FATE COME VI PARE, TANTO LO STATO NON C’È
di Roberto Tumbarello
Terrore, morte, bambini sgozzati, vendette sugli innocenti. Purtroppo è questo ormai il destino del mondo, che il sacrificio e la dedizione di qualcuno fa evolvere e l’ignoranza e l’arroganza di altri distruggono. Siccome tutto ha un inizio e una fine, noi potremmo esserci vicini per la nostra ambizione di potere, per presunzione e anche per stupidità, soprattutto per crudeltà. Come quella di Hamas che in poche ore ha sparso un terrore che, assieme alla Shoah, non ha precedenti nella storia dell’uomo. Netanyahu non si era reso conto della polveriera che si era costruito attorno. Credeva di essere ancora al tempo di Nasser e di Sadat, quando gli arabi s’impantanavano nel deserto e se reagivano le prendevano di santa ragione. Oggi, sono cresciuti e alcuni si sono alleati con quella parte del mondo che non riconosce i benefici della democrazia liberale, anzi, la contesta grazie alle armi sofisticate e particolarmente distruttive che ormai tutti possiedono.
Crede di vincere chi uccide di più. oltre mille morti, tra cui 200 bambini, donne stuprate, un centinaio di ostaggi di diverse nazionalità, persino 11 funzionari dell’ONU. Netanyahu deve difendersi e soprattutto vendicarsi per recuperare la propria disattenzione. È imperdonabile, infatti, che né il Mossad né i servizi segreti militari abbiano avuto sentore che da due anni Hamas preparava un attentato apocalittico.
Gli arabi più deboli sono gli abitanti di Gaza, due milioni e mezzo d’innocenti, in 365 chilometri quadrati, di cui il 40% al di sotto di 14 anni. Ma ne moriranno ancora. Gaza è assediata da 300mila militari, È stata interrotta l’erogazione di luce, gas, carburante, cibo, medicinali. Ma soprattutto non c’è più acqua. I palestinesi non possono più bere. Paralizzato l’uso di internet, radio, Tv, telefoni e cellulari. Lì non vale “date da bere agli assetati”. Non sono cristiani. Moriranno tutti come i topi, perché muoiano assieme a loro anche gli uomini di Hamas, se sono ancora in quell’inferno, e anche gli ostaggi, nove dei quali sono già morti sotto le bombe israeliane – cinque locali e quattro stranieri – assieme a 38 medici.
Le famiglie degli ostaggi protestano contro Netanyahu sollecitandone le dimissioni. Ecco perché è Hamas ad accusare Israele di crimini di guerra. Infatti, l’aviazione bombarda ininterrottamente Gaza. Sono state sganciate migliaia di bombe, centinaia di tonnellate di esplosivo che hanno già colpito 7 ospedali, 48 scuole, 10 strutture sanitarie e 1300 edifici civili distrutti, perché al loro interno possono essere nascosti personale e risorse di Hamas. Il mondo cerca di interrompere quel massacro che si avvia a superare quello dei terroristi e invoca un corridoio umanitario per fare uscire le famiglie palestinesi che non c’entrano con Hamas. Ma chi le accoglierebbe? Gli israeliani temono che assieme a loro escano anche alcuni terroristi mimetizzati. Poi Netanyahu detta un ultimatum. I palestinesi che ne hanno ancora le energie hanno 24 ore di tempo per lasciare Gaza dalla porta Sud, al confine con l’Egitto. Il tempo è stretto, la Croce Rossa internazionale chiede una sospensione dell’ultimatum, un prolungamento che, però, Netanyahu rifiuta. Anche Abdullah II, re di Giordania, chiede maggiore tempo per consentire alle famiglie, a piedi e con quanto riescono a portare con sé, di raggiungere le uscite. Ma poi, chiede più a se stesso che a Blinken, segretario di Stato USA, che è andato a trovarlo ad Amman, dove saranno ospitati tanti profughi. Chi gli darà da mangiare e li curerà? Si profila un altro massacro. Si calcola che da Gaza ne sta uscendo un milione di residenti, spossati dalla stanchezza, affamati e assetati. Il Presidente egiziano Al Sisi, invece, è disposto ad aiutare i palestinesi e rifornirli di tutto ciò di cui hanno bisogno, ma se rimangono nel loro territorio, che è distrutto. Ma se Netanyahu è disposto a liberarli è perché vuole che liberino il territorio per poter cercare quelli di Hamas che vi sono nascosti. E anche per impegnare i paesi arabi ad accoglierli e a neutralizzare qualsiasi intenzione di aiutare i terroristi. Quindi, da Gaza esce tanta povera gente che non sa dove andare. In tutto il mondo durante il week end ci sono state manifestazioni in favore del popolo palestinese.
