DIARIO LIBERALE, DOMENICA 30 APRILE 2023

DIARIO LIBERALE, DOMENICA 30 APRILE 2023

di Roberto Tumbarello

È incredibile, la preside antimafia della scuola Falcone del quartiere Zen di Palermo è agli arresti – Toglieva alimenti dalla bocca degli alunni e apparecchiature di lavoro. Durante una perquisizione la finanza ha trovato in casa sua computer e anche tablet, bottiglie di vino e birra che ordinava per sé con soldi della scuola. Anche una magistrata arrestata a Latina per corruzione. Sono professioniste colte e con un congruo stipendio. Entrambe sono personaggi che dovrebbero dare l’esempio. Viviamo in un paese di ladri. Forse, più che per gli sbarchi di migranti, il governo dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza per la corruzione dilagante.

Vogliono ucciderla perché la chiamano impropriamente Orsa killer, ma Il bosco nasconde altri pericoli – Sono sgomento per il continuo stravolgimento della lingua italiana, non da parte di chi ha diritto di essere ignorante, ma da giornalisti, politici, amministratori. Il killer è un essere che agisce per malvagità. L’animale, invece, si comporta secondo l’istinto. L’orso non è carnivoro, attacca l’uomo, di cui ha paura, se si sente in pericolo o per difendere i cuccioli. Anche il mare ha le sue insidie e chi ci s’inoltra deve essere prudente e non andare da solo. Non si possono eliminare i pericoli che ne costituiscono il fascino, neppure i serpenti.

Per vendicarci dell’incapacità di arrestare Messina Denaro, se non 30 anni dopo e perché ammalato – Stiamo arrestando chiunque lo dovesse frequentare e persino le donne che lo hanno amato. Siccome lo Stato non ci riusciva, dovevano essere i cittadini a denunciarlo, per poi doverne subire le conseguenti vendette. Pertini che era capo del comitato di Liberazione Nazionale biasimò i partigiani che uccisero Claretta Petacci perché una donna innamorata non è colpevole. Il boss, per la sua natura criminale, possiede fascino e carisma. Sono tanti i delinquenti, il caso tipico è Vallanzasca, ad avere conquistato cuori femminili.

Ci chiediamo come mai l’Italia e la società occidentale siano diventate crogiolo di ladri e corruzione – L’ultimo compenso del consigliere delegato di Google, è stato di 226 milioni di dollari, nell’anno precedente di 281 milioni, nonostante abbia licenziato il 6% dei dipendenti, 12 mila persone, perché le azioni erano crollate del 40%. I rimanenti impiegati guadagnano mediamente 280mila dollari. Solo negli anni ’50 Adriano Olivetti sosteneva che nessuno dovesse guadagnare più di dieci volte il salario di un operaio. Ora, a mille volte, è immorale. I calciatori sono plurimilionari. Ecco perché tutti credono di essere autorizzati a rubare. 

Una schermitrice è in vantaggio sull’avversaria, ma si storce la caviglia ed è rassegnata alla sconfitta – L’avversaria, però, non va all’assalto, non sfrutta l’incidente. Rimane ferma e lascia trascorrere il tempo senza approfittare della sfortuna dell’altra. Quando la giuria dichiara vincente l’atleta ferita, quella che avrebbe potuto vincere, grazie della sfortuna della rivale, corre a soccorrerla, l’aiuta a rialzarsi e tra le lacrime e gli applausi del pubblico e dei colleghi si abbracciano. Si percepisce anche l’emozione di De Coubertin, che ha ingoiato delusioni negli ultimi tempi. Però ci sono ancora buoni sentimenti nello sport.

Al Decreto legge che limita l’uso di neologismi, si aggiunga anche il divieto di termini incomprensibili – Gli italiani non sanno che cos’è il PNRR. Si tratta di una sigla, che non si memorizza facilmente. L’ultima R è resilienza. Anch’io debbo fare uno sforzo mnemonico per ricordare che cosa significhi, figuriamoci il 66% di analfabeti di ritorno, che però, hanno diritto di capire per potere apprezzare quel piano che ci dà diritto a 210 miliardi di euro dall’Europa, un po’ all’interesse dell’1% e un po’ omaggio. Infatti, la Lega propone di rinunciare a una parte. Meglio un nome semplice che gli elettori capiscano. È più facile l’inglese Recovery.

La guerra in Ucraina ha fatto la prima vittima, quasi italiana. È stato ucciso l’interprete di Repubblica – Adesso i cecchini russi prendono di mira anche i giornalisti. Il collega di Repubblica è stato ferito da un proiettile che poi ha ucciso il suo amico e interprete. Forse si dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di rallentare la copertura mediatica del conflitto. Anche perché, dopo 14 mesi, le notizie sono ripetitive. Ogni giorno i russi radono sempre più al suolo le città ucraine e si fanno scoperte macabre di crudeltà. I media di tutti i paesi potrebbero fare un pool e inviare meno reporter per ridurre i pericoli cui sono sottoposti.

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