NON È GIUSTO LAMENTARSI QUANDO SI VINCE ALLA LOTTERIA
di Roberto Tumbarello
Ogni tanto bisogna ringraziare Dio per la buona sorte che ci concede.
La nostra bravissima Premier mi sembra essere abbastanza beneficiata. Eppure è sempre accigliata, aggressiva, scontenta e, diciamo la verità, incazzata – scusate la volgarità, necessaria quando le precedenti versioni edulcorate non rendono l’immagine che, invece, lei dà a chi la guarda in TV – anziché sprizzare gioia per il traguardo raggiunto. Sappia che come dà, Dio sa pure togliere. Non è mica la Schlein o Conte, che abbaiano ma non sanno mordere. Non se lo metta contro, onorevole Signora. i miracoli non sono frequenti né ripetitivi.
Le suggerisco pure di essere più tollerante con l’Europa. Si ricordi che noi, da soli, non contiamo niente. Lo sanno tutti, inutile bluffare e fare la voce grossa. Guardi il Regno Unito, che ne era uscito il 31 gennaio 2020 e ne è già pentito amaramente. Ora cerca di rientrare nell’UE. Eppure ha la sterlina e un saldo sodalizio con gli Stati Uniti. Mentre noi avevamo una miserabile lira e siamo solo amici di Orban. Meglio darci una calmata e accontentarci di essere al potere, che non è poi così male.
Firmi quel MES, tanto tra quattro mesi dovrà farlo per forza, ma non col sangue. Quello lo conservi per quando, purtroppo, finirà l’inchiostro, quando non ci pagheranno le rate del PNRR perché siamo in ritardo con i progetti. Supponiamo che la responsabilità non sia sua, ma sempre degli altri, dei suoi predecessori. Se siamo in ritardo è colpa del governo Draghi, da cui la destra ha ricevuto l’eredità incompleta. Ma non è facile che a Bruxelles o altrove lo credano, data l’efficienza che in quel breve periodo è stata ovunque riconosciuta all’Italia.
So che è difficile cambiare la propria natura, ma non ci conviene tentare di tornare ad essere euroscettici, come quando eravamo all’opposizione. È contro gli interessi dell’Italia. Siamo come quelli che smettono di fumare, ma poi hanno crisi di astinenza e fumano una sola sigaretta dopo i pasti. Per crescere si deve saper prendere le proprie responsabilità. Non polemizzi con Lagarde e soprattutto non usi parole stizzite. Se la BCE ha aumentato il costo del denaro è perché non c’è mezzo più pratico per frenare l’inflazione. La decisione è stata presa d’accordo col Presidente della Banca d’Inghilterra e con quello della Federal Reserve USA, tre persone di cui possiamo fidarci perché, oltre tutto, ne sanno più di noi. Suggerisco, su economia e finanza, di lasciare la parola a Giorgetti, che, seppure leghista, è uomo di cultura.
La nostra Premier si dichiara sempre entusiasta e molto soddisfatta della conclusione di qualsiasi suo incontro all’estero.
Anche se spesso sono negativi e inutili. Perché non è Mandrake e ci racconta qualche balla. Crede di essere nell’800 quando le notizie arrivavano con i piccioni viaggiatori e si poteva raccontare al popolo qualsiasi fandonia. Invece, la due giorni del Consiglio Europeo a Bruxelles, anche sul problema delle migrazioni, è stato un flop per il veto di Polonia e Ungheria, pur essendo amici nostri.
Meloni ha cercato di convertirli, data la stretta frequentazione di cui non possiamo essere orgogliosi, e non ci è riuscita. Ma anche gli amici, oltre ai correligionari, si giustificano. Infatti, uscita dall’incontro, li ha definiti “patrioti che fanno gli interessi nazionali e non si possono biasimare”. Quindi, sono ammirevoli anche se i loro interessi sono contrari ai nostri. Come se ci fossero paesi che fanno quelli degli altri. Bel patriota Orban che fa pure gli interessi di Putin.
Corre voce che l’Europa abbia intenzione di investire dieci miliardi di euro nel problema dell’emigrazione, che consiste finora nel cercare di impedire le partenze. Cioè nel pagare i dittatori, che, con metodi brutali, tengono nei lager chi intende migrare verso l’Europa. Con una somma di tale entità si potrebbero costituire in quei paesi strutture di produzione per debellare la miseria da cui la gente fugge. Ma risolvere i problemi è più complicato. I mediocri preferiscono pagare, perlopiù inutilmente, visto che gli sbarchi si moltiplicano.
