Un Paese può risolvere i problemi dimenticandoli?

Un Paese può risolvere i problemi dimenticandoli?

di Roberto Tumbarello

Per burlarsi del sindacato e dei lavoratori, il Consiglio dei Ministri fu convocato il Primo maggio. Invece, in occasione dei problemi causati dall’alluvione sulla costa adriatica, forse addirittura un tifone mediterraneo, leggermente meno distruttivo di quelli tropicali, ma gravissimo – 15 morti, alcuni dispersi, 20 mila sfollati, 100 comuni coinvolti e danni per diverse decine di miliardi di euro – non c’è stata la stessa premura. Volontari da ogni parte d’Europa, invece, si sono precipitati per spalare il fango e aiutare la gente che non può uscire di casa. Ma nessun membro del governo per qualche giorno.
I problemi dovuti all’emergenza
Innumerevoli le difficoltà, dall’acqua potabile al cibo, dai farmaci alla corrente elettrica e alla tutela degli animali. Carabinieri eroici portano da mangiare in canoa o in gommone, ma anche a nuoto, a casa degli anziani e disabili. Anche gli ospedali sono allagati e i pazienti trasferiti. In prima linea i giovani che imbrattano i monumenti di vernice lavabile per richiamare l’attenzione proprio sui problemi del clima e dell’ambiente. Ma sono stati denunciati e forse subiranno un processo, intanto non pochi farabutti rubano e truffano indisturbati.
I problemi si affrontano dopo?
Il governo ha atteso il ritorno della Premier da Hiroshima. per riunirsi, con comodo, solo martedì scorso. Non poteva la Premier anticipare o andare al G7 dopo una visita agli alluvionati? Il 15 maggio, quando il ciclone si abbatté sulla Romagna era a Reykjavík, in Islanda, per il summit del Consiglio d’Europa. Qualunque altro capo di governo, sarebbe tornato subito in patria per proseguire l’indomani per il Giappone. Tanto il G7 cominciava il 19 maggio. Però, bisogna riconoscere una generosità inconsueta. Sono stati destinati due miliardi per l’emergenza alle popolazioni e i disastri che le acque hanno causato alle coltivazioni distruggendole per diversi anni.
I problemi da risolvere a emergenza finita
Poi ci saranno altri stanziamenti per la ricostruzione. Anzi, con grande liberalità, la Premier propose la nomina del Governatore Bonaccini come Commissario straordinario alla ricostruzione e quindi alla gestione del denaro che sarà necessariamente copioso. Ma Salvini si è opposto. Vuole uno dei suoi. Non si rende conto che questi atti prima o poi si pagano in termini di voti. Gli elettori non amano tali accanimenti.
Non è la prima volta che il Paese si scorda dei problemi
Si ricorda ancora un caso d’insensibilità governativa per la tragedia del Cermis, quando, il 3 febbraio 1998, quattro aviatori di stanza alla base militare USA di Aviano (Pordenone) si divertivano, incoscienti, a volare a bassa quota sotto la funivia. In uno dei passaggi ne tranciarono i cavi facendo precipitare la cabina e causando la morte dei venti passeggeri. Quel giorno D’Alema, allora Presidente del Consiglio, era appena partito per Washington per incontrare Clinton. Anziché tornare indietro per partecipare al lutto che aveva colpito l’intero paese, proseguì indifferente per gli Stati Uniti.
Se ci si dimentica di risolvere i problemi e si pensa ad altro
La tragedia, che si è abbattuta sulla Romagna e che, col cambiamento climatico in corso, purtroppo non si preannuncia isolata, sollecita interventi strutturali che si sarebbero dovuti fare già da tanto tempo per risparmiare tante vittime e disastri, essendo il dissesto del territorio un atavico male italiano. È criminale non mettere in sesto tante zone devastate e prive di protezioni dai continui rischi idrogeologici, non solo in Romagna, ma in tutta l’Italia. Non se ne parla mai, neppure approfittando del PNRR, che dovrebbe servire per costruire (forse) un inutile Ponte sullo Stretto, che serve solo per propaganda elettorale. Qualsiasi contributo governativo servirà per curare qualche ferita, ma non il male.
