IL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO
di Giuseppe Gullo
È la prima volta, per quanto è stato possibile accertare, che il maggiore e più influente quotidiano italiano con un editoriale a firma del suo più autorevole collaboratore in materia economica, il prof. Giavazzi, assume una posizione netta e chiara dichiarando giusta la decisione di sostituire il Ragioniere Generale dello Stato. Già questo fatto è clamoroso. Diventa poi eccezionale se per motivare un tale giudizio l’autore dell’articolo cita un precedente che ha come protagonisti il presidente Einaudi e il senatore Merzagora, e cioè due mostri sacri della nostra storia repubblicana, e ciò fa capire l’importanza dell’incarico di cui si discute se per ricoprirlo vi era stata la disponibilità di una personalità considerata da tutti di eccezionale rigore e competenza che è stato Presidente del Senato e di Assicurazioni Generali.
Quali sono le contestazioni che vengono mosse all’attuale Ragioniere Generale? In buona sostanza, esse riguardano le coperture finanziarie del bonus 110 e della c. d. patent box. Del bonus 110 che ha causato una voragine nei conti dello Stato e che si è risolto, come scrive Giavazzi, in provvedimenti che “hanno aiutato più i ricchi che i poveri“, sono ormai ben note le responsabilità. Lo sono meno quelle della patent box il cui costo venne stimato dalla Ragioneria in alcune centinaia di milioni mentre in effetti è arrivato a ben 70 miliardi, costringendo il Governo a decidere di spalmare in 50 anni i benefici. Si tratta di un regime fiscale che consente alle imprese di maggiorare le spese per attività immateriali che vengono detratte dal reddito imponibile. Com’è noto, nessun provvedimento del Parlamento può essere adottato senza la dichiarazione di copertura finanziaria da parte della Ragioneria generale dello Stato, la c. d. “bollinatura”. La responsabilità della Ragioneria, sostiene il quotidiano milanese, sta nell’avere sottostimato il costo del provvedimento per venire incontro alla volontà politica del Governo Conte due, Ministro del Tesoro e delle Finanze Gualtieri, che lo introdusse in extremis nella finanziaria 2022.
Il richiamo fatto in apertura a politici del livello di Einaudi e Merzagora fa capire che, se fosse dipeso da una o da entrambe quelle personalità, il consenso al provvedimento sicuramente non ci sarebbe stato. In presenza di tali evidenze nessuno difende l’attuale Ragioniere Generale, neppure coloro che richiesero pressantemente il suo via libera ai provvedimenti di cui si è detto.
Come sempre, in questi casi, la raccomandazione è quella di fare una scelta di alto profilo in un posto che tradizionalmente, con poche eccezioni, è stato coperto da dirigenti dello stesso Ministero. Sicuramente la conoscenza diretta della macchina amministrativa è un fattore molto importante da tenere nella massima considerazione. Tuttavia, non è sbagliato chiedersi se non sarebbe il caso, cercando nei grandi gruppi pubblici e privati, di cercare personalità di elevato profilo e di riconosciuta competenza che abbiano, anche solo una parte del prestigio e della capacità che furono di Einaudi e Merzagora, per candidarle a una responsabilità nella quale un NO detto quando è necessario ha un altissimo valore economico e morale.
Fonte Foto: Wikimedia Commons – Nicholas Gemini – CC BY-SA 3.0