C’è un’analogia tra post comunisti e sovranisti.
Sono movimenti rivoluzionari sempre vissuti all’opposizione dove avevano una dignità e una funzione sociale oltre che politica, Le circostanze hanno voluto che anche loro, per la regola dell’alternanza, andassero al potere. Gli ex comunisti trent’anni fa e ora la destra. I primi non hanno imparato a governare perché polemizzano continuamene tra di loro. Infatti, contro la Schlein adesso si è schierato violentemente anche De Luca, che pretende di essere candidato per la terza volta come governatore della Campania. Non gli è bastato di avere il figlio deputato. Dovrebbe intervenire lui a difesa del partito di cui è il futuro e biasimare il padre prepotente che non si fa scrupolo di danneggiare il PD.
Nessuno si rende conto che è l’arroganza del potere dei vecchi tromboni ad avere reso il PD nelle condizioni in cui si trova, non la neonata segreteria Schlein. Ora speriamo nei politici di destra, che, però, stentano a capire di aver vinto le elezioni con una maggioranza schiacciante e, anziché impegnarsi a governare, perdono tempo a dileggiare la flebile opposizione che non può minimamente danneggiarli. Però, la sola presenza, seppure inconsistente, costituisce per loro un problema. Trovano ancora qualche difficoltà a realizzare di essere al potere.
Purtroppo l’economia non va più a gonfie vele come qualche mese fa. Anche se noi continuiamo a sbandierarne i successi. Forse perché non ce ne siamo ancora accorti. L’inflazione ha notevolmente ridotto i consumi e, di conseguenza, la produzione industriale. I supermercati hanno ridotto le vendite, persino di prodotti di prima necessità. Però, il nuovo presidente ISTAT, l’istituto Nazionale di Statistica, comunica che è aumentata l’occupazione. Quello di prima non dava queste belle notizie, oppure portava sfiga, hanno fatto bene a sostituirlo.
Non è serio che nessuno abbia letto l’ordine del giorno proposto dal PD e che la Camera ha approvato, contro Visibilia e la Santanché.
Nemmeno la sottosegretaria al Lavoro che era preposta al controllo. Nessun deputato, né collaboratore e nemmeno un funzionario. Gli errori tecnici sono gravissimi, non attenuanti, come credono i nostri accoliti, perché rivelano ignoranza, superficialità e disinteresse per il proprio lavoro, che oltre tutto è molto ben remunerato.
Se, anziché familiari, parenti, amici e amanti, come portaborse assumessimo collaboratori preparati ed efficienti, i parlamentari non farebbero brutte figure. La loro è un’attività seria e impegnativa, quindi si dovrebbero candidare persone affidabili e capaci. Non chi considera la politica solo un centro di potere. Inoltre, se qualcuno dei fedelissimi è accusato di diffamazione dobbiamo lasciarlo giudicare dalla magistratura, non proteggerlo negando l’autorizzazione a procedere, che sembrava abolita assieme ad altri privilegi che sono abuso di potere. Lo dico nel suo interesse, onorevole Premier, perché alla fine questi favoritismi si pagano. La valanga di voti che ha ricevuto non sono stati concessi dagli elettori per proteggere gli errori e i capricci dei suoi correligionari. Il cittadino, le ripeto, è lento a realizzare ciò che succede nel palazzo, ma prima o poi capisce e giudica.
Capirei che lei, gentile Premier, proteggesse qualsiasi cosa commettano amici come Urso, Gasparri, Musumeci, La Russa – che invece si comportano correttamente – e i correligionari della prima ora. Ma i nuovi arrivati perché hanno sentito l’odore del successo, non lo meritano. Come difendere una ministra che giura in Senato sul proprio onore di non essere indagata dalla magistratura e invece lo è da diversi mesi? Che beneficio ne trae il partito, lei e il paese?
Non si fa che parlare di milioni, creando un’atmosfera di falsa ricchezza di cui sembriamo dover beneficiare tutti.