Ma che cosa è successo? Come mai i servizi segreti israeliani, un tempo i migliori del mondo, non si sono accorti degli ingenti preparativi della strage che durano da due anni? Tentando di stravolgere il sistema giudiziario per mettersi al riparo da processi per corruzione che pendono sul suo capo, Netanyahu è certamente responsabile del lassismo del Mossad e degli apparati di difesa militari, che ha distolto dai loro compiti istituzionali per proteggere la riforma con cui vuol fare dipendere la magistratura dal governo. Approfittando di quella distrazione, Hamas e gli Hezbollah hanno organizzato un improvviso atto terroristico a vasta scala disseminando centinaia di morti e innumerevoli feriti.
“La peste ha fatto molte vittime, ma risolto tanti problemi”, ricorda Don Abbondio con una saggia riflessione universale, che io nell’editoriale amo spesso ricordare e che si adatta ancora oggi a diverse situazioni. Infatti, il governo di guerra e di emergenza ha sospeso la riforma della giustizia che aveva scatenato forti proteste popolari. Netanyahu vuole reagire non solo contro Hamas, ma sacrificare anche i bambini palestinesi, innocenti come quelli israeliani decapitati. Infatti, ne sono già morti 792, il quadruplo degli israeliani di sabato del Kippur, e quasi tremila adulti, tra cui donne e anziani. Perché “occhio per occhio, dente per dente”, si chiede l’ONU preoccupato e anche gli israeliani illuminati? Perché ancora oggi, vietata dal diritto internazionale, applicare la legge del taglione, un antico principio giuridico contenuto nel libro dell’Esodo dell’Antico Testamento che consentiva una vendetta piena e completa? Le diplomazie sono già al lavoro, ma Israele non vuole sentire parlare di tregua, quindi la guerra si profila molto lunga. Un reporter dell’Agenzia d’informazione inglese Reuters è morto in libano colpito da un missile e tre colleghi sono rimasti feriti al confine con Israele. Intanto, i sauditi annunciano di avere sospeso le trattative di accordo con Netanyahu.
Il crudele atto di terrorismo non è stato solo un attacco a Israele, ma contro la società occidentale. Colpito l’unico paese democratico del Medioriente, ma denuncia al tempo stesso il fallimento di una politica vecchia e superata. Quindi, è anche l’occasione per eliminare al più presto e definitivamente i responsabili perché non continuino a fare danni talvolta irreversibili anziché cercare di placare gli animi e cercare trattative di pace per salvare altre vite. Questi fatti così deprecabili – dato che la maggior parte delle vittime sono civili innocenti – debbono far riflettere sulla diffusione dell’odio che caratterizza la società di oggi. Le conseguenze sono disastrose e spesso imprevedibili. Forse questa è proprio l’occasione che la storia, sostituendosi alla saggezza che gli uomini hanno smarrito, fornisce per una convivenza più civile e maggiore rispetto reciproco tra israeliani e arabi. Questa guerra di terrorismo, più che di eserciti contrapposti, senza regole, della barbarie e dell’orrore, di menzogne e falsità, può essere di esempio e anche di ammonimento a sciiti e sunniti, che, seppure entrambi musulmani, sono stupidamente acerrimi nemici. Ma anche alla destra e alla sinistra, a maggioranza e opposizione, tutti italiani, ma ugualmente nemici.
