I FANTASMI DEL PASSATO PALERMITANO
di Giuseppe Gullo
Certi fantasmi non scompaiono mai. Anzi, con il trascorrere del tempo assumono dimensioni maggiori, contorni sempre più mostruosi, tentacoli sempre più lunghi che arrivano ad avvolgere anche persone sempre considerate lontanissime da essi. Le loro apparizioni non hanno scadenze precise ma sono certe, ineluttabili, come fossero telecomandate alla stregua dell’ordigno che ha ucciso il capo di Hamas. Quale altro paragone può venire in mente leggendo la notizia che la procura di Caltanissetta sta indagando nei confronti di due ex magistrati della Procura di Palermo e un generale della GdF per l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’organizzazione mafiosa? L’indagine riguarda anche un importante esponente dell’antimafia militante, ex procuratore aggiunto di Palermo, procuratore di Reggio Calabria e soprattutto procuratore di Roma per molti anni, e dopo il pensionamento Presidente del Tribunale di primo grado del Vaticano. Insomma, viene indagato per avere avuto collusioni con la mafia palermitana colui che per molti decenni è stato il principale protagonista del contrasto al fenomeno mafioso.
La piovra che attanaglia il palazzo di Giustizia di Palermo, i corvi che lo abitano e il covo di vipere, la definizione è di Paolo Borsellino, che vi si nascondono al segnale convenuto, vengono fuori contemporaneamente e inondano di veleni il Belpaese alzando miasmi mefitici che rendono l’aria irrespirabile. Tornano in prima pagina fatti di 32 anni fa, avvenuti negli stessi giorni nei quali a Milano prendeva corpo l’inchiesta che avrebbe cambiato la storia d’Italia e distrutto la sua classe politica con conseguenze che ancora oggi producono effetti perversi sulle istituzioni.
Una prima osservazione: è possibile indagare su fatti di 32 anni fa ampiamente coperti dalla prescrizione? La risposta obbligata è inquietante. La Procura di Caltanissetta evidentemente ritiene che vi possano essere connessioni con reati non coperti da prescrizione. Chi conosce l’abc del diritto penale sa che tali reati sono l’omicidio e la strage i cui termini di prescrizione sono superiori ai 32 anni trascorsi. Quali omicidi e/o quali stragi? Durante gli anni del suo esilio forzato in Tunisia, Craxi dichiarò che sarebbe venuto il tempo nel quale i magistrati si sarebbero arrestati tra loro. Gli arresti non sono ancora arrivati ma le prime condanne sì, e le indagini che li riguardano aumentano di giorno in giorno fino a interessare uomini simbolo di stagioni nelle quali il debordante potere giudiziario ha invaso territori che la Costituzione riserva ad altri poteri dello Stato.
Davigo, dottor sottile del Pool milanese, è stato condannato in due gradi di giudizio ed ora è sottoposto all’esame finale della Cassazione, di cui ha fatto parte per anni. De Pasquale, aggiunto di Milano, è indagato a Brescia, mentre a Caltanissetta s’indaga su numerosi ex giudici di Palermo compresi pezzi da novanta. Resa dei conti? Forse. Volontà di fare finalmente luce in fatti oscuri e tragici? Forse. Avvertimenti con missili terra aria? Forse. Dossier ben custoditi che vengono alla luce? Forse Quello che è certo che assistiamo a fatti impensabili. L’ex procuratore ora indagato che si avvale della facoltà di non rispondere e dichiara che è del tutto estraneo ai fatti contestati e farà quanto nelle sue possibilità per aiutare gli inquirenti. In verità il primo aiuto sarebbe stato quello di rispondere alle domande che gli venivano poste. Ancora più strano il caso Natoli che, audito dalla Commissione parlamentare antimafia, ha parlato per ore mentre si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti agli inquirenti di Caltanissetta. Forse ha necessità di rivedere i suoi “appunti “prima di verbalizzare”. Vedremo cosa accadrà. Potremmo anche non sentire più parlare dell’inchiesta di Caltanissetta, come è accaduto recentemente per l’inchiesta di Perugia sul dossieraggio della Direzione Nazionale Antimafia. I titolari dell’indagine avevano parlato di un verminaio emerso dalle carte in loro possesso. Da allora, alcuni mesi fa, ad oggi nessuno sa che fine abbia fatto questo presunto materiale organico. Potrebbe anche essere stato trasformato in concime, assorbito dal terreno e…sparito
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