DIARIO LIBERALE, DOMENICA 8 OTTOBRE 2023
di Roberto Tumbarello
Il Premio Nobel per la Pace a Narges Mohammadi, l’iraniana in carcere da 7 anni, che difende i diritti delle donne – Un’altra ragazza giovane e bellissima, in coma picchiata dalla polizia morale. La differenza tra i nostri bulli che le stuprano e i talebani che le riducono in fin di vita è che a noi le donne piacciono, seppure la violenza denunci un’incipiente impotenza. Mentre a loro, che non si eccitano, importa più il velo. Qualcuno dovrebbe spiegare agli ayatollah qual è il ruolo della donna nel ciclo riproduttivo e ripristinarne la funzione. Anche per evitare il dilagare dell’omosessualità e la conseguente estinzione della genia, che, però, lì è auspicabile.
Giornalista tedesco, accusato da Erdogan di terrorismo e simpatie per il PKK, arrestato in Sardegna – Perde sul suo capo un mandato di cattura internazionale da parte della Turchia che vuole ampliare le sue prigioni con un ulteriore dissidente. Pur essendo stato assolto per ben tre volte da un tribunale tedesco, noi stiamo valutando la possibilità di estradarlo, condannandolo quindi ad almeno 15 anni di prigione che lo aspettano nella dittatura musulmana. Mobilitate tutte le associazioni dell’informazione democratica, ma, con l’imprevedibilità della nostra magistratura, qualsiasi sentenza è possibile. Dovrebbe intervenire la politica.
Da due anni più di cento netturbini a Palermo non lavorano: timbrano il cartellino e vanno a spasso – Noi continuiamo a definirci una nazione per darci arie da grandi. Siamo un Paese senza dignità, che merita le difficoltà che attraversiamo, chiunque ci governi. Non c’entrano destra e sinistra. Siamo ladri e corrotti. Non solo gli assenteisti siciliani che raccolgono i rifiuti, ma tutti coloro che sanno e non parlano: impiegati, dirigenti, capufficio, politici, sindacalisti e gli stessi spazzini che debbono fare il lavoro di chi non c’è. Prestigio e benessere del Paese dipendono soprattutto dai comportamento di cittadini, non solo del governo
Troppe le catastrofi dei pullman, soprattutto per malore dell’autista. Non sono sicuri, meglio evitarli – Era nuovo di zecca ed elettrico quello che faceva da navetta tra un campeggio alla periferia di Mestre e Venezia. È precipitato per 15 metri dalla bretella autostradale dopo avere divelto il guardrail. Sono morti 21 passeggeri, alcuni ustionati, tutti turisti stranieri, tra cui due bambini e un’adolescente. Tra i 14 feriti, 6 sono gravi, altri ricoverati in terapia intensiva. Una tragedia senza spiegazione. È deceduto anche l’autista i cui malori – colpi di sonno, uso del cellulare, ingerenza di alcol e droghe – oggi sconsigliano l’uso del mezzo.
Studente di 17 anni spara a pallini al prof che non lo denuncerà, ma vuole una punizione esemplare – Infatti è espulso per 5 giorni e avrà 5 in condotta al primo trimestre. Il prof di Diritto ed Economia all’Istituto Tecnico Romanazzi di Bari, ha creduto di morire vedendo la pistola puntata al petto. “Non voglio sporcargli la fedina penale, ma la punizione ci vuole perché anche i compagni capiscano che non si può scherzare con i docenti”. La scuola è un luogo sacro che anche i genitori profanano. Se non si ferma la trasgressione si studierà sempre meno e non ci sarà rispetto. Se l’Italia peggiora è perché la scuola è diventata permissiva.
Ho letto che Mara Venier, certo non in condizioni normali, ha invitato Fabrizio Corona a Domenica In – Ero amico del padre, che credo sia morto di crepacuore, e anche dello zio, persone perbene a differenza del figlio. Pare che abbia detto tra l’altro che l’informazione in Italia è corrotta. Come Messina Denaro che non volle il funerale religioso perché la chiesa è corrotta. Corona non ha ucciso nessuno, ma non è persona da ammirare, né da invitare a una trasmissione televisiva così popolare. Per di più, intervistato da una signora che non è capace. Il servizio pubblico dovrebbe essere più saggio e controllare la scelta degli ospiti.
Trecento persone, forse di più, alla presentazione del libro di Diego Maggio alle cantine Pellegrino – Davvero peccato, non esserci. L’avocato marsalese si è affermato come lo scrittore più apprezzato e letto della città. “Della memoria e del disincanto” – Navarro Editore, 127 pag,, 16 € – è il suo ennesimo libro che esalta la Sicilia e i suoi contenuti, non sempre giustamente valutati. Preceduta da una magistrale prefazione di Umberto Lucentini che invoglia la lettura, il libro si snoda in una serie d’intriganti descrizioni che trasmettono emozioni e amore per quel luogo incantato. Molto bello. Vale la pena leggerlo e consigliarlo.