L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA OPPORTUNITÀ E PERICOLI

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA OPPORTUNITÀ E PERICOLI

di Giuseppe Gullo

L’intelligenza artificiale (in sigla IA) è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano“.

La definizione  è presa da Wikipedia e dà la misura della grandezza del problema che abbiamo di fronte, col quale dovranno confrontarsi le nuove generazioni ma che già adesso costituisce una realtà in fieri che fa sentire i suoi effetti. Al riguardo, il dibattito incomincia a essere serrato e specifico, sebbene ancora non del tutto chiaro nei suoi contenuti. Recentemente l’argomento è stato oggetto di un dibattito che si è tenuto nel Parlamento Europeo, poco ripreso dai media italiani, che ha dato modo di comprendere alcuni fondamentali aspetti collegati all’IA e alle sue applicazioni. Il principale è la necessità che l’IA sia antropocentrica e quindi rafforzi e ampli la sfera dei diritti personali e tuteli le conquiste della Democrazia. Ciò non è per nulla scontato se è vero, com’è stato affermato, che il controllo dell’IA rappresenta in Cina e in generale nei paesi non democratici un formidabile strumento di controllo della società. Le oligarchie politiche ed anche quelle economiche, talvolta coincidenti, già oggi sono in condizione, è stato detto, di avere un controllo assoluto dei rapporti sociali ed economici con ciò stesso annullando e svuotando qualunque forma di libertà reale. Stiamo parlando, nel caso della Cina, di un Paese di oltre un miliardo e mezzo di abitanti che è il primo produttore al mondo di beni che esporta in tutto il mondo ed è un protagonista assoluto della politica mondiale come è emerso in modo chiaro nella crisi seguente all’invasione russa dell’Ucraina.

Viene alla mente la terribile profezia di Hawking che circa dieci anni fa fece presente che L’IA utilizzata in modo distorto poteva rappresentare un pericolo per l’umanità. Da questo punto di vista, sono inquietanti le dichiarazioni di Musk e di altri super miliardari, oltre che di scienziati, volte a bloccare le ricerche in materia. Pensiamo alle applicazioni dell’IA nel settore militare e in particolare nella gestione dell’arsenale atomico affidato agli algoritmi, senza o addirittura contro l’intervento della razionalità umana. Consideriamo quale potrebbe essere l’impatto di una grande multinazionale, con bilanci ben superiori a quelli di uno Stato, che riesca a dotarsi di questo formidabile strumento per alterare le regole del mercato, nell’ipotesi migliore, o per distruggere i suoi competitori e creare situazioni di monopolio in settori strategici. Da qui ad altre forme di controllo, che potrebbero essere limitative delle libertà personali, il passo è breve con tutte le nefaste conseguenze che si possono immaginare.

È chiaro che il progresso non si può fermare tanto meno per legge. Gli appelli, quando sono in buona fede, debbono servire a mettere sull’avviso coloro che reggono le sorti del mondo a operare presto e bene. Quello che è possibile e necessario fare è la regolamentazione del settore che in questo momento non ne ha alcuna, mentre i tempi si stringono sempre più. Se una personalità come Mario Draghi in una pubblica occasione ha dichiarato di avere appreso che i tempi sono ridotti, è presumibile che parli con cognizione di causa. L’invito all’Unione Europea di intervenire rapidamente e organicamente è sempre più urgente. Il dibattito nell’Europarlamento ha avuto un andamento, per un verso, preoccupato e, per altro verso, pieno di speranza che questa nuova e innovativa tecnologia con al centro l’uomo, possa rappresentare l’inizio di un nuovo Rinascimento nel quale tante ingiustizie, diseguaglianze e discriminazioni vengano superate per realizzare una società più equa. Perché ciò avvenga occorre un grande impegno e una vigilanza dell’opinione pubblica mondiale affinché le nuove conoscenze siano portatrici di benessere e di miglioramento delle condizioni di vita su tutto il pianeta, e in primo luogo nelle vaste aree dove il progresso non è mai arrivato.

 

Fonte Foto PixabaySujins

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