COMUNICATO STAMPA 12.12.2023
COMUNICATO STAMPA
Intervenendo al Convegno promosso dall’Associazione ex Parlamentari sul tema del Premierato elettorale, l’ex sen. liberale Enzo Palumbo ha dichiarato:
“Il tema del Convegno “Costituzione Parlamento Democrazia” rende evidente il nesso indissolubile che lega queste tre parole e ciò che esse significano nella loro consequenzialità, logica e politica: dalla Costituzione deriva la centralità del Parlamento, e dal Parlamento deriva la garanzia della nostra Democrazia, quale l’abbiamo conosciuta in questi 75 anni, e che soltanto una classe politica di smemorati può osare di mettere continuamente in discussione a ogni Legislatura.
E ha poi elencato in una sorta di “decalogo” le criticità che motivano la sua opposizione alla riforma:
- perché non spetta al Governo (che giura sulla Costituzione) di proporre una riforma della Costituzione, ma ai parlamentari (che anche per questo non giurano);
- perché non spetta a un Parlamento eletto col sistema maggioritario di approvarla;
- perché non è una revisione, consentita dall’art. 138, ma una modifica della forma di Stato, non consentita dall’art. 139 Cost.;
- per ciò che contiene, asservisce il Parlamento al Governo, altera l’equilibrio dei poteri, e introduce un premio di maggioranza senza soglia e senza ballottaggio;
- per ciò che manca, non potendo il premier eletto proporre la revoca dei ministri;
- per le sue contraddizioni estrinseche, quando persegue la stabilità proprio a iniziativa di un governo che è il più stabile di tutti i tempi, e quando baratta il premierato con la disunità della Nazione;
- per le sue contraddizioni intrinseche, quando istituzionalizza la famigerata “staffetta” tra due premier diversi nel corso della legislatura, e quando concede solo al secondo premier la facoltà di fare sciogliere le Camere;
- per come è scritta la norma transitoria, che potrebbe rendere la riforma inapplicabile in caso di scioglimento anticipato delle Camere;
- perché ci sarebbero ben altre cose a cui pensare, mentre incombono due guerre, il ceto medio s’impoverisce e cresce la difficoltà dei più deboli in tutti i campi essenziali del vivere civile;
- e perché, in definitiva, manca lo spirito costituente che animò i lavori dell’Assemblea del 1946-1947.