Oggi conviene essere onesti o delinquere?

Oggi conviene essere onesti o delinquere?

di Roberto Tumbarello

L’elettore non politicizzato è contro epurazioni, discriminazioni e occupazione totale dei posti di potere, anche se lo spoil system lo consente, e soprattutto contro la censura. Sono utili alla democrazia le voci di personaggi di diversa opinione, soprattutto nella scienza e nell’arte, ma anche in politica. Invece, il governo Meloni ha messo le mani dappertutto, persino nei musei e nella nomina dei loro direttori, come pure nel centro sperimentale di cinematografia. Nel caso di Saviano, costretto da anni a vivere sotto scorta per le sue continue denunce contro la mafia, è calata la censura di regime. È il primo caso in Italia, dopo 80 anni. Però, ritengo umana, se non proprio giusta, la reazione di Salvini di vendicarsi. Saviano lo aveva definito ministro della mafia e la Premier bastarda. Forse non si sono neppure resi conto di censurarlo. Per loro è una semplice ripicca non consentigli di fare la trasmissione concordata con la Rai, come tra ragazzi che giocano a fare gli adulti. Non è neppure una vendetta, ma una tirata di orecchie perché impari le regole del comportamento civile. Infatti, la presidente della RAI, cui forse sfuggono i precedenti, non è d’accordo sulla misura punitiva e, come me, spera in un ripensamento da chi è  comandato dal governo.
Forse gli si potevano consentire le prime puntate già registrate, anche per non buttare soldi pubblici e rispettare il contratto, che adesso dovranno risarcire. In realtà, è un abuso, seppure non fatto con questa intenzione. Saviano combatte la battaglia politica con gli insulti, come gli ignoranti che spopolano su Facebook. Invece, l’intellettuale deve dare l’esempio e contenere la polemica nei limiti della buona creanza, che lui ha superato. Non è bastardo chi non la pensa allo stesso modo. È sufficiente criticarne il comportamento. Però, chi governa non può abusare della maggioranza. Deve cercare di essere il punto di riferimento anche di chi non ci ha votato, perché sono italiani anche loro.

Ancora più volgare è la reazione di Salvini alla critica di Don Ciotti che teme l’intromissione della mafia nella gestione dei 15 miliardi stanziati – a dire del ministro, ma non ci sono ancora dati ufficiali – per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Non si erano mai sentiti prima d’ora tali insulti a un sacerdote per di più benemerito, presidente di Libera, un’associazione che da anni è impegnata nella lotta alla mafia e tra i massimi esperti di fenomeni criminali. Anziché fare tesoro dei suoi consigli e tenerne conto, è stato aggredito a parole e minacciato. Ora rischia persino di perdere la cittadinanza.
Infatti, Salvini si chiede perché non lasci l’Italia chi afferma che più che due coste, il ponte unirà le cosche, mafia e ndrangheta. Per Don Ciotti sono inquietanti i segnali che mettono in discussione i pilastri dell’antimafia. Ma per il ministro tutti i siciliani e i calabresi sono onesti e perbene e hanno diritto di avere il ponte per potere lavorare, studiare e andare in Italia a farsi curare, anziché doverci andare a nuoto. “Si vergogni Don Ciotti di insultarli”, dice.