Diverse centinaia di milioni, addirittura miliardi, nell’eredità Berlusconi. Scontro tra Musk, Arnault, e Jeff Bezos per stabilire chi è più ricco di miliardi di dollari. Emiri che acquistano squadre di calcio per centinaia di milioni. Giocatori milionari e anche in TV c’è chi guadagna tanti quattrini. Ma nessun centesimo cade nelle scodelle della povera gente, che ancora non si rende conto che li stiamo prendendo in giro e per di più li sfruttiamo.
Un amico banchiere, che frequentavo a Montecarlo e che da qualche anno fa sento solo per scambiarci gli auguri a Natale e Pasqua, mi spiegava che a creare queste immense ricchezze sono proprio i poveracci che ogni mattina si recano metaforicamente in banca e depositano di loro spontanea volontà qualche centesimo che confluisce nel conto corrente degli imprenditori. Mi chiamava golden gate perché sosteneva che probabilmente anch’io, con i miei racconti, seppure sempre caustici e mai compiacenti, facevo sognare i lettori e li illudevo che la ricchezza, benché sterco del diavolo, fosse alla portata di tutti.
Ecco perché insisto, gentile Signora, nel suggerirle di occuparsi della moralizzazione del Calcio. Le transazioni che avvengono in questo periodo sono scandalose. L’acquisto di un giocatore arriva a cifre fuori dalla realtà. Nonostante il nostro Calcio – o forse proprio per questo – sia continuamente eliminato da qualsiasi competizione mondiale, i giocatori costano fior di milioni. Non è giusto. È immorale. E lei dovrebbe intervenire, coinvolgendo altri capi di governo con cui è in confidenza. Per questo serve l’amicizia. Se no, a che serve sbaciucchiarsi con tutti?
Giusta presa di posizione contro la droga.
Ha ragione, Signora, quelle leggere sono solo l’inizio di un viaggio senza ritorno. Miccichè, ormai settantenne, secondo il magistrato, va a rifornirsi di cocaina direttamente dallo spacciatore di fiducia della Palermo bene. Il suo non è reato, trattandosi di uso personale. C’è un miglioramento nella consuetudine. Ora che è un semplice deputato regionale ci va personalmente, ma in auto blu. Quand’era viceministro, invece, il pusher gliela portava direttamente in ufficio al Ministero delle Finanze, passando indisturbato sotto gli occhi di controllori e addetti alla sicurezza.
I giovani non fanno ciò che lei ed io suggeriamo, ma imitano quello che vedono. Non è un bell’esempio quello dell’uomo politico, anche se lui smentisce di fare ancora uso di droga. Come vede, gentile Signora, è più facile forse convincere una moltitudine di giovani piuttosto che un solo personaggio arrogante, che dovrebbe dare l’esempio e che, però, ha governato a lungo come lei grazie a Berlusconi.
Con Miccichè in testa, però, il parlamento siciliano si è ricreduto sull’aumento di stipendio improprio e scandaloso di 890 € al mese, votato a maggioranza quasi assoluta nel mese di febbraio scorso, e lo ha abolito. La motivazione era il rincaro della vita a causa dell’inflazione. Il provvedimento preso da una categoria già privilegiata ha creato lo sconcerto dell’opinione pubblica in un periodo in cui nessun aumento hanno subìto salari e stipendi, persino di chi non arriva oggi alla fine del mese. Approvi, quindi, Onorevole Premier, il salario minimo. Non si preoccupi che a qualcuno possa essere ridotto il salario. Non accadrà. Sarebbe disonesto da parte del datore di lavoro e lei lo impedirà.
Si dice da più parti che il potere di Putin sia notevolmente diminuito e il suo crollo non sarebbe lontano.
