MACRON LANCIA DRAGHI PER L’UE, E L’ITALIA STA A GUARDARE
di Giuseppe Gullo
Il Presidente francese Macron, in via informale, ha fatto trapelare la notizia del suo sostegno alla candidatura di Mario Draghi a Presidente della prossima Commissione Europea il cui iter formativo verrà avviato dopo le elezioni del Parlamento Europeo di giugno. L’indiscrezione aggiunge che Macron ha preventivamente sentito il Cancelliere tedesco Scholz del quale, si presume, abbia avuto il consenso. Come capita in questi casi, nessuno ha confermato o smentito la notizia, che è stata ripresa dai principali mezzi di comunicazione europei.
E’ difficile dire se una simile iniziativa rafforzi o indebolisca la candidatura dell’ex Presidente del Consiglio italiano. Troppe incognite vi sono, alcune difficilmente prevedibili come l’esito del voto, per dire se essa è stata tempestiva e sarà destinata ad avere successo. E’ stato tuttavia rilevato che Macron aveva utilizzato lo stesso sistema cinque anni fa lanciando, con successo, la candidatura di Ursula Von der Leyen col pieno accordo e sostegno dell’allora cancelliere Angela Merkel. Il che sta a significare solo che la proposta francese è seria e reale. Peraltro a chi segue le vicende della politica europea non erano sfuggiti alcuni segnali univoci di un interesse dell’Europa nei confronti dell’ex Presidente della BCE. L’incarico, affidatogli dalla Von der Leyen, di redigere un programma strategico per il rilancio della Comunità, alcuni interventi di Draghi in Forum internazionali altamente qualificati, insieme ad articoli sulla stampa internazionale erano chiaramente volti ad accreditare ancora di più la figura di Draghi presso le Cancellerie europee.
La strada è ovviamente impervia e gli ostacoli da superare saranno numerosi. La candidatura però è sul tavolo e di essa dovranno tenere conto tutte le forze politiche e i Governi europei. Ciò che stupisce in questa vicenda è la reazione delle forze politiche italiane di fronte a una candidatura promossa dai due principali Paesi dell’Unione a sostegno di un ex Presidente del Consiglio, che è stato a capo di un Governo appoggiato da tutti i Partiti ad eccezione di FdI. Sarebbe stato normale attendersi dichiarazioni di compiacimento e di sostegno, quantomeno dai Partiti che hanno sostenuto il Governo Draghi e che hanno riconosciuto la capacità dell’ex Primo Ministro di operare bene in una situazione di obiettiva difficoltà. Nient’affatto! Silenzi imbarazzati, “no comment” eloquenti, in certi casi stupore. E forse anche stizza.
La Segretaria del PD, richiesta di un parere sulla notizia, ha risposto “di questo non parlo”. La domanda le è stata posta in occasione di un suo intervento alla fiera del libro. Probabilmente era così presa dall’argomento che presentava da non avere avuto tempo di leggere le prime pagine dei giornali e di ascoltare i TG, per cui era giunta “impreparata” su una questione che sicuramente non pare secondaria o marginale. Il Ministro degli Esteri e leader a mezzo servizio di Forza Italia, riferiscono i giornali, si è limitato a osservare che la loro candidata è l’attuale Presidente del Parlamento. La Presidente del Consiglio non ha rilasciato dichiarazioni, così come il loquace capo della Lega. Dei 5Stelle sappiamo solo che Conte al solo sentire nominare Draghi diventa nervoso ritenendolo, a torto, l’artefice della sua sostituzione. I soli che si sono espressi convintamente a favore sono stati Renzi e Calenda, in questo assolutamente coerenti con le precedenti posizioni assunte.
“Nemo propheta in patria”, mai come in questo caso l’antica regola si conferma assolutamente appropriata. La situazione che si profila ha aspetti paradossali. Un esponente del nostro Paese che ha guadagnato sul campo la stima e la fiducia dei Governi dei maggiori Paesi europei e che si è sempre speso non solo in difesa della Comunità ma per un suo rafforzamento e per l’ampliamento del processo di integrazione, viene candidato da Francia e Germania alla massima responsabilità di Governo della UE ed invece di trovare subito il sostegno convinto dei connazionali , deve registrare freddezza e imbarazzo. C’è da aggiungere che non vi è nessuna altra personalità politica italiana seriamente candidabile a quella carica con le stesse possibilità di successo di Draghi.
Ovviamente non sono in condizione di sapere se il Presidente francese, prima di far trapelare la notizia, abbia avvisato, oltre il Cancelliere tedesco anche la Presidente italiana. Credo di si, come è consueto fare in casi simili, nonostante i rapporti non proprio fraterni tra gli inquilini dell’Eliseo e di Palazzo Chigi. In ogni caso, mi chiedo ingenuamente: dall’elezione di un Presidente italiano della Commissione al Belpaese potrebbero venire solo benefici o no?
Mi è venuta in mente la vicenda della mancata elezione di Prodi a Presidente della Repubblica nel 2013. In quella occasione oltre 100 Parlamentari del PD non votarono il loro candidato preferendo riconfermare Napolitano che si dimise dopo meno di due anni . Il fuoco “amico” è sempre quello più micidiale: quasi sempre proviene da dove pensi che non ci sia pericolo e colpisce in modo mortale.
Fonte Foto: Flickr – European Central Bank – CC BY-NC-ND 2.0 Deed