Qual è l’immagine che si sta facendo di noi il mondo? Come mai Meloni non interviene? Perché non si convoca la Commissione Antimafia? Non tanto in difesa del sacerdote, considerato dagli italiani uno dei pochi baluardi a difesa dell’onestà, quanto per ristabilire i toni moderati che finge di invocare continuamente ma che denotano la volontà di aggredire gli avversari forti della maggioranza, ma non di saggezza. È inammissibile in un paese democratico l’aggressione feroce contro chi ha un’opinione diversa. Non è nemmeno conveniente, politicamente né elettoralmente, difendere, spesso contro l’evidenza, chiunque faccia parte del governo. Non è questo il mandato dei cittadini che hanno preferito la nostra destra agli altri. Non è questo il modo di tutelare la libertà e diritti di ognuno. Si possono criticare gli atti delle Procure, ma bisogna consentire che vengano eseguiti. Tanto più quando è evidente, se non il reato, il conflitto d’interessi con cui ci siamo imbattuti per trent’anni con Berlusconi, che, però, aveva almeno il consenso degli italiani. Dare sempre ragione ai propri correligionari è pericoloso quanto aggredire chi la pensa in modo diverso. Sembra la vigilia dell’Italia di Salò. Ma allora c’erano i nazisti a condizionare decisioni e atteggiamenti. Oggi, ancora più grave, ci sono solo italiani che vorrebbero aggredirsi a vicenda. E per ora lo fanno solo a parole, ma non è detto che, continuando così, non accada il peggio.
Perché ministri e governatori o parenti debbono gestire imprese e fare business? Non saranno reati perseguibili penalmente, infatti vengono sempre assolti. Ma sono comportamenti inopportuni per chi gestisce il Paese ed è privilegiato negli affari, essendo al potere. Prima Fontana e familiari, poi la Santanché, ora persino Brunetta. Saranno certamente attività lecite, ma politicamente inopportune. E noi vorremmo che gli atti del governo e di chi ne fa parte siano sempre adamantini perché così dicevamo agli altri al tempo in cui eravamo all’opposizione.

Tutti hanno qualcosa da dire, persino Giambruno, in qualità di similmarito della Premier, dopo alcuni mesi di discreto e opportuno silenzio ha deciso di intervenire. Parlano tutti e spesso a sproposito, almeno lui ha un titolo, quindi crede di avere il diritto. A commento di una frase del ministro tedesco della Sanità Lauterbach che definisce quest’estate troppo calda in Italia  È istintivo per l’arguto compagno della Premier rispondere: Se non ti sta bene, te ne stai a casa tua. Invece, per la nostra industria turistica è provvidenziale che, anche se non gli sta bene, vengano in tanti a casa nostra.
Per giustificare, l’inopportuno intervento Giambruno aggiunge: “Basta spiegarci come dobbiamo vivere! Ci criticano, ma poi vengono sempre in vacanza da noi”! E meno male, essendo il turismo la nostra industria più importante. Anche sul cambiamento climatico e su altre situazioni è meglio non pronunciarsi perché quello che dice il marito può essere interpretato come pensiero della Premier. Quindi, Gentile Signora, spero che d’ora in poi lei riesca a controllare almeno le corbellerie di casa e dintorni, se non quelle di ministri e parlamentari.

Bonaccini non ha digerito la sconfitta e, come imparò da giovane dal doposcuola del Soviet Supremo, crea una sua corrente per cercare di dividere con la Schlein quel minimo potere che è rimasto al PD. Però, lei fu eletta democraticamente dal popolo degli elettori. Un diritto che lui disconosce. Mannaggia, se almeno ci avesse pensato prima, Cottarelli non avrebbe rinunciato al suo seggio in Senato – chissà se si può richiamare – e altri non se ne sarebbero andati sbattendo la porta, tanto per apparire. Adesso la disgregazione del partito sembra completa. Complimenti Bonaccini. Questo era il tassello che mancava per deludere altri simpatizzanti. Alla segretaria non rimane che rassegnarsi a dover combattere anche sul fronte interno, oltre che schivare l’odio degli avversari.
Ancora i post comunisti a caccia dell’illusione di contare, come, del resto, i loro avversari, che, però, sono al governo. Sempre più difficile per il PD prendere la piega liberale che i risultati elettorali in tutta Europa suggerirebbero. E per gli altri essere governanti anche di chi non la pensa come loro. A questo punto farebbe bene la segretaria a lasciare a Bonaccini un partito ormai sclerotizzato a un inutile 20 % e creare un nuovo soggetto che comprenda non solo la sinistra, superata dalle più evolute condizioni economiche del Paese – ormai la miseria esiste solo in percentuale fisiologica – ma anche tutti coloro che, sono di destra, ma non sovranisti. Credo che siano in numero maggiore di quel che crediamo. E non essendo di sinistra votano per questa destra perché non hanno un’alternativa.
Non sarebbe un tradimento come quello di Renzi e Calenda perché la politica è adeguamento alla realtà e alle indicazioni dell’elettore. Non ci si può incaponire, come Bonaccini, contro la tendenza sociale. Ma ci vogliono altre spine dorsali, esperienze e capacità. Se persino gli ebrei oggi sono di destra, vuol dire che la sinistra non è più funzionale perché non si è evoluta né si è adeguata alle nuove esigenze dell’elettorato. Ha fatto il suo tempo. Bisogna rassegnarsi alla realtà e al de profundis.