Io non vedo alcun segno d’indebolimento né di che rallegrarsi se fosse vero, perché, intanto, il successore sarebbe certamente peggio di lui. E certamente dopo non verrebbe la democrazia. Per di più, se con potere ridotto, il dittatore è più pericoloso, come la belva ferita. Non c’è di che rallegrarsi. La guerra in Ucraina continua, con o senza Wagner. Il territorio è minato per centinaia di kmq. Gli obiettivi civili sono presi sempre più di mira. Adesso, dopo la fantomatica marcia su Mosca i russi sanno che al fronte muoiono anche i loro familiari. Allora che cosa cambia? Tutto continua come prima. Infatti, a parte il Vaticano, nessuno pensa più alla pace che, dopo 16 mesi e mezzo, sembra ancora più lontana. Perché sono aumentati i rancori ed è difficile far sedere Zelensky allo stesso tavolo di Putin. E, comunque, non accetterà mai di concedere qualcosa all’aggressore per ritirarsi. Ognuno vuole vincere la guerra e per di più l’Ucraina vuole giustizia. Ma la pace non punisce necessariamente le colpe. Anzi, ognuno deve rinunciare a qualcosa. Temo, quindi, che purtroppo sarà una guerra molto lunga e sempre più crudele. Del resto – ammettiamolo – in Europa c’è voglia di guerra. Quasi 80 anni di pace sono troppi. E non li meritiamo perché l’atteggiamento degli uomini è sempre bellicoso e cattivo. Che cos’è il razzismo se non voglia di combattere e disprezzo per il nemico? In Parlamento, ogni volta che interviene l’onorevole Soumahoro, la tribuna dalla parte della maggioranza sembra la Curva Sud dello stadio Olimpico che insulta con cori razzisti i calciatori neri.
La rivolta delle banlieue che cos’è se non un desiderio di combattere contro lo Stato.
Che è rappresentato dalla polizia, che spara alla testa di un minorenne che non si è fermato all’alt perché senza patente? Le guerre, che credevamo di avere eliminato dall’Europa, come la pena di morte, sono parte del comportamento umano. Infatti, a ogni assassinio più efferato del solito, c’è chi invoca la camera a gas.
A complicare la già difficile situazione sociale a Parigi e ad alimentare le proteste per l’assassinio del diciassettenne di origine magrebina e del giovasse ucciso da pallottole di gomma sparate dalla polizia contro i dimostranti e che sembravano innocue, arriva la notizia dell’arresto di Galtier, allenatore del PSG, accusato di razzismo. Troppi negri e musulmani in squadra, sembra che dicesse quando, nella scorsa stagione, era allenatore del Nizza. Anche se lui smentisce, sarà difficile che prosegua la carriera in squadre di prim’ordine, mentre Mbappé e tanti altri campioni francesi di origine africana sono ovviamente dalla parte dei rivoltosi delle banlieue. Accusano la Francia di non essere più il paese delle libertà né delle garanzie. Mentre Parigi brucia, il presidente Macron e la moglie intervengono al concerto di Elton John, di cui, in effetti, avrebbero potuto fare a meno, seppure amici dell’artista inglese e del marito.
Posso sbagliarmi, anzi spero di sbagliarmi, ma sono convinto che le proteste siano per le pensioni anticipate a 62 anni. Il vandalismo per gli omicidi del due ragazzi da parte della polizia esasperata e la violenza per altre manifestazioni di protesta talmente sproporzionate sono solo un pretesto per aggredire Macron di cui i francesi sono delusi. In questo momento di crisi sociale in tutta Europa – anche a causa di una guerra che lambisce i nostri confini – in Francia avrebbero voluto un presidente più autorevole, maturo, magari con una famiglia in modo da immedesimarsi nei problemi. Invece, Macron, si è rivelato un giovanotto sposato con una donna anziana, quindi non rassicurante. I francesi l’hanno eletto con una maggioranza relativa per evitare che fosse eletta Le Pen, che era l’alternativa. Dopo quasi 250 anni sembra di essere alla vigilia di un’altra rivoluzione. Anche questo accade per carenza di cultura.
Più che conservatori gli americani si sono rivelati razzisti.
