ACCOGLIERE CHI FUGGE DA PERSECUZIONI E DA MANCANZA DI LIBERTÀ

ACCOGLIERE CHI FUGGE DA PERSECUZIONI E DA MANCANZA DI LIBERTÀ

di Giuseppe Gullo

Per coincidenza, nel giorno in cui nel mare Egeo si consumava l’immane tragedia che ha causato centinaia di morti, a Roma nella sede della Società Dante Alighieri si teneva un incontro dal titolo “Accogliere”. L’occasione era la presentazione del libro di Andrea Riccardi, Presidente della Società e della Comunità di Sant’Egidio, e di Lucio Caracciolo, Direttore di Limes, che è proprio il titolo del convegno. Con gli autori ne hanno discusso Edith Bruck, ungherese, scrittrice e testimone della Shoah e un giovane giornalista di origini afgane Alidad Shiri, entrambi emigrati in Italia da molti anni.
L’incontro è stato a tratti commovente, in particolare per la testimonianza di Shiri che ha raccontato la sua Odissea che l’ha portato dal  paese d’origine in Italia quando aveva 12 anni, diciott’anni fa. Il suo racconto, detto con parole semplici, riferiva la decisione drammatica di abbandonare l’Afghanistan dopo che erano stati uccisi il padre, la madre e la sorella. La sua vita era in pericolo in quanto gli avversari politici del padre, che era stato Governatore di una regione di quel tormentato Paese, non si sarebbero fermati fino a quando anche un solo membro della sua famiglia fosse stato in vita. Fuggì per questa ragione in Pakistan presso parenti, ma dopo poco tempo i suoi stessi zii gli dissero di scappare perché neppure lì era al sicuro. Per 900 dollari dati a un trafficante, riuscì ad arrivare in Iran, dove viveva clandestinamente non avendo documenti e non potendo chiedere asilo. Lavorava di notte per raccogliere quanto necessario per raggiungere Istanbul e da lì la Grecia e poi l’Italia. Proprio la rotta che avrebbero dovuto fare gli sventurati naufraghi morti qualche giorno fa. Tra mille pericoli e sacrifici enormi, col continuo rischio di morire, nascosto sotto un tir, riuscì a raggiungere Venezia. Fu accolto, ebbe la possibilità di studiare e oggi vive a Bolzano ed è pienamente integrato nella nostra società. E’ stato testimone della generosità e della solidarietà dei cittadini di Cutro in occasione del naufragio al largo delle coste calabresi nel quale era coinvolto un suo parente. Ha reso una testimonianza molto sentita e riconoscente di tutta la sua esperienza drammatica che è la prova che l’integrazione è possibile se si ha buon senso e il giusto spirito.
Riccardi, cattolico militante, nel libro ha ricordato il racconto, riportato nella Genesi, di Abramo che, avendo visto avvicinarsi alla propria casa tre forestieri, pur timoroso, decise di accoglierli e disse alla moglie di preparare cibo e bevande in loro onore. Questo gesto venne premiato da Dio che consentì a lui e alla moglie, benché anziani, di concepire Isacco che fu poi protagonista di uno degli episodi più conosciuti della tradizione cristiana.  L’accoglienza, nel racconto evangelico, produce fecondità, crea nuova vita, non solo riconoscenza. Accogliere, in questo senso, non è solo ricevere  ma è molto di più, è la disponibilità ad aprire la porta di casa ma anche della propria conoscenza, dei valori della civiltà di cui si è espressione per trasmetterla ad altri, e disponibilità a ricevere quella altrui.
Lucio Caracciolo,  uno dei maggiori esperti di geopolitica in Europa, da laico ha sottolineato la necessità per un Paese di anziani di avere forze nuove. L’età media in Italia è oggi di 46 anni e sarà di 50 entro un biennio. Il calo demografico sembra inarrestabile per cui la sola possibilità di affrontare il declino è l’accoglienza nel senso pieno di cui abbiamo detto.
L’esperienza di Shiri è emblematica. Un ragazzino di 12 anni sfida la morte e ogni tipo di pericolo e sofferenza per avere la possibilità di vivere e costruirsi un avvenire dignitoso. E’ una lezione chiara. Se in un piatto della bilancia c’è il pericolo per la propria vita ma anche schiavitù, persecuzione, mancanza di libertà, guerra e degrado civile, e sull’altro il pericolo di morire e la speranza di vivere una vita migliore, nessuno avrà dubbi e sfiderà mille volte il pericolo, il mare in tempesta e il rischio di essere catturato. Il ricco e vecchio Occidente resterà a guardare?
I laici insieme ai cattolici debbono assumere questo impegno come prioritario ed essenziale, vero discrimine tra chi ha una visione aperta del mondo e delle culture che in esso vivono e si trasmettono, e chi crede che tutto si risolva entro confini che prima di essere fisici sono culturali e mentali.

 

Fonte Foto: Wikimedia CommonsEuku

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