La vita prima di tutto?
di Guido Di Massimo
Pur in un mondo tutt’altro che tranquillo, da moltissimi decenni noi tutti dell’Europa unita viviamo in pace e libertà con benessere diffuso e longevità mai vista prima. Ma fin quando durerà? Cosa possiamo fare per far durare questo stato di cose? Abbiamo bisogno di consapevolezza e di un bagno di realtà. Inconsapevolmente tendiamo a considerare che tutto sia normale, scontato e garantito. Ma così non è.
Noi tutti, a meno dei pazzi, amiamo e vogliamo la pace, ma chi ce la garantisce se non la nostra forza morale e materiale e il nostro coraggio? Forza materiale che consiste nell’armarsi, forza morale per decidere di farlo e coraggio per non lasciarci intimidire. Noi tutti, a meno di chi preferisce la servitù e la fuga dalla responsabilità amiamo e vogliamo la libertà, ma chi ce la garantisce se non ancora la forza e il coraggio?
Alle porte d’Europa, ai nostri confini, abbiamo una guerra alla quale ci siamo quasi assuefatti, una guerra non voluta ma subita, una guerra non di offesa ma di difesa, e c’è chi dice che bisogna smetterla di difendersi, che bisogna arrendersi, che l’Ucraina deve accettare la sconfitta e smetterla di difendersi. Questo perché “la vita viene prima di tutto”.
Siamo certi che la vita debba essere il massimo delle nostre preoccupazioni? Che sia al di sopra della libertà e della dignità? Coloro che individualmente o collettivamente hanno rischiato e perso la vita perché i loro posteri – cioè noi – avessero pace e libertà, sono stati tutti dei pazzi incoscienti?
Non è invece doveroso accelerare la fornitura di armi all’Ucraina per arrivare a una situazione nella quale la Russia “sentirà” non conveniente continuare la guerra e si porranno le premesse per una pace che non sia una fugace tregua, premessa di ulteriori fameliche aggressioni? Solo se la Russia avrà pagato molto molto cara la guerra potremo sperare che ne eviti altre a breve.
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