Ci auguriamo che la loro situazione non abbia ripercussioni in Italia dove i cattivi esempi che vengono dall’estero sono subito adottati. La Corte Suprema, composta a grande maggioranza da giudici conservatori, ha abolito l’affermative action, una discriminazione positiva nei confronti delle etnie afroamericane e ispaniche per incentivare lo studio a giovani meritevoli ma cresciuti in ambiente dalle possibilità economiche limitate. Era concesso alle università di abbattere i costi d’iscrizione e frequenza che negli USA sono molto elevati. Un privilegio che consentiva di agevolare la multiculturalità. Grazie a questa facilitazione hanno potuto studiare Barack Obama e la moglie Michelle, l’attuale vice presidente Kamala Harris, Martin Luther King e tanti altri giovani che, se no, non avrebbero potuto intraprendere le brillanti carriere che hanno arricchito gli USA. Ora la Corte Suprema ha abolito questa possibilità perché ritenuta incostituzionale. “Una tragedia che cancella decenni di progressi sociali”, è il commento dell’ex nero presidente degli Stati Uniti. Adesso si rischia di avere università senza studenti neri né ispanici perché, pur avendo le doti intellettive e la volontà necessarie, non hanno i mezzi per affrontare le spese che lo studio comporta. “Purtroppo la discriminazione esiste ancora in America”, è l’amaro commento del presidente Biden. “L’applicazione di questi principi renderà difficile mettere insieme la classe dirigente del futuro che rappresenti la composizione sociale degli Stati Uniti”, è il giudizio del rettore di Harvard. Adesso gli squilibri saranno ancora più accentuati. Diverse scadenze dei giudici, che sono cariche a vita – decessi o impossibilità fisica o mentale di ricoprire l’incarico – sono coincise proprio con i quattro anni di presidenza di Trump. Ecco perché c’è tanta insolita maggioranza conservatrice nella Corte Suprema.
Aldo Moro, con le sue convergenze parallele.
Moro spiegò come chiunque, persino la Democrazia Cristiana e i comunisti, il diavolo e l’Acquasanta, potessero allearsi per realizzare un progetto comune. Era difficile da capire e lo è ancora adesso, visto che ognuno cerca necessariamente l’identità d’intenti tra PD e M5S, come se non bastasse solo l’avversità per la destra. Che cosa importa se Conte è pacifista nel senso che non vuole armare Zelensky, che di conseguenza dovrebbe arrendersi a Putin? Mentre Schlein ritiene che sia opportuno sostenere l’Ucraina.
Il problema è se entrambi hanno interesse di contendere il potere del governo Meloni o preferiscono polemizzare tra loro. Il resto sono inezie. Ma, ormai scarsi di argomenti di dibattito, questo è il tema principale che finisce col giustificare la separazione tra i partiti d’opposizione che si beccano – come i capponi che Renzo Tramaglino portava all’avvocato Azzeccagarbugli – anziché coalizzarsi contro la maggioranza. La stupidità è sempre immanente e non finisce mai di stupire.
Finalmente un sussulto di buonsenso arriva dal Sud Africa.
Da non allineato, assieme ad altri paesi africani, da un po’ di tempo è schierato con Russia e Cina che li aiutano economicamente. L’ex presidente Motlanthe, considerato l’erede di Mandela, con cui durante l’apartheid divise 10 anni di carcere nella stessa cella, si è svegliato e sostiene che all’Africa per crescere serve soprattutto il sostegno dell’Occidente.
Tanto più che il primo partner commerciale del Sud Africa è l’Unione Europea, non la Russia né la Cina. Secondo Motlanthe, che fu capo dello stato dal 2008 al 2009, il vero problema del paese è la corruzione che ne impedisce la crescita ed è talmente diffusa che in casa dell’attuale presidente è stato recentemente trovato un divano imbottito di banconote pregiate di grosso taglio di cui non ha ancora spiegato la provenienza.
Non era mai successo al Maxxi tanto turpiloquio, sessismo e disprezzo per la donna.
Lo scrivono i dipendenti – in gran parte donne – in una lettera riservata al nuovo presidente del grande Museo d’Arte Moderna di Roma, pregandolo di tutelare l’onorabilità dell’istituzione. Non credo che sia mai accaduto in un museo in nessun’altra parte del mondo. Al trash ormai siamo abituati, ma non così scurrile. La serata incriminata doveva essere il debutto della stagione estiva del Maxxi con un divertente faccia a faccia tra Morgan e Sgarbi, per il piacere di un centinaio di invitati. Invece, il Sottosegretario alla Cultura si è esibito, tra parolacce e volgarità, nel racconto della sua vita sentimentale di conquistatore e le sue bravate sessuali, tirando in ballo persino Berlusconi che non fu al suo livello.
