IL GIORNO DELLA MEMORIA NON BASTA!
di Guido di Massimo
Scopo dell’istituzione del “giorno della memoria” è di non lasciare che il tempo porti all’oblio i tentativi di genocidio della seconda guerra mondiale. La speranza è che non dimenticare spinga a non ripetere. In queste ricorrenze si descrive e parla di ciò che è avvenuto ma nulla riuscirà a trasmettere lo stato emotivo, il dolore, l’abiezione, e la prostrazione di chi subì le vergognose leggi razziali prima e deportazione e morte dopo.
È stata sottolineata l’indifferenza generale nella quale quelle leggi furono istituite e quei fatti avvennero, ma passato il giorno della memoria la sensazione generale che rimane è che quelle abiezioni furono opera di altri antropologicamente diversi da noi, che noi mai avremmo fatto quello che è stato fatto. Il “rigetto” e la dissociazione sono tali che da queste “sensazioni” di diversità ne usciamo rinfrancati, certi di essere del tutto estranei a quel mondo di vergogna e barbarie. Ma questo è un errore che mina lo scopo stesso del “giorno della memoria”.
Benissimo ricordare nella speranza di non ripetere, ma è ancor più opportuno considerare che l’uomo, noi stessi, individualmente, siamo capaci di tutto, dai più grandi eroismi alle azioni più abiette, forse più facilmente queste che quelli. In ognuno di noi c’è forse l’eroe ma c’è anche il ladro, il torturatore e l’assassino. Non sapremo mai cosa veramente siamo finché non ci troveremo in situazioni estreme, cosa non augurabile.
Oltre a ricordare quello che è avvenuto con la complicità o nell’indifferenza delle passate generazioni – costituite dai nostri genitori e progenitori – dovremmo preoccuparci di difenderci da noi stessi, da quanto di peggio può nascondersi in noi e preoccuparci di quanto individualmente possiamo fare per evitare derive che portino la nostra società a situazioni simili a quelle che hanno generato i fatti da cui ora ci dissociamo.
Fermo restando che nella storia – ma anche recentemente – genocidi e massacri non si contano e che l’unica differenza con gli ultimi ricordati è nella quantità e nella organizzazione “moderna e industriale” dei massacri, quello che possiamo/dobbiamo fare è evitare le condizioni che hanno portato la nostra società al degrado e all’abiezione che ora condanniamo. Dovremmo mantenere la nostra capacità critica, pur mantenendo il senso della comunità rimanere individui a sé stanti, capaci di dissentire e opporsi, considerare che le cose non sono vere ma più o meno probabili, saper vedere uno stesso fatto da prospettive diverse, considerare l’importanza in una società di corpi intermedi civili e autonomi, evitare ogni centralizzazione del potere, non intrupparsi, combattere fanatismo e assertività con il dubbio e lo scetticismo.
Fu detto che per la sua posizione intermedia nella scala degli esseri l’uomo può «degenerare negli esseri inferiori, ossia negli animali bruti» oppure può «essere rigenerato negli esseri superiori, nelle creature divine». Ma è più facile scendere che salire, e un sano pessimismo nei confronti dell’uomo e di noi stessi è una buona medicina per non illuderci e, insieme con la memoria, aiutare a non ripetere.