NONOSTANTE TUTTO, CON ISRAELE

NONOSTANTE TUTTO, CON ISRAELE

di Giuseppe Gullo

Probabilmente, nella storia dell’umanità nessuna questione ha avuto la persistenza e l’importanza di quella ebraica. Basta sfogliare anche superficialmente un qualunque manuale per leggere che almeno dal IV secolo, dal momento in cui la religione cattolica divenne religione di Stato il popolo ebreo, ritenuto responsabile della morte di Gesù, fu messo all’indice e marginalizzato. Nei secoli successivi gli episodi che riguardano l’emarginazione del “popolo eletto“ sono numerosissimi e drammatici in modo sempre crescente fino ad arrivare ai sei milioni di morti della “ soluzione finale” nazista e adesso alla guerra iniziata da Hamas con l’aggressione del 7 ottobre 2023 e proseguita con la reazione violenta di Israele.
Se 1700 anni non sono stati sufficienti a risolvere la questione, perché dovrebbero poter essere risolutivi i tempi che viviamo, in cui chi governa i destini del mondo non ha certo tra i suoi obiettivi la convivenza pacifica tra i popoli? La politica ha fallito se in un periodo così lungo non è riuscita a risolvere la questione. Occorre aggiungere che la “soluzione“ immaginata dalle grandi potenze vincitrici della seconda guerra mondiale con la creazione di uno Stato per gli ebrei, proclamato nel 1948 e ricavato da un territorio abitato in prevalenza da popolazioni di fede musulmana, ha aggravato la situazione creando una condizione permanente di conflitto tra il nuovo Stato e le nazioni arabe limitrofe che non ne hanno mai accettato l’esistenza. Da allora la guerra è stata la condizione permanente di quei popoli. Sulla base di queste premesse, è molto difficile sperare in una vera pace. Assistiamo invece a periodi più o meno brevi che separano guerre sempre più sanguinose e devastanti. Qual è l’atteggiamento e il sentimento dell’Occidente rispetto a questo conflitto millenario? Grandi filosofi da Marx a Morin si sono misurati con questa realtà complessa e multiforme senza che la soluzione del problema abbia fatto passi in avanti.
Israele ha nel mondo più ricco e sviluppato forti solidarietà che ne hanno consentito la sopravvivenza. Gli USA sono i capofila di questi Paesi, anche per la grande influenza che esercita la finanza ebraica sull’Amministrazione americana. Eppure il popolo di Israele non gode delle “simpatie “ dei cittadini occidentali. Alcuni importanti commentatori hanno rilevato che dopo il 7 ottobre 2023 la dichiarazione “siamo tutti ebrei“  è subito scomparsa dai media qualche ora dopo quei tragici fatti nonostante la prova certa delle stragi e delle violenze di Hamas.
Tutto questo ha una ragione. Il popolo di Israele ha peculiarità che qualunque occidentale, anche il più aperto e tollerante, ha difficoltà a capire. Ha senso nel XXI secolo che un ebreo ortodosso si rifiuti di lavorare, di fare qualunque servizio per la comunità e di prestare servizio militare mentre gli altri muoiono difendendolo, che viva a spese dello Stato in un quartiere nel quale nessuno che non sia suo omologo ha accesso, che trascorra la vita studiando, pregando e riproducendosi utilizzando le donne solo a quel fine? Viene in mente il Mercante di Venezia, il culto della separatezza come valore distintivo.
Nonostante questo e molto altro, in una realtà nella quale il mondo musulmano, specie quello di fede sciita, odia profondamente l’Occidente e i valori che esso ha rappresentato e rappresenta, mi sento “sionista”, e provo a dirlo con Oriana Fallaci, che comprese tutto questo molto anni fa: ”In definitiva sono sionista perché respiro, perché penso, perché vedo, perché esisto, perché so… Sono sionista perché non mi piace che sgozzino la gente, che lapidino le donne o che uomini adulti si sposino con bambine. Sono sionista perché amo la cultura e ringrazio i tanti scienziati, intellettuali, medici, letterati, musicisti, architetti, ingegneri, matematici, e fisici ebrei che, in proporzione maggiore rispetto al resto della terra, hanno dato di più e nonostante siano stati i più oppressi… Per ultimo sono sionista perché sono donna, europea e occidentale. Perché adoro la mia maniera di vivere e detesto che mi si voglia imporre qualcosa. Perché amo la libertà sopra ogni cosa. Perché rispetto le donne, perché bevo quello che voglio e mi piace il prosciutto e perché ognuno col suo culo fa quello che vuole, signori…e signore! Of course! Conclusione: sono sionista perché sono egoista e se muore Israele, nostro migliore e coraggioso alleato, dietro Israele moriremo anche noi…..”

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