La vergognosa esibizione avveniva sotto l’egida del diritto alla libertà di espressione, ma soprattutto col consenso del direttore del Maxxi, che era sul palco e che poi, anziché apprezzare la particolare sensibilità dei dipendenti, avrebbe usato toni minacciosi e intimidatori nei confronti dei firmatari della segnalazione. Infatti, poco dopo arrivava un’altra lettera dei dipendenti, questa volta di solidarietà col direttore, esentandolo da ogni responsabilità con la maleducazione e il cattivo gusto, che invece aveva. Invece accusavano anche lui, che, presente al turpiloquio, non aveva fatto nulla per interromperlo.
Se fosse capitato mentre la destra era all’opposizione, gentile Signora, lei in testa, avremmo gridato allo scandalo. Ma la sinistra ha più rispetto per le donne e la decenza, e a loro – per onestà intellettuale bisogna ammetterlo – non poteva accadere, tanto che non era mai successo. Avremmo preteso le dimissioni di chissà quanti responsabili. Invece, ora non succederà nulla, ognuno rimarrà senza dignità al proprio posto.
Ma voglio spendere una parola in difesa di Sgarbi, che sembra indifendibile e che, certo, sguazzava nel turpiloquio e negli argomenti scabrosi di sesso e di donne schiavizzate. Notava di essere apprezzato. Infatti, uomo di spettacolo, oltre che critico d’arte, se qualcuno lo avesse fermato e dirottato la sua esibizione su argomenti più consoni al luogo in cui si trovava, avrebbe cambiato atteggiamento. Invece, hanno continuato fino alla fine, Morgan a fargli le domande che richiedevano le risposte scabrose e scandalose, e il direttore ad approvare.
Il ministro della Cultura, nonostante i numerosi video che girano sulle piattaforme social, non ha preso alcun provvedimento. Perché la colpa è sempre degli altri e mai dei veri responsabili, se sono nostri correligionari. Pur non essendo di sinistra mi rifiuto di credere che questa sia l’egemonia culturale e il comportamento della destra che immaginavo. Anzi, me ne vergogno e mi auguro che, svegliandomi da questo incubo, mi accorgerò che tutti i brutti personaggi sono stati cacciati a calci nel sedere. Se è vero che Dante era di destra – come ci assicura il ministro Sangiuliano – se ne vergognerebbe anche lui.
Il testamento di Berlusconi è un affare privato che non ci riguarda.
Ma siccome anche noi abbiamo il diritto di essere un po’ pettegoli, come lo sono oggi anche i quotidiani che un tempo furono grandi, ne discettiamo senza malizia e manifestiamo la nostra sorpresa per il sorprendente ritardo nell’apertura. Abituati a vedere nei telefilm di Hercule Poirot, che il notaio alla morte del de cuius convoca subito gli eredi per la lettura del testamento, spesso non condiviso e contestato, ci chiediamo, senza insinuare nulla, come mai ci sono volute tre settimane abbondanti per conoscerne le ultime volontà dell’uomo che non tutti abbiamo pianto ma che con molta probabilità rimpiangeremo. Riguarda – è vero – solo gli eredi, cioè come e chi privilegerà la divisione di oltre 3 miliardi di euro, da cui dipendono gli assetti societari e i buoni rapporti tra una famiglia molto allargata. Ciò che ci stupisce è proprio la mancanza di curiosità da parte di costoro che non si sono neppure recati all’apertura del testamento. Ci hanno mandato gli avvocati.
A noi, invece, interessano i preziosi suggerimenti per il futuro del paese che il caro estinto avrebbe dovuto trasmettere per Forza Italia, sua creatura come gli altri cinque figli. Invece, finora non se n’è saputo niente. Com’è possibile? Che non fosse più nelle sue capacità di intendere? Sorge, perciò, il sospetto che una sbirciatina al testamento sia stata già data – nulla di poco chiaro, ma insolito – e quindi, se ne conoscesse già da tempo il contenuto. Tanto più che nella lettera indirizzata agli adorati figli, Berlusconi dimentica di citare Luigi. Ecco perché viene istintivo chiedersi perché sia stata dilazionata l’apertura. A che cosa è servito tutto questo tempo? Che cosa c’è sotto? Non si capisce che interesse abbiano gli eredi e soprattutto il notaio, la cui onorabilità non è messa affatto in dubbio, ma che conviene sempre a un professionista salvaguardare. Che cosa Berlusconi ha disposto per il futuro del Paese?
