LIBERISMO E “DIRITTISMO”: IL “DOVERE DELLA LIBERTÀ”*
di Pietro Di Muccio de Quattro
L’assolutismo, sia monarchico, sia giacobino, sia bolscevico, sia teocratico è il nemico mortale della libertà. Per quanto possa sorprendere, la concezione della libertà come diritto incomprimibile dell’individuo deve tuttavia quasi tutto all’estremismo rivoluzionario inglese, americano, francese. Eppure, John Acton, lo studioso che forse più di altri insiste sulla libertà come dovere (“Liberty is not the power of doing what we like, but the right of being able to do what we ought”: la libertà non è il potere di fare ciò che desideriamo, ma il diritto di poter fare ciò che dovremmo), giustamente osserva che “la libertà è meno sicura come diritto che come obbligo, perché si può rinunciare a un diritto, non ad un dovere” (Lord Acton, Il liberalismo etico, Roma, 2006, pagina 74).
In Italia il sentimento dell’actoniano ‘dovere della libertà’ è quasi del tutto assente negli individui e nella società. Gli uomini politici sono dominati dall’idea che tanto più sono liberi quanto più riescono ad agire in modo sfrenato ed arbitrario. Scambiano la libertà politica con la libertà assoluta. Ma i politici soggiogati e squassati dai demoni della potenza e del potere sono sempre uomini mediocri e pericolosi, incapaci per carattere e mentalità di concepire la libertà come obbligo morale e dovere giuridico verso la collettività, ma capacissimi di commettere ogni genere di errori ed orrori, perché considerano sé stessi il principale fine delle loro azioni. La storia non ricorda nessuno di costoro nel pantheon dei grandi.
Gli uomini comuni non sono da meno nel pretendere tutto come un diritto. Se no, strillano per lesa libertà. La libertà, da noi, è concepita essenzialmente come rivendicazione per sé e per la propria categoria. Le manifestazioni sono fatte sempre per reclamare un preteso diritto o per difenderlo da una pretesa violazione, mai per migliorare lo svolgimento dei propri compiti o il puntuale assolvimento dei propri obblighi. Predomina una libertà pensata e praticata come esigenza, richiesta, aspettativa, pretesa o, meglio, come pretesto per rivendicare un diritto: il dirittismo. Non come responsabilità, offerta, dedizione. Nessuno ha mai visto sfilare un corteo per i doveri.
Il progressismo, qualunque cosa significhi specificatamente, si identifica con la libertà respinta da Acton. Progressista è chi pretende non solo il diritto di ottenere ciò che desidera ma pure il potere di fare per ottenerlo. Il progressismo è come il somaro con i paraocchi che trascina in tondo la macina. È libero di giravi intorno, ma non di poter fare altro.