In molti hanno cercato di dissuadere Israele dal reagire nel modo tremendo che ha deciso. Infatti, Netanyahu intende cambiare il volto del Medioriente e distruggere la striscia di Gaza, iI minuscolo stato dove vivono palestinesi innocenti – famiglie, bambini, donne, anziani, ammalati – che non meritano di subire alcuna vendetta perché vittime anche loro della storia. Ma Hamas ha catturato tanti ostaggi e minaccia di ucciderne uno per ogni palazzo di Gaza abbattuto. Moriranno altre famiglie che non c’entrano col terrorismo. Sarà un altro sterminio inutile e orribile. Dio non voglia che in difesa della popolazione palestinese, estranea ai progetti di Hamas e degli Hezbollah, intervengano militarmente altri paesi arabi, che per ora assistono compiaciuti. Qualcuno è certamente complice della tragedia che si è scatenata e potrebbe dare il via a un conflitto più ampio e tragico che non sarebbe facile, poi, sedare.
Da vent’anni, nonostante le accuse di corruzione, gli israeliani si incaponiscono a eleggere Netanyahu consentendogli di governare con la complicità dei religiosi. Nelle ricerche storiche non s’incontrano mai buoni governi, se non laici. Infatti, dove c’è il dogma non ci può essere dialogo né confronto. Si ricorda ancora nei film l’esperienza che il nostro centro-sud visse per più di un millennio, dal 756 al 1870, durante lo Stato Pontificio. Che sciocchezza, per un paese problematico come Israele e con convinzioni democratiche, avere alla Knesset un influente partito guidato dai rabbini, negati, come i rappresentanti di qualsiasi altra confessione, per la politica. Significativa la solidarietà a Israele di Gad Lerner e di tanti intellettuali ebrei, ma non al Premier, che ritengono responsabile della tragedia di oggi e di altri disastri del recente passato. Non gli si dovrebbe concedere fiducia perché non sta compromettendo solo la sicurezza e l’avvenire del suo paese, ma anche gli equilibri mondiali, data la situazione che si è venuta a creare tra oriente e occidente. È parso strano, invece, il commento di Patrick Zaky, attivista dei diritti umani che l’hanno persino portato in prigione in Egitto. Nonostante il ricercatore dell’Università di Bologna non sia musulmano, ma cristiano copto, anziché biasimare l’attacco terroristico, accusa Netanyahu di essere un “serial killer”. È vero che ha precisato subito di condannare anche Hamas. Ma difende giustamente anche la causa palestinese. Però non spende una parola per i bambini sgozzati e decapitati, né per i 250 giovani del rave trucidati mentre si divertivano spensierati nel giorno di festai. Del resto, anche Haaretz, autorevole quotidiano di Tel Aviv colpevolizza il Premier e ne chiede le dimissioni nell’editoriale che commenta gli atti di terrorismo di Hamas e gli attribuisce la responsabilità del disastro che ha colpito Israele.
Sono gli orrori della guerra. Azioni e reazioni sono ugualmente crudeli. Seppure gli Stati Uniti abbiano dichiarato di essere nettamente a favore di Israele e persino inviato due portaerei vicino le coste della Palestina per essere di eventuale aiuto, gruppi di studenti di Harvard, dissentono. Considerata la più autorevole accademia USA, molti sono del parere, come tante altre università americane, che la colpa di tutte le violenze è del regime di Netanyahu. Putin, invece, senza condannare la feroce aggressione di Hamas, attribuisce la responsabilità della guerra al fallimento della politica estera americana, ma si offre di mediare per un accordo di pace. Neppure in Italia, benché tutti condannino l’attacco terroristico, si è trovato l’accordo per una dichiarazione comune in Parlamento perché le destre sono incondizionatamente per Israele, anche per l’innata antipatia per i musulmani. Mentre la sinistra – la Schlein è figlia di un ebreo e di una donna cattolica – è di sostegno a Israele ma anche ai palestinesi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari, di fronte a una così immane tragedia, afferma che “l’immigrazione” – chissà in che modo – “aiuta i terroristi”. Invece, il ministro Giorgetti, sempre leale con gli elettori, non esclude un ulteriore peggioramento della nostra economia conseguente al prezzo del gas che è schizzato alle stelle e anche per il giudizio delle agenzie di rating, che ritengono esagerato il nostro debito pubblico e ci sollecitano a fare maggiori sforzi per ridurlo. Intanto la Lega vuole cambiare le sezioni del tribunale che si occupano d’immigrazione, in modo da neutralizzare le ordinanze d’illegittimità della magistratura che censura i decreti che non rispettano la normativa europea..