Ciò che sorprende in un partito che pretende di essere più adeguato dal punto di vista sociale e persino culturale è la scelta di personaggi così modesti destinati alla guida. Una ragazza in gamba, ma senza alcuna esperienza né cultura politica. E un uomo che non è neppure parlamentare, che ha accumulato nella carriera solo esperienze di politica locale. Per di più, se avesse vinto la contesa con la Schlein, si sarebbe dovuto dimettere da governatore cedendo probabilmente la presidenza della regione agli avversari che in questo momento sono sulla cresta dell’onda. Come può un partito evolversi avendo questi minuscoli leader come maggiori esponenti. Non ce ne sono altri? La politica è una cosa seria e noi l’abbiamo ridotta a lotta di potere. Ma dalla qualità dei rappresentanti dipende il futuro dei nostri figli, di cui non sembriamo molto interessati. Tanto che votiamo per coloro con cui simpatizziamo, non per i migliori.
I più temerari propongono come soluzione il cambio di nome, che è una specialità italica. Anziché risolvere i problemi li chiamiamo in modo diverso. Ora, infatti, i disabili sono diversamente abili, i ciechi ipovedenti, i sordi audiolesi. Gli abbiamo persino organizzato le Paralimpiadi. Così gli risolviamo il problema della disabilità. Allo stesso modo abbiamo fatto evolvere i paesi che un tempo erano del terzo mondo. Adesso sono in via di sviluppo. Solo raggirando i problemi noi italiani sappiamo risolverli. Ma in politica non siamo altrettanto forti e non basta cambiare nome.

Un tempo si invocava qualcosa di sinistra. Oggi, non essendoci più il proletariato, che, grazie anche alla sinistra, si è evoluto, sono inutili i progressisti post comunisti. Gli operai di Miratori, seppure iscritti alla CGIL, oggi sono di destra. Eppure i post fascisti, che Almirante cercò di modernizzare adeguando il MSI al sistema democratico, trovano evidenti difficoltà a gestire il potere. Nemmeno loro si sono resi conto che, seppure in passato il sistema ha funzionato, ormai le condizioni sociali sono cambiate e la politica ispirata a quel tempo non è più adeguata. Il fascismo sopperì alla miseria, il comunismo abolì definitivamente la servitù della gleba. Che funzione potrebbero avere al giorno d’oggi che quei problemi furono risolti un secolo fa? Però, c’è chi vuole riproporne il modello e imporceli. Li chiamiamo nostalgici. Ma, in realtà, si ostinano a non crescere o non ne hanno le capacità.