Meglio sorvolare sui guai che affrontare i problemi
Siamo in ritardo su tutto. Gli universitari fuori sede continuano a dormire nelle tende come barboni, ma non si parla più del caro affitti. Non perché sia stato risolto. Lo abbiamo dimenticato, come qualsiasi altro problema. Nel frattempo ne sono intervenuti altri, che cancellano dalla memoria tutti i precedenti. Si dimenticherà anche il tifone che ha distrutto la Romagna, come quelli di Casamicciola di Ischia, di Genova e di tanti altri disastri. Siamo fatti così e non possiamo cambiare. Pur sapendo che ne arriveranno altri, che morirà tanta altra povera gente, che l’economia della zona ne soffrirà, non faremo nulla oltre a curare le ferite. Ma non siamo cattivi. Ecco perché ci descrivono come Italiani brava gente. Però, si sorvola su tutti i nostri guai che risolviamo dimenticandoli.
Oltre a non affrontare i problemi, ne creiamo da soli altri
Persino del PNRR, che doveva portare in Italia centinaia di miliardi, non si parla più. Anzi, se ne parla come un peso, anziché come una risorsa. “Se è così complicato – dicono quelli della Lega – meglio rifiutare una parte dei 210 miliardi che ci sono stati assegnati”. Dovrebbe essere il paese con più geologi al modo. In effetti, ce ne sono tanti, ma la maggior parte trova lavoro come impiegati in aziende private di vario tipo, ma non per progetti idrogeologici.
I problemi si affrontano con responsabilità
Fioccano le critiche. Leggo da più parti che persino la seconda rata di 19 miliardi ci sarà forse negata perché non sappiamo fare i progetti. Ai rapporti con l’Europa sono addetti ministri e funzionari che non parlano né inglese né francese, quindi le incomprensioni che le traduzioni degli interpreti comportano causano gravi lentezze e ritardi. Mentre i fiumi straripano e il paese frana alle prime piogge. Non può continuare così. Prima o poi dovrà pur intromettersi chi ci mostrerà con quale dignità si rappresenta il popolo e le responsabilità che, oltre al potere, si assumono.
Un uomo solo non può risolvere tutti i problemi
Siamo sicuri che il Ministro Fitto sia adeguato in un dicastero multiplo che dovrebbe essere affidato a più di un ministro e tutti super bravi? Fitto è figlio di un galantuomo che stava salendo di apprezzamento nella nomenclatura democristiana, ma morì giovane. Non è detto che il figlio – aggregato anche lui alla DC e al Partito Popolare, poi a Forza Italia e infine a Fratelli d’Italia, strano che non sia passato anche dal PD –  sia altrettanto qualificato. Basta con coloro che hanno diritto. Se vogliamo davvero dimostrare che siamo migliori della sinistra dobbiamo schierare i migliori. Se non ne abbiamo, facciamoli venire dall’estero, come i direttori dei musei e i calciatori.
Ma si! Creiamo altri problemi!
L’elezione dell’onorevole Chiara Colosimo, 36 anni, definita molto meloniana, a presidente della Commissione Antimafia è stata considerata un insulto alle vittime di terrorismo, Una recente inchiesta televisiva di Report la descrive come amica di Luigi Ciavardini, terrorista dei NAR, gruppo eversivo di ispirazione neofascista. Non conosco il rapporto che la neo presidente ha avuto col terrorista. Ma sono certo che non è stato di complicità.
I problemi, così come le decisioni, è bene affrontarli insieme
Ritengo, però, che sarebbe stato più saggio per l’elezione a una carica istituzionale così importante cercare una più vasta intesa con le opposizioni, che ne erano disposte. Non chiedevano l’elezione di uno dei loro, ma un presidente di destra senza sospetti di conoscenze equivoche. Perché non accontentarle dopo avere continuamente invocato la pacificazione nazionale? Perché incaponirsi su una giovane neo deputata inesperta, anziché mantenere la tradizione di eleggere un giurista con l’approvazione di tutti?