Israele alla pace non pensa affatto. Prima deve difendersi e vendicarsi. Però, giocare al braccio di ferro con i dissidenti non è mai vantaggioso per un paese libero e ricco, perché gli altri non hanno nulla da perdere. La democrazia deve vincere diplomaticamente, rifiutando le provocazioni e tanto meno incentivandole, non con la violenza. Anche se la rappresaglia di Israele sarà brutale, sono più gravi i danni che i terroristi hanno causato che quelli inferti al loro territorio già martoriato dalla miseria. Quindi, siamo vicini a Israele, ma con la raccomandazione di rendersi conto che la società occidentale attraversa una situazione incandescente che tutti, soprattutto gli ebrei, debbono cercare di non fare precipitare, vivendo in una zona esplosiva del mondo. La tragedia di Israele riguarda la democrazia e la civiltà, quindi tutti noi. L’alto rappresentante per la politica estera dell’UE Borrell ha convocato il ministro israeliano Cohen e quello dell’Autorità palestinese Malki a Muscat, in Oman, per una riunione straordinaria dei ministri degli esteri. Speriamo che almeno loro siano più illuminati e sappiano trovare un punto d’incontro per salvare quel che rimane di un’umanità che gode nel fare del male ai suoi simili.
Ormai il mondo è diviso in due zone nettamente contrapposte, quindi nemiche. È uno scontro di civiltà. Ecco perché siamo continuamente in guerra. È inevitabile che ogni tanto ne scoppi un’altra da qualche parte con tanto di quell’odio da fare rabbrividire. Come in Italia tra la destra e la sinistra. È una guerra anche quella, illogica, fratricida, spietata, combattuta con armi micidiali che possono rovinare la reputazione di un galantuomo o di una gentildonna. Il proseguimento delle indagini sulla giudice Apostolico fa emergere una realtà diversa da quella denunciata dalla Lega e rinfacciata da tutta la cordata governativa. La manifestazione del 2018 della cui presenza è incriminata la magistrata non era di estremisti di sinistra e neppure di protesta contro la polizia né, tanto meno, contro Salvini. Era un’iniziativa di pacifisti senza colore politico. C’erano famiglie, associazioni cattoliche e tanti cittadini non schierati. Lo scrive sulla Sicilia, il quotidiano di Catania, Mario Barresi, un giornalista che allora era presente. E ricorda che c’erano anche la Caritas e la CEI, persino Gianfranco Miccichè, deputato regionale di Forza Italia, che portò biancheria intima per gli emigranti che vivevano a bordo da diversi giorni. Ma il ministro Nordio manda ugualmente gli ispettori per far credere un’altra verità.
Purtroppo la politica è arrivata a questo punto. Nessun colpo è vietato, come nei conflitti di oggi, come quella toccata agli ucraini invasi dalla Russia, agli armeni aggrediti dagli azeri, oggi a Israele colpito da un terrorismo di dimensioni apocalittiche, per maggiore sfregio nel sabato del Kippur. È il paese più esposto di altri perché attorniato da popoli con cui non è riuscito a creare un dialogo né un buon rapporto di vicinato, credendo di poterne fare a meno. Si riteneva più forte. Invece, sarebbe stato meglio essere più saggio, come lo sono i forti davvero. Speriamo che tutte queste guerre non si allarghino e non si arrivi a quella definitiva, che – anticipando la fine dell’era temperata che il cambiamento climatico annuncia – con gli ordigni nucleari di cui quasi tutti ormai dispongono e che qualche disperato potrebbe lanciare, ridurrà il mondo a un esiguo numero di superstiti che dovranno ricominciare daccapo come accadde qualche millennio fa e che forse è il ciclo di vita previsto su questa terra.