Se la Schlein, lo capisse – ma la giovane età non l’agevola – potrebbe imprimere alla politica una svolta che ci faccia diventare un paese guida in Europa e nel mondo, dove quelli più civili, responsabili e non così corrotti sono meno ancorati al passato. Ecco perché siamo gli ultimi. Anche la corruzione è un peso del passato. Come la mafia, la criminalità, l’evasione fiscale, il razzismo e tutti i pesi che ci portiamo dietro da anni, come il rancore, la tirchieria, il pettegolezzo, la presunzione. Che supremazia è dileggiare gli avversari politici? Che vita è stata quella di Messina Denaro, seppure sia riuscito a sfuggire per 30 anni all’arresto? Che potere ha avuto un uomo intelligente e dalla spietata personalità come Riina e tanti altri che hanno terminato la loro vita in prigione? Se avessero sfruttato le loro capacità nella società civile, sarebbero emersi molto di più e vissuti meglio. Forse, sarebbero stati persino rispettati. Certamente più felici da semplici ragionieri o artigiani che da boss potenti e ubbiditi. Si sarebbero innamorati e creato una famiglia normale e goduto dell’affetto dei figli, che, invece talvolta li rinnegano, perché se ne vergognano. Che senso ha accumulare soldi evadendo le tasse e vivere nel continuo timore e nell’angoscia di essere scoperti? Perché lasciare quattro miliardi esentasse a qualche erede, anziché aiutare milioni di persone a crescere in condizioni migliori? Esistono ancora i Rom che vivono nelle baracche e nel disagio continuo. Mentre la società crea sempre più conforti e diversivi. Continuano a mendicare, che è molto più faticoso che lavorare. Ogni giorno a tendere la mano, senza tregua né vacanze.

Noi giudichiamo e ci diamo tante arie, ma siamo come gli evasori fiscali, come i bulli, come gli stupratori, che fingiamo di biasimare. Perché i figli sappiano quanto li amiamo, anziché educarli, li assolviamo, qualsiasi reato commettano. Perché ci basta essere persone autorevoli e privilegiate. In realtà, viviamo ancora nei modelli del passato, quando era più conveniente vivere in questo modo per difenderci da chi ci prevaricava. Non siamo riusciti a evolverci e creare nuovi modelli. Anzi, non ci abbiamo nemmeno provato. Mentre la scienza progredisce fino all’intelligenza artificiale, noi siamo ancora post comunisti e post fascisti, no vax e negazionisti, sovranisti e populisti. Persino la letteratura conosce ed esalta il denaro e la violenza. La morale è solo religiosa, quindi nonne ne tiene più conto. Per di più, anziché vergognarci, ci crediamo importanti. Condanniamo Putin che bombarda e distrugge l’Ucraina. Ma poi ci comportiamo come lui nei confronti degli avversari politici. Siamo ammiratori di Orban, che priva con la dittatura la sua gente della libertà. Vogliamo allearci con chi in Germania è nostalgico del nazional socialismo e del nazismo. Le famiglie si dividono perché c’è chi la pensa in un modo e odia chi ha un’opinione diversa. Perché non si può essere amici di un comunista o di un fascista, pur non condividendone il pensiero? Uno dei più cari amici che ho avuto è Romano Mussolini. Non era necessario parlare di politica, infatti parlavamo di altro.