Il potere non è solo spartizione
Stiamo attraversando un periodo infausto, come se la politica fosse affetta da un morbo che ne fa impazzire le cellule e ne altera le funzioni. Non un cancro, che, almeno, sarebbe letale, ma un morbo cerebrale che travisa obiettivi e traguardi, che potenzia soprattutto l’egoismo, la presunzione, l’arroganza e che legalizza incompetenza, malafede, corruzione, disonestà, ignoranza e cattiveria. Sembra che ognuno, di destra e di sinistra, nessuno escluso – chi non fa parte di una casta non è ammesso al gioco – rappresenti un gruppo sanguigno deviato.
Chi arriva a certi livelli deve sapere affrontare i problemi, non cercare solo il potere
Chi vince le elezioni crede che l’obiettivo sia il potere, che, ormai raggiunto, dà diritto alla legittima spartizione del bottino, non tra i migliori, che sarebbe normale, ma tra chi ha fatto parte dell’arrembaggio – pochi bravi ma pure molti incapaci – con la medesima ambizione e lo stesso merito. Nessuno si chiede come mai improvvisamente si sia moltiplicato il numero di chi si spaccia per correligionario, seppure proveniente da schieramenti dissolti. Molti sono vecchie cariatidi che non trovavano più posto altrove, qualcuno persino arteriosclerotico che diventa icona di riferimento. Sono diventati tutti da un giorno all’altro di destra.
Chi perde crede di avere ugualmente diritto a una fetta di potere e non lo cerca facendo opposizione alla maggioranza, che è il suo compito precipuo, ma agli altri sconfitti. È la solita guerra tra poveri, miserabili perdenti senza dignità che si credono furbi e si accontentano di apparire a spese di chi dovrebbe essere alleato. È il male del momento che nessuno ritiene necessario curare perché, come la droga, è apparentemente benefico e risolleva il morale, ma poi uccide.
I problemi li creano anche i voltagabbana
Allora, anziché andare a scuola di politica, chiunque, soprattutto chi non ha arte né parte e non saprebbe come sbarcare il lunario, cambia gabbana e sale sul carro del vincitore, che, non più geloso della propria identità, lo lascia salire. Non si rende conto, perché l’ignoranza gli impedisce di analizzare la storia, che la sterminata genia di transfughi si aggrappa a qualsiasi potere. Ma poi, essendo come le sabbie mobili, è causa di distruzione e di morte. Per questi motivi è crollata persino la Democrazia Cristiana. Poi anche Craxi, che sembrava immortale, e il suo partito sedicente socialista. Mentre Renzi, che si credeva il padrone del mondo, adesso è quotato al 2%.
All’arrembaggio
La colpa è di una zavorra che si aggrappa a chiunque vada al potere in cerca di favori per poi farlo colare a picco. Persino Lega e Forza Italia, aumentando gli ammiratori interessati, si sono ridotti al lumicino. Nessuno si rende conto che è necessario un ricambio dei vecchi tromboni. Berlusconi è durato trent’anni, seppure diminuendo sempre più il proprio potere, per la forza mediatica che non ha paragone nel mondo e per la sua ricchezza, anche questa senza uguale altrove tra i politici.
I problemi di un popolo che non ci crede più
Conte, che è stato un buon amministratore, ma è negato per la politica, anziché cecare di imparare, vuole anche lui subito la sua porzione di visibilità e successo. Siccome non sa trovarla facendo opposizione al governo, la fa al PD perché gli viene più facile e si parla ugualmente di lui. Ma i voti si assottigliano a ogni elezione perché gli elettori ritengono inutile la presenza di un partito che non è in maggioranza e neppure all’opposizione. Comunque, da come stanno andando le cose, anche lui troverà la propria convenienza. Perché chiunque entri in politica beneficia di qualche briciola che cade dalla tavola di chi banchetta.
E se i problemi nascono da chi non è capace?
Di Maio diventa ambasciatore dell’Unione Europea nel Golfo Persico, Bonafede entra a far parte del Consiglio Superiore della Magistratura Tributaria. Taverna e Crimi sono consiglieri del movimento e godono di un sostanzioso emolumento annuo. Molti ex parlamentari che non hanno potuto candidarsi per la legge norma interna che nel M5S impone solo due mandati, hanno messo in lista mariti, mogli, familiari e parenti stretti che sono diventati deputati e senatori al loro posto. Grillo ha un notevole stipendio come guru. Casaleggio, senza altro merito che essere erede del fondatore, racimola ancora qualcosa dalla gestione dell’inutile Piattaforma Rousseau. Solo Di Battista, povero ragazzo, che non è il peggiore, è rimasto a piedi. Ma, se persiste nell’unica attività che è consentita a chi non sa fare niente, prima o poi qualcosa spetterà anche a lui.