L’assoluzione in appello di Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, ci fa scoprire che ogni magistrato ha le proprie idee umane e politiche – com’è normale che sia – ma tra loro si mischiano e si integrano e, come nelle equazioni matematiche, il risultato è sempre uguale a zero. Ci fu chi nel settembre 2021 a Locri lo condannò a 13 anni e 2 mesi di reclusione – il PM aveva chiesto solo 7 anni – per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Come se avesse ucciso qualcuno. Salvini non protestò, e nemmeno Lucano, e nessuno invocò l’invio di ispettori. Oggi è stato assolto dai reati infamanti e condannato solo per abuso d’ufficio a 18 mesi, condonati. Aveva cominciato Berlusconi a denunciare la persecuzione giudiziaria. Fu condannato, non so se ingiustamente. Ma poi fu tante volte assolto, forse altrettanto ingiustamente. Così avverrà pure per l’ordinanza di Iolanda Apostolico e di altri analoghi giudici. Se il Decreto Legge sui migranti è legittimo, come il governo sostiene, la Cassazione lo riconoscerà e tornerà a essere valido. Se no, vuol dire che è scritto male, quindi sarà giusto classificarlo come illegittimo.
Il vice presidente leghista della Regione Liguria, nel pieno della bufera sollevata dall’inchiesta sui festini a luci rosse nella Genova bene, dove la cocaina è ormai l’attrazione immancabile in ogni riunione, dice di essere coinvolto ingiustamente. Ma a ogni buon conto mette le mani avanti e anticipa che “Questa giustizia fa paura”. Lo dicono tutti coloro che hanno il carbone bagnato. Non c’è, invece, una giusta sentenza per le guerre. La darà la storia, purtroppo dopo diverse generazioni, proprio perché la cronaca diventa storia. Intanto, gli eserciti si uccidono a vicenda e ognuno invoca una giustizia che non esiste perché soffocata dalla violenza del più forte. Non dovrebbe essere così tra gli uomini in pace.
Andando e venendo da tutti i suoi impegni di politica estera, onorevole Premier, che forse dovrebbe lasciar fare anche ai ministri competenti, dato che la presenza non le dà nemmeno la visibilità che lei crede, avrà certo sentito che in Italia i taxi sono insufficienti quasi dappertutto. Gli elettori si aspettano che lei risolva soprattutto i problemi interni, non quelli di politica estera, spesso empirici, che, a parte gli sbarchi dei migranti, interessano pochissime persone. Un grosso problema oggi è quello dei taxi. È vero che spetta ai sindaci risolverlo. Però, hanno bisogno del sostegno del governo perché i tassisti si fanno forti della simpatia che lei ha per loro. Il nostro è un paese turistico che non può dare il benvenuto al visitatore all’aeroporto o alla stazione dovendo fare lunghe ed estenuanti file per raggiungere l’albergo. È urgente aumentare il numero delle licenze. Ma i tassisti non vogliono, si mettono di traverso e scioperano. Lei, Signora, che ha un occhio di riguardo per loro perché appartengono a una lobby che le porta voti, li convinca ad adeguarsi agli interessi della nazione. È una categoria di lavoratori benestanti, che faticano poco e guadagnano bene. Possono fare un sacrificio, che lei chiede a tutti in un momento difficile per la nostra economia. se un italiano non riesce ad avere un taxi nemmeno dopo lunghe attese al telefono, è perché i tassisti si dedicano alla caccia dei turisti da spellare e nessun sindaco di Roma ha avuto il coraggio di affrontare i tassisti, neppure Veltroni, che poi lasciò incautamente la carica più ambita del mondo. Risiedere al Campidoglio non lo soddisfaceva più. Ambiva al parlamento e lasciò la poltrona prima della scadenza del mandato in eredità ad Alemanno, un avversario. Come vede, gentile Signora, quelli di sinistra che lei accusa di tutto ciò che succede non sanno fare politica. Quindi non possono essere colpevoli di niente.