Se qualcuno riuscisse a capire che tutta l’Italia è indietro, non solo il PD e tutti gli altri, e creasse nuovi soggetti politici adeguati ai tempi che stiamo vivendo, consentirebbe a tutti di evolversi e adeguarsi alla libertà e all’opulenza di oggi. Tutto questo grazie alla discordia che Bonaccini semina, ma anche all’occasione che crea. Dice Don Abbondio: “La peste ha procurato molti lutti e dolori, ma ha anche aggiustato tante situazioni. Non la rimpiangiamo ma non possiamo dirne male”. Donzelli, Salvini e altri capiranno che l’odio è distruttivo. Se si vuole costruire è solo ritornando all’amicizia e alla solidarietà con cui si è ricostruita l’Italia dalle macerie della guerra. Il miracolo della vita non nasce dalla violenza, ma dall’amore. Lo stesso accade nella società, che è la proiezione di ciò che avviene tra uomo e donna.
Allo stesso modo, non solo in politica, ma anche sulle piattaforme sociali, anziché insulti e maledizioni, nascerebbe tolleranza e cultura, che rendono le persone migliori, in grado di sfruttare la longevità che il progresso scientifico oggi ci consente. Infatti il  Fondo Monetario Internazionale biasima il pensionamento anticipato, che in Italia è più agevolato che nel resto d’Europa. Per di più predisporre condoni fiscali non aiuta i conti pubblici. A dirlo è ancora una volta il FMI che critica la pace fiscale e il tetto del contante alzato da 2 a 5 mila euro. Sotto la lente degli economisti di Washington finisce tra l’altro anche la Flat tax perché può avere implicazioni avverse e portare a un calo delle entrate e soprattutto dell’equità tra contribuenti.
Scandalizza il Congresso degli Stati Uniti la scoperta che le banche svizzere custodiscono il denaro che Putin e gli oligarchi russi hanno depredato. Non era difficile immaginare dove i complici della dittatura nascondessero il frutto delle loro razzie. Era in Svizzera che i criminali nazisti depositavano i soldi usurpati alle famiglie ebree deportate. Perché gli eredi di quei banchieri dovrebbero essersi redenti? La società peggiora ogni giorno di più con la finanza in testa.

Mentre Milano si dispera sotto temporali devastanti – una ragazza di 16 anni uccisa dalla caduta di un albero sulla tenda in cui dormiva in un campo scout – e il sud brucia, c’è chi nega che il tempo sia impazzito. Perché anche il clima è classificato di destra o di sinistra. Sono convinzioni ridicole, che il Capo dello Stato corregge come può. C’è, infatti chi accusa la sinistra di demonizzare il riscaldamento globale. Mentre a Palermo, come ogni anno, si approfitta del caldo per appiccare incendi e attribuirli all’autocombustione che non esiste. Migliaia di ettari di boschi e milioni di euro in fumo e persino quattro morti. Lo Scirocco, vento che porta la sabbia dal deserto, alimenta le fiamme che adesso lambiscono l’abitato e anche gli aeroporti.
Una criminalità sistematica sta danneggiando la Sicilia più della mafia, come pure Calabria, Puglie e Sardegna. A distruggere si comincia sempre dal Sud. Dovrebbero intervenire i servizi segreti per scoprire mandanti e autori degli incendi, che noi attribuiamo al caldo. Ma poi se si trovassero sarebbero solo sgridati dal magistrato. Tutti i governi hanno sempre sottovalutato il problema. Tanto che nessuna riforma della giustizia prevede un inasprimento delle pene. Persino il governo di destra che, invece, è stranamente più permissivo. Che cosa succede al meccanismo tradizionale? Sono 23 i focolai nel meridione e non si riesce mai a prendere il piromane in fragrante.
Continua l’aumento del prezzo della benzina, come ogni anno, come con i precedenti governi, che la destra criticava quando era all’opposizione. È vero che il mercato è libero, ma l’autorità per la concorrenza dovrebbe individuare l’illecito delle compagnie petrolifere che si mettono d’accordo per aumentare ed equiparare i prezzi. Col costo del carburante aumentano pure le accise che la Premier denunciava come abuso quando a governare erano gli altri. I consumatori, molti dei quali non pagano le tasse, sono rassegnati a subire l’abuso che pareggia il loro. Tuti gli altri si adeguano. La protesta non fa parte del costume italiano. Siamo piagnucolosi ma non reagiamo.

Protestano, invece, e anche in maniera violenta e continua, gli israeliani per la riforma di Netanyahu sulla giustizia, che priverebbe la magistratura dell’indipendenza. Gli israeliani temono di perdere la democrazia. Ovunque in quel paese, da quando il Premier ripropone la riforma liberticida, scoppiano proteste, manifestazioni e subbugli. Ma il governo prosegue imperterrito, deciso ad occupare il potere assoluto. Per dissuaderlo è intervenuto persino Biden, dipendendo Israele strettamente dal potere economico dei banchieri ebrei USA. Protestano anche i coloni e coloro che hanno votato per il governo clericale e di estrema destra. Si intensificherà la reazione dei palestinesi e gli incidenti, spesso mortali.
Netanyahu prosegue senza ascoltare nessuno, nonostante gli scontri, gli arresti e le fiamme che paralizzano il paese. La situazione si fa ancora più grave da quando la Knesset ha approvato la prima parte della riforma. Il timore è che con una magistratura controllata dal governo, il paese si avvii verso la dittatura. Ma ormai, alleato dei cinesi, Netanyahu si è montato la testa e vuole diventare un dittatore. Purtroppo, finirà male, come sempre quando il potere non ascolta più gli elettori che gli hanno dato il voto. Per di più, dopo quello che il popolo ha subito negli scorsi millenni, Israele dovrebbe essere un’icona di democrazia.

La foto raccapricciante della morte atroce di una donna deportata nel deserto assieme alla figlioletta sta facendo il giro del web in tutto il mondo. Mostra come il presidente tunisino Saïed risolve per noi il problema delle partenze per l’Italia. La Premier Meloni vuole giustamente limitare l’arrivo di chi non ha diritto di ospitalità e per trovare il consenso dei cittadini dice di volere interrompere la tratta di esseri umani compiuta dagli scafisti. Che sono solo complici di emigrazione abusiva, non di deportazione.  Erano mercanti di esseri umani gli europei, che, con la complicità dei colonizzatori, deportarono per due secoli intere popolazioni dall’Africa agli Stati Uniti, creando la schiavitù che durò fino a quasi 160 anni fa, fu abolita il 18 dicembre 1865. Solo allora fu approvato il tredicesimo emendamento della Costituzione USA che liberava dalle vessazioni gli afroamericani che, per ottenere il pieno godimento dei diritti civili, dovettero, però, attendere a lungo tra gli incidenti e i lutti.
Gli scafisti, sono solo complici dell’emigrazione clandestina e illegale. La povera gente scappa dai paesi in guerra o in stato di carestia, come faremmo anche noi, e gli scafisti ne approfittano per lucrare sul disagio. Ma non sono trafficanti di esseri umani perché non costringono nessuno a partire. Quando sbarcano in Italia – se sbarcano, perché anche loro, come molti migranti, annegano nella traversata – non li consegnano a nessuno che li schiavizzi. Quindi, “tratta” è un termine improprio che intende tramettere un messaggio inadeguato alla realtà di un governo democratico. Conviene misurare i termini per distinguerci da Putin che, come noi chiamiamo gli scafisti “trafficanti di esseri umani”, chiama “operazione speciale” l’aggressione militare in Ucraina, che è una guerra in piena regola. Non bisogna imitare i dittatori che mentendo difendono un potere usurpato.