Facciamo un esempio tra i tanti problemi della politica del Bel Paese
Grazie all’amicizia dabbenaggine di un editore, Renzi ha trovato il modo di gestire un giornale, attività molto complicata anche per chi è del mestiere, figuriamoci per chi s’improvvisa giornalista. Ma la sua vera vocazione, in cui è imbattibile, è burlarsi di chi ancora crede in lui, come il malcapitato Calenda, che Renzi promosse ministro e al quale ora scippa parlamentari e dirigenti del cosiddetto partito del terzo polo. Anche lui per incapacità e improvvisazione, ha trovato per emergere un nemico negli innocui 5 Stelle, quindi non è all’opposizione e neppure nella maggioranza in cui brama di entrare, ma che non ha bisogno di lui, se non quando mancano voti di disertori. Come quando Berlusconi rifiutò i voti di Forza Italia a La Russa per diventare presidente del Senato. Glieli diedero Renzi e Calenda.
Una vedova per il Terzo Polo
A perorare la tregua tra i due partiti sedicenti di centro interviene ora la vedova Moratti che, constatando il fallimento del loro progetto di unificazione, si dice disposta a rilanciare il Terzo Polo, a condizione che Renzi rinunci a esserne il leader. Lui ovviamente ha finto di accettare. L’idea consiste nel creare una federazione di centro che può collaborare sia con la sinistra che con la destra. In realtà, in vista dell’avvicinarsi del pensionamento di Berlusconi, tutti e tre mirano alla successione e impadronirsi di Forza Italia. Ma fanno i conti senza il padrone e soprattutto senza gli elettori. Ma a che serve il centro o il terzo polo in un sistema di legge elettorale maggioritaria? Oggi in Italia non si deve essere di destra o di sinistra?
I problemi di Berlusconi e di un centro che fatica a imporsi
Sembra che Berlusconi intenda riformare il partito. Si spera che cambi le persone. Pare, però, che abbia messo gli occhi su Renzi, che del resto è una sua creatura, anche se poi ha finto di essere di sinistra. Renzi è qualsiasi cosa gli convenga. Strano che un uomo come Berlusconi, dall’intelligenza e anche della furbizia sopraffina, si fidi ancora di lui. Geniale usarlo per ridurre il PD dal 40% a meno della metà, ma non per prenderselo in casa. Purtroppo, onorevole Premier, l’eventuale ingenuità senile del suo augusto alleato sarebbe un grosso problema che ricadrebbe su di lei e sull’intera maggioranza. Renzi non è accomodante come Tajani. Strano che quest’uomo così geniale che da trent’anni condiziona il potere in Italia, non abbia capito l’imprevedibilità di questo strano personaggio della politica dalla vanità compulsiva, il cui unico obiettivo è di emergere sempre su tutti. Si potrà mai rivoltare come una calzetta il Paese che affonda in deliri di onnipotenza quando la palude dell’ignoranza e dell’incapacità è proprio nella politica?
Basta a volte un aneddoto per spiegare cosa fare davanti ai problemi
A riprova della necessità di cambiare i personaggi usurati, vi racconto un aneddoto, forse un po’ volgare ma esplicativo, che non vi scandalizzerà. Spero che qualcuno lo trasmetta a Berlusconi. Un signore che eredita una cospicua somma di denaro, la investe in un titolo di Borsa sperando di moltiplicarlo. Qualche anno dopo, all’assemblea generale degli azionisti, apprende che la quotazione è in affanno. Ma né a lui, che ha un’idea da proporre all’assemblea, né ad altri soci, è consentito intromettersi mentre il Board è concentrato sulla crisi. Arriva finalmente la sua possibilità di intervenire quando ormai il fallimento è alle porte. “Da anni cerco di dirvi – rivolto al CdA – che mia zia, da cui ereditai i soldi che investii in questo titolo, era tenutaria di un casