LE ELEZIONI ITALIANE E I SEGRETI DI PULCINELLA
di Giuseppe Gullo
Anche questo fa parte di un copione abbastanza scontato in un Paese in cui i segreti, in buona parte, sono classificati “di pulcinella”. Vengono fuori registrazioni d’incontri di un avvocato vicino alla Lega e al suo segretario con un alto funzionario dell’ambasciata russa a Roma, nei quali l’uomo di Putin sollecita una crisi del Governo Draghi. Già questa, in piena campagna elettorale, è una bomba soprattutto se collegata alla notizia di alcune settimane fa della volontà di Salvini di andare a Mosca in piena guerra, con l’Occidente schierato a sostegno dell’Ucraina e Draghi che con Macron e Scholz va a trovare Zelensky a Kiev. Diventa ancora più esplosiva se si considera che il capo dei Servizi italiani, il Prefetto Gabrielli, dichiara che le intercettazioni non provengono dalla nostra intelligence e, quindi, hanno origine da uno stato straniero. Non credo che riusciremo mai a sapere la provenienza delle intercettazioni né, come si conviene ad una storia di spioni, avremo mai conferme attendibili. Tutto resterà nel cielo plumbeo delle notizie verosimili che ciascuno cercherà di utilizzare per il proprio tornaconto elettorale.
Ma c’è di più. Si apprende che tre settimane fa, col Governo Draghi ancora in carica, il Presidente del COPASIR senatore di FdI, di professione giornalista, politico di lungo corso con trascorsi nel MSI e in AN, ha inviato una lettera riservata ai Presidenti delle Camere chiedendo di vigilare per evitare che un’eventuale campagna elettorale potesse subire condizionamenti e ingerenze da parte di Paesi stranieri. Il COPASIR, com’è noto, è la commissione bicamerale di controllo sull’operato dei servizi ed è un organo di garanzia. Poiché il sen. Urso, parlamentare ininterrottamente dal 1994, non ha la palla di vetro e sicuramente non ha preso carta e penna per scrivere ai vertici del Parlamento per mero diletto, è presumibile che lo abbia fatto essendo a conoscenza di fatti certi, o quantomeno attendibili, che prefiguravano il rischio di un uso anomalo di fonti e dossier riservati tale da potere orientare scelte e influenzare l’elettorato nella libera espressione del voto. Fatti molto inquietanti se si pone mente alla circostanza che la crisi è diventata irreversibile allorché la Lega e Forza Italia , cogliendo al volo l’occasione offerta dall’improvvida sortita del M5S, hanno posto un secco aut aut subordinando il loro sostegno al governo all’estromissione dei grillini con ciò stesso decretando la fine della maggioranza nella sua originaria composizione e della coalizione che aveva espresso il Governo Draghi. Con buona pace dei dietrologi che hanno provato ad accreditare la versione di una decisione del Capo del Governo motivata dalla volontà di sottrarsi alla gestione di una finanziaria durissima e di un autunno caldo almeno quanto l’estate fino ad oggi. Chiacchiere e malignità smentite da una lettura seria e obiettiva delle tappe della crisi e dal contenuto del discorso tenuto dal Presidente del Consiglio al Senato, nel quale ha invocato chiaramente un nuovo patto e una rinnovata disponibilità dei Partiti per riprendere la strada interrotta. Parole responsabili pronunziate nella sede istituzionale indicata dalla Costituzione,alle quali si è data una risposta di chiusura che non poteva che portare alle elezioni con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale.
E’, forse, opportuno fare un passo in più chiedendosi quale sia stato il peso effettivo della guerra in Ucraina sulla nascita e lo sbocco della crisi. E’ fuor di dubbio che Draghi ha schierato il Governo al fianco dello Stato aggredito, dell’Unione Europea e della NATO in modo netto senza tentennamenti e distinguo. Con la chiarezza che l’ha contraddistinto anche durante il mandato di Presidente della BCE, Draghi ha mille volte dichiarato che l’Italia era concretamente accanto al popolo ucraino e alla NATO, di cui sosteneva anche economicamente lo sforzo militare. Le informative rese in Parlamento sono di una trasparenza esemplare così come gli atti e le decisioni del Governo. Era dello stesso segno la posizione degli alleati di Governo ed in particolare della Lega e dei 5S e, nella fase finale, di Forza Italia? Sicuramente no come si è constatato in vari passaggi, soprattutto quando si è trattato di decidere l’invio di armi all’Ucraina e di concretizzare le sanzioni nei confronti della Russia.
Vengono fuori adesso, dopo le dichiarazioni abbastanza diplomatiche di Gelmini e Carfagna, le notizie di intensi rapporti di imprenditori vicini a Berlusconi con il regime sovietico per affari milionari soprattutto nel settore energetico. Eppure è noto che il contenuto del Patto atlantico che l’Italia ha sottoscritto contiene clausole cogenti in ordine alla lealtà verso l’accordo. Con in più il fatto che il Presidente del Consiglio, al momento del suo insediamento, viene messo a conoscenza di clausole riservate di contenuto strategico-militare che sono ovviamente top secret. Ben due ex Presidenti del Consiglio, quindi a conoscenza di questi segreti militari, sono a capo di due dei Partiti promotori della crisi, e cioè Berlusconi e Conte, e hanno ritenuto di potere ugualmente andare avanti sulla strada delle elezioni che sapevano essere obbligata dopo la caduta del Governo.
Tutto si lega a ciò che è accaduto prima, e in particolare: le posizioni intransigenti con la lettera del Presidente del COPASIR e le intercettazioni degli incontri di un oscuro avvocato con il numero due dell’ambasciata russa a Roma, per non parlare dell’ironia di Medvedev e delle fonti del Cremlino. Non vi è dubbio che i rapporti internazionali e, nello specifico, quelli con la Russia abbiano avuto e avranno un peso molto importante nella crisi e nella campagna elettorale. Speriamo che non abbiano influenza sugli eletti e che il prossimo Parlamento non abbia al suo interno un cripto gruppo filoputiano.
O davvero vogliamo credere che il finanziamento dell’inceneritore di Roma, sommersa dalla spazzatura, sia stata la vera causa scatenante di una crisi dai contorni così frastagliati che ha creato sconcerto e incredulità nelle principali Cancellerie europee? Tutto ha un limite, anche quello della creduloneria!