NON MOLLARE
di Guido Di Massimo
Il centro politico italiano, inteso come luogo di chi non si identifica in nessuno dei due attuali poli, non ha rappresentanza politica, ma non è vuoto. Fa quindi gola a chi pensa sia possibile occuparlo con giochi di prestigio, forse con specchietti e maschere di richiamo che siano emanazione di una delle due parti in campo.
Ma il centro non può accettare maschere: deve trovare in sé la capacità di esprimere una rappresentanza e un’organizzazione politica. E innanzitutto esprimere e sostenere i propri principi, le proprie idee e la propria visione del mondo. Non un centro “moderato”, sgradevole parola che sa troppo di timore e debolezza, ma un centro deciso e se necessario “estremista”, erede dei vecchi partiti laici di centro, che combatta per una giustizia che funzioni “con giustizia” e senza tentativi di prevaricazioni sulla politica, per un sistema carcerario civile, scuole e università serie, una netta divisione tra legislativo ed esecutivo, meno bonus e sanatorie, più mercato; e per un’Europa federale, pacifica ma armata e a indiscusso sostegno del proprio confine orientale difeso dagli ucraini, capace di affrontare il problema dei cambiamenti climatici in modo lungimirante e razionale, e con una gestione dell’immigrazione che trasformi un problema in una risorsa.
Ci sono state più iniziative finite senza successo: “Fare per Fermare il Declino”, “Scelta Civica” e ultimamente “Azione” e “+Europa-Stati Uniti d’Europa”, quest’ultima purtroppo pencolante verso il polo di sinistra. Sono state tutte iniziative che hanno dimostrato che il bisogno di una rappresentanza al di fuori di uno schema binario c’è, ma anche che non è facile concretarla.
Non facile ma possibile e con un potenziale di elettori non indifferente: se nelle recenti elezioni, tra “+Europa-SUE” e “Azione” si è raggiunto quasi l’8 % dell’elettorato votante, nonostante molti non li abbiano votati per il timore che non raggiungessero il minimo dello sbarramento per essere rappresentati – così contribuendo a non farlo raggiungere – possiamo benissimo supporre che un raggruppamento del genere, d’opinione e non di massa, possa raggiungere senza problemi il 10% dell’elettorato votante.
È necessario non mollare.
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