LEGGE ELETTORALE: L’ASTENSIONISMO DILAGA, LA DESTRA SI COALIZZA E LA SINISTRA SI DIVIDE

LEGGE ELETTORALE: L’ASTENSIONISMO DILAGA, LA DESTRA SI COALIZZA E LA SINISTRA SI DIVIDE

di Giuseppe Gullo

La riforma della legge elettorale è scomparsa dal dibattito politico. L’impressione è che su questo argomento particolarmente “sensibile” e di grande rilievo, sia in relazione ai rapporti con i cittadini elettori, sia con riferimento ai criteri di scelta e di selezione degli eletti, vi sia un tacito accordo trasversale tra maggioranza e opposizione per lasciare le cose come stanno. In realtà fa comodo ai capi partito che gestiscono in modo esclusivo la composizione delle liste, collaborati dai leaders delle correnti, scegliere uno a uno i quasi sicuri eletti, dirottare nei posti di retroguardia chi deve avere solo una medaglietta con possibilità di successo vicine allo zero, tranne miracoli. Nei collegi uninominali invece nei quali l’esito è quasi scontato, vengono candidati personaggi che debbono sedere in Parlamento anche se non hanno alcun legame con il luogo nel quale otterranno il seggio. Molti i casi di questo tipo nelle politiche dello scorso settembre, coi casi limite di chi non si è preoccupato neppure di individuare sulla cartina geografica la collocazione del collegio elettorale nel quale è stato candidato. Come stupirsi della disaffezione al voto e dell’aumento dell’assenteismo? L’elettore comprende, valuta, giudica e si comporta di conseguenza. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e, se le cose non cambieranno, sono destinati a diventare ancora più gravi.
Sul rapporto Destra-Sinistra nelle ultime otto tornate elettorali politiche, è intervenuto il prof Luca Ricolfi con alcune osservazioni che meritano di essere riprese e approfondite. Egli rileva che in sette delle scadenze elettorali considerate la Destra si è presentata unita vincendo in tutte le occasioni, mentre di contro la Sinistra  ha sempre partecipato divisa, perdendo regolarmente. Quando questo “schema” è stato modificato con la Destra che ha corso divisa per lo strappo della Lega e la Sinistra che invece si è presentata unita con l’Ulivo, il risultato è stato opposto sebbene con margine limitato. A giudizio del politologo ciò è accaduto per il fatto che la Sinistra si confronta su principi e su questi ha grandi difficoltà a trovare l’unità, mentre la Destra discute di proposte sulle quali il compromesso e il punto d’incontro si trovano molto più facilmente.
È così? Analizziamo quanto è avvenuto alle ultime politiche. All’uninominale (37% dei seggi) la Destra ha presentato candidati unitari mentre la Sinistra si è divisa con ciò stesso rinunciando in anticipo a ottenere risultati significativi con l’eccezione di poche roccaforti ancora non espugnate. Qui è necessario porsi una domanda: qual è l’area politica di riferimento della Sinistra? Quali forze ne fanno parte e con quali principi? L’analisi diventa difficile.
I 5 stelle possono ritenersi una forza di sinistra? Se si prende l’abbrivio dal risultato delle politiche del 2018, nelle quali conseguirono un terzo dei voti espressi e si considera il consenso come espressione di una volontà di cambiamento, si potrebbe dare una risposta positiva. Se si considera che quel consenso fu il frutto di una dichiarata contestazione nei confronti della “casta” e dei suoi presunti privilegi, del rifiuto del “sistema” dei Partiti che si compendiava nell’affermazione, subito disattesa, “o al Governo da soli o fuori”, e nel desiderio di aprire le massime Istituzioni come “scatolette di tonno”, allora bisogna concludere che quel movimento non aveva e non ha alcuna connotazione che possa avvicinarlo proprio sui principi ad una moderna Sinistra di Governo.
Altra cosa è l’utilità o l’opportunità di un’alleanza elettorale su alcuni punti specifici e ben individuati con una durata limitata e una finalità ben precisa e cioè quella di non regalare vantaggi agli avversari. Dalle passate esperienze è giusto imparare per non ripetere gli errori che portarono, ad esempio, alla sconfitta della gioiosa macchina da guerra di Occhetto. La Sinistra si costruisce sulle proposte politiche che contengono principi ma che si traducono in attività concreta e cioè in scelte di Governo. La politica senza principi è poca cosa, i principi senza proposte sono mere esercitazioni verbali.

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