DIFFICILE CAPIRE PERCHÉ!

DIFFICILE CAPIRE PERCHÉ!

di Guido Di Massimo

Possiamo capire perché masse di un mondo indottrinato e fanatizzato supportino Hamas, lo identifichino erroneamente con il popolo palestinese e imputino a Israele le tragedie che assillano il medio oriente. Rifiutano che un popolo che ha nella Palestina le sue più profonde radici si sia stabilito nelle stesse aree dei palestinesi: lo rifiutano per questioni di spazio, perché è diverso, perché di altra religione e perché è un pezzo di Occidente. E lo rifiutano perché i governi dei popoli che li governano trovano conveniente avere e dirottare verso un nemico i loro problemi interni, figli di arretratezza e corruzione. In questo aiutati da una religione dove la fede non sempre trova freni nella razionalità e nella tolleranza. E aiutati anche da governi israeliani non sempre lungimiranti e accorti, come non lungimirante e accorto è stato l’ultimo.
Quello che è quasi incomprensibile è perché in Occidente ci siano tanti che “tifano” per Hamas e qualunque altra organizzazione terroristica che voglia l’eliminazione di Israele “dalla faccia della terra”. Abbiamo letto d’imputazione a Israele dell’ultima tragedia dell’ospedale di Gaza subito dopo il fatto senza avanzare il minimo dubbio. Quando nel condannare non si hanno dubbi, si hanno solo fede, pregiudizi e odio.
Ma forse cominciamo a capire se consideriamo che l’Occidente soffre di una malattia che lo sta corrodendo. Una malattia che sa di suicidio e che ha altri sintomi: la cosiddetta “cancellazione della cultura” per la quale, specialmente negli USA, si eliminano statue di persone che secondo la morale attuale sono state malvagie, senza pensare che per la stessa ragione la prossima generazione potrebbe benissimo distruggere quello che noi lasceremo loro; s’incolpa l’Occidente di “mali” che con la sensibilità di oggi sono visti come male senza rendersi conto che ciò che ora consideriamo male quando fu compiuto forse era considerato bene, che male e bene sono spesso inscindibili, che di bene ce n’è stato molto, e che l’Occidente, figlio di quei mali e di quei beni, è ora la parte del mondo dove l’uomo è più libero e in condizioni di sviluppare la propria persona meglio che in qualsiasi altra parte del mondo dove regnano per lo più autocrazie, satrapie e teocrazie.
L’augurio è che i governi dei paesi coinvolti nella tragedia della Palestina ritrovino – o gli vengano imposte – tolleranza e razionalità per arrivare a un compromesso di comune pacifica esistenza dei due popoli che un giorno, senza fanatismi e terrorismi, potrebbero benissimo rendersi conto che in quegli stessi territori hanno le loro stesse comuni radici.

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    Agostino Florio 1 anno

    Akiro Kurasawa, nel noto film Rashomon, ci dà la risposta, come pure, se fosse ancora vivo, solo Pirandello ci avrebbe potuto dare un finale, magari scrivendo una sua tragicommedia. Purtroppo la storia millenaria del popolo palestinese, parliamo della Palestina dai tempi di Mosè, è sempre stata luogo di scontri, tutti contro tutti. Neanche la grande potenza dell’impero romano è riuscita a domare la Palestina e i Palestinesi. Poi ci hanno pensato altri popoli, altre ideologie e altre religioni che hanno mantenuto in vita la indomicita’ dei popoli di quella regione (ma le stesse cose succedevano nel resto del mondo).
    Ma la frittata più bella l’hanno creata le guerre colonianiste e di religione. Fino ad arrivare allo sterminio nazista degli Ebrei.
    Ma il danno più grande di quanto sta accadendo in Palestina è stato creato dalle potenze colonianiste che, alla caduta dell’impero ottomano che occupava tutta la zona africana mediterranea e dell’Asia mediorientale, hanno creato nuove nazioni segnando le mappe con il righello. Ancora di più la responsabilità va ricercata nella natura dell’uomo il quale è la specie più feroce del regno animale.
    Ho homini homini lupis.

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