Data la preziosità del centrodestra, senza sue particolari raccomandazioni, sembra destinato a confluire nella destra populista e sovranista, che è tutt’altra cosa, contravvenendo al suo progetto politico mentre era in vita. Per fugare sospetti di mancanza di lucidità o altre possibili anomalie nelle ultime volontà di un uomo anziano e malandato, sarebbe meglio che il notaio – anziché ripetere “non parlerò né ora né mai” – spiegasse il perché dell’insolito ritardo. A che cosa sono servite le tre settimane intercorse dal decesso all’apertura del testamento privo delle ultime volontà morali senza le quali il sospetto d’incapacità di intendere e di volere è molto forte. Ma a noi non riguarda non avendo nessun interesse personale. È solo una disquisizione accademica.
Infatti, Tajani si è ricordato che Berlusconi fu fondatore del centrodestra e aveva il compito di moderare il sovranismo e l’euroscetticismo della destra.
Quindi ha giustamente rifiutato l’accordo che Salvini propone per le prossime elezioni europee con Le Pen in Francia e con l’AFD in Germania, partito di estrema destra e di tendenza nazional socialista, quindi con simpatie naziste. Salvini chiede agli alleati: “Allora preferite i socialisti?”. Certo che ai nazisti preferiamo i socialisti. Ma come mai Salvini ce l’ha tanto con la sinistra se – a quanto si dice – cominciò a fare politica proprio nei rantoli del partito comunista. C’è un’analogia con la rabbia che ha Nordio per gli ex colleghi magistrati. Giorgetti o Meloni dovrebbero far capire a Salvini che non è questione di sdoganamento.
I Fratelli d’Italia, seppure populisti, un po’ spregiudicati e anche post fascisti, sono, però, europeisti e atlantisti. Che senso ha allearsi con gli euroscettici quando si ambisce a guidare l’Europa con la squallida prospettiva di qualche voto in più, scippato a elettori sprovveduti. Ci basta e avanza l’amicizia con Orban.
Intanto, si apprende che Piersilvio non è tentato per ora dalla politica.
Dello zio Paolo, che ha ereditato dal fratello 100 milioni, non si hanno più notizie. Però, se l’intenzione della famiglia è di accollarsi i debiti per fare sopravvivere Forza Italia, è logico che al fondatore succeda uno dei figli. La successione dei fratelli è della tradizione islamica. Perché il successore sia consanguineo deve essere il fratello dalla stessa madre o il figlio della sorella. Ma noi siamo cristiani e non ci interessa che l’erede sia consanguineo del de cuius. Quindi è più conveniente il figlio, che non eredita le colpe del padre. Perché se finalmente si parla nell’interesse del Paese, è opportuno ricordare che il padre non fu uno stinco di santo.
Quindi, anche se Piersilvio ritiene di non avere la personalità del padre, il salto generazionale può essere addirittura un vantaggio. Magari sfruttando l’esperienza paterna che di errori abbonda, anche se oscurati dal fascino della ricchezza e dalla prestidigitazione del fondatore. Piersilvio, essendo nato ricco, non sembra uno sporcaccione né ossessionato da vanità e dal bisogno compulsivo di adulazione. Abituato all’efficienza dell’azienda in cui è cresciuto, Piersilvio non si attornierà di mediocri di cui il partito è pieno. Certo, non può cacciare quelli che ci sono, ma terrà presente nel ricambio di attorniarsi dei migliori perché la politica diventi veramente una fucina per la crescita del paese e non per la ricchezza personale com’è stato finora.
Abbiamo anche un grande bisogno dl rispetto, perduto negli ultimi anni, che era l’ossessione positiva di Mussolini, che, infatti, riuscì a farci rispettare nel mondo, seppure forse non lo meritassimo, essendo solo merito suo. Mediaset è stata l’idea geniale del padre, ma stanno nascendo nuovi strumenti di comunicazione e di svago, quindi anche la TV, soprattutto quella trash che sostiene l’audience diffondendo ignoranza e cattivi costumi, sarà prima o poi obsoleta, come il cinema. È più saggio venderla prima che si deprezzi. Meglio tenersi l’editoria, che è imperitura perché alleata della cultura e che non perderà mai di valore.
Fonte Foto: Pixabay – LesColporteurs