Altra lobby che la Premier protegge sono i balneari, che pagano un affitto irrisorio per l’uso della spiaggia e in due mesi di attività guadagnano abbastanza per tutto l’anno. C’è pure chi si arricchisce. Non solo non pagano adeguatamente l’affitto del territorio demaniale ma nemmeno le tasse. Perché lei, onorevole Signora, predilige certe categorie ricche e ne trascura altre perlopiù povere? Le sembra un bel modo di governare? E pensare che gli elettori si auguravano da tanto tempo il suo avvento. Io, che mi sforzo di simpatizzare con lei, non riesco talvolta a giustificare questa mia fiducia, perché lei mi delude spesso. Il governo si oppone al salario minimo, essendo una proposta dell’opposizione, per quei poveracci che non arrivano alla fine delle mese. Lei, invece, è clemente e compiacente con i più benestanti. Quest’anno, approfittando dell’inflazione, i prezzi delle spiagge sono saliti alle stelle dappertutto sui nostri ottomila chilometri di coste. Per caso, gli ha aumentato l’affitto? È l’unico vantaggio anche per le regioni del Sud che sono inzuppate nel mare, private della produzione perché lontane dai centri di consumo. L’unità d’Italia per cui tutti hanno dato il proprio contributo, soprattutto i terroni, non è stata prodiga col meridione. Al tempo degli staterelli – per modo di dire, perché erano stati grandi e opulenti – ognuno costituiva l’entroterra del confinante ed era consumatore ma anche produttore. Oggi è privilegiato il Nord, dove, infatti, risiedono le industrie e la maggior parte della produzione del made in Italy da esportazione. Nessuno da 160 anni ha pensato di compensare questo ingiusto gap. Persino lei, onorevole Premier, che si riempie la bocca di patriottismo, pur ricevendo più voti al Sud, simpatizza con i ricchi che non avrebbero bisogno di protezione. Questo comportamento non è giusto né patriottico. Persino i governatori di Sicilia, Calabria e Basilicata, suoi sodali – perché il Sud è di destra – sono contrari all’autonomia regionale differenziata, che arricchirà ancora di più il lombardo-veneto, e renderà ancora più povero il meridione. Tanto più che persino gli sbarchi penalizzano la Sicilia, soprattutto Lampedusa, da dove, poi, i migranti vengono smistati in tutta l’isola. Le sembra patriottico?
Gli scafisti che sfruttano l’esodo degli africani sono criminali, ma anche coloro che speculano sull’inflazione per aumentare i prezzi e non li abbassano quando l’inflazione scende. È altrettanto criminale chi si arricchisce con l’ospitalità dei profughi che costa pochi euro a individuo ma che lo Stato paga profumatamente come se fossero vacanzieri di lusso. Però, agli scafisti si deve riconoscere l’attenuante di vivere in paesi in cui è difficile campare se non si approfitta di qualsiasi mezzo a disposizione. Non sono da ammirare, ma non meritano nemmeno l’appellativo di trafficanti di esseri umani, perché non trasportano nessuno contro volontà, né lo consegnano poi a qualcuno arrivando in Europa. Il nostro è un uso improprio di vocaboli per trasmettere un falso messaggio. In sostanza, un tentativo di raggirare gli elettori. Non è un sistema liberale degno di una politica di cui potersi fidare. Sono libertà e benessere ad attirare le migrazioni. Durante gli anni d’oro di Augusto, Roma raggiunse più di un milione di abitanti. Mentre dopo la caduta dell’Impero si ridusse di nuovo a 200mila. Se non vuole più sbarchi riduca l’Italia in miseria. Vedrà che non ci saranno più scafisti né migranti. Bisogna trovare un sistema, che non sono i blocchi né i respingimenti che chi scappa dalla guerra e dalla fame sa come aggirare. Sono soldi buttati quelli che lo stupido Faïed ha rifiutato perché ritiene inadeguati ed elemosina. Convinca, cara Signora, la sua amica von der Leyen a riparare i guasti che la colonizzazione ha fatto durante le dominazioni in Africa. Restituisca l’Europa tutto ciò di cui ha privato quella povera gente e vedrà che nessuno più emigrerà perché quelle terre sono ricche di minerali, gas, petrolio e tanti prodotti naturali che ancora oggi gli portiamo via per quattro soldi.
Complimenti sinceri Roberto- specialmente per gli ultimi due tuoi scritti.
Veramente degni di quel grande giornalista che sei sempre stato.
Io ti leggo sempre , ma stavolta hai superato te stesso, e non posso fare a meno di complimentarmi
con te.
Spero che si riesca a venir fuori da questo “impiccio” della Storia.
Ti abbraccio
Pietro(Lonardo)
Ps vivo un po’ appartato perché mia moglie Assunta non sta troppo bene
E necessita di cure dirette che mi assorbono notevolmente…