito l’acqua che stava bevendo il lupo.
– Sicuramente tra la famiglia del lupo e quella dell’agnello c’era una vecchia faida. Queste cose vanno capite.
– Perché l’agnello stava là? Non stava forse lì per provocare? Non poteva andare a bere da un’altra parte?
– L’agnello se l’è cercata.
– L’agnello ha chiesto aiuto ma non possiamo intervenire: significherebbe sostenere una delle due parti in lotta. Ma noi siamo equidistanti.
– Non possiamo prendere parte alla faida tra lupi e agnelli e alla catena delle loro reciproche vendette. Noi dobbiamo essere neutrali.
– Né con il lupo né con l’agnello!
– E poi non è chiaro chi sia l’aggredito e chi l’aggressore.
– L’agnello dice che se non lo aiutiamo sarà ucciso. Ma per il suo stesso bene non va aiutato: morirà comunque. Aiutarlo servirebbe solo a prolungagli l’agonia facendolo soffrire di più. Meglio non far nulla. Ci penserà il lupo.
– E poi non possiamo in ogni modo aiutarlo. Noi siamo contro la violenza.
E siccome siamo contro la violenza faremo una grande marcia per la pace. Porteremo tante bandiere multicolori, ascolteremo arringhe e discorsi, grideremo e canteremo in coro slogan, cantilene e filastrocche e raccoglieremo tante firme, sempre per la pace e contro la violenza. Ci vuole coraggio per prendere questa posizione e fare queste marce. E noi siamo coraggiosi. Questo è il nostro coraggio.