La Francia non è stata invitata a Roma alla conferenza internazionale dei paesi a sud del Mediterraneo perché non è di prima accoglienza né a Sud. Però, è il paese che ha maggiore influenza sui paesi africani e avrebbe dato lustro al convegno. In molti paesi africani la valuta comune è ancora oggi il Franco CFA, acronimo di Comunità Finanziaria Africana.  L’Italia vuole diventare un paese centrale in Europa per le questioni che interessano il Mediterraneo, quindi, in primo piano l’emigrazione e anche l’energia con cui sostituire quella che compriamo dalla Russia. In questa prospettiva abbiamo tenuto lontana la Francia perché non vogliamo competitori più autorevoli.
Tanto, al nostro fianco abbiamo da un po’ di tempo Ursula von der Leyen, non perché ci stimi particolarmente, né perché condivida la nostra politica, ma perché secondo lei l’alleanza con l’Italia può favorire la sua rielezione alla guida dell’Europa, che, dopo il flop di Vox in Spagna, è molto probabile perché escluderebbe il successo di una coalizione di destra. Nonostante la complicità della Presidente tedesca, l’accordo con la Tunisia ha suscitato molte critiche, persino dal Papa all’Angelus, per il comportamento criminale di quelle autorità che condannano centinaia di migranti a morire nel deserto pur di proteggere le nostre frontiere, che, però, sono ugualmente un colabrodo.
Ma la nostra Premier dei problemi negativi preferisce non curarsi. L’interessante che gli sbarchi diminuiscano. Perché, come dice bene Zaia, l’emigrazione è una prova di efficienza del governo. Allora, meglio essere giudicai spietati che inefficienti? Pazienza se i metodi sono crudeli. Non ci si può intromettere nei comportamenti degli altri paesi, anche se siamo noi a istigarli. Comunque Meloni è stata la protagonista assoluta durante tutto il convegno. Grandi strette di mano ma non molti abbracci né baci che lei riserva solo ai bianchi ariani. Invece, molti dei convenuti erano scuri di pelle o addirittura neri.
Nel frattempo c’è stato un piccolo incidente tra Gasparri e il conduttore di Agorà, talk show del mattino su Rai3, che lo presentò come parlamentare di Fratelli d’Italia. Anziché soprassedere, il senatore, che in realtà è un sovranista, già militante nel MSI e tuttavia non passato a FdI ma rimasto, in Forza Italia, ha creato la polemica, che l’inesperienza del giovane giornalista gli ha consentito.

A Zaki conviene rimanere in Italia, se intende continuare a occuparsi di diritti umani, se chiede la grazia anche per chi è detenuto per reati di opinione, se si augura giustizia per Regeni. Chissà se finalmente ha capito che questi diritti non sono compatibili con la dittatura egiziana, né con altri regimi analoghi con cui noi da un po’ di tempo purtroppo interloquiamo per quieto vivere. Non può neppure più contare sulla protezione della diplomazia italiana, avendo offeso la Premier per essersi rifiutato di usare il volo di Stato e di posare in foto con lei. Ormai è considerato uno di sinistra, dove si colloca tutto ciò che di più negativo si possa immaginare, quindi figuriamoci i diritti umani. Si comporti bene anche da noi, se vuole rimanere in Italia, ora che il suo permesso di soggiorno è in bilico. Gli eroi hanno spazio solo nei paesi liberi. Chi si batte per i diritti nelle dittature è pazzo o idiota.

La Spagna ci ha ripensato e, contrariamente ai risultati delle regionali di qualche mese fa e alle previsioni dei sondaggi, non c’è stato il previsto boom dell’estrema destra. Anzi, Vox, di cui la nostra Premier è grande ammiratrice e sostenitrice, ha addirittura quasi dimezzato i seggi in Parlamento, mentre i popolari li hanno aumentati e i socialisti, che erano dati per spacciati, li hanno mantenuti. Questa volta la scommessa di Sanchez, che ha voluto le elezioni, è in parte riuscita, a differenza di quella di Salvini nel 2019, che, non contento di essere ministro dell’Interno, credeva di potere ottenere poteri assoluti con le elezioni anticipate, e invece rimase per quattro anni all’opposizione.

Intanto, mentre si cerca di andare incontro a chi non paga le tasse, si scopre che il 70% delle partite Iva non versa l’Irpef e molti nemmeno l’Iva che hanno incassato dai consumatori. A Genova è stato smascherato un multimilionario che risultava nullatenente seppure vivesse in un attico di lusso in pieno centro a Genova e si spostasse su auto da mezzo milione di euro. Per enfatizzare la sua povertà e nascondere il patrimonio, ebbe la spudoratezza di chiedere il bonus spesa. Questi miserabili parassiti sono milioni in Italia. Chi se li fa amici governerà per decine di anni, seppure con la coscienza sporca di cui vergognarsi con i propri figli. Ma può un paese – vi chiedo – andare avanti a lungo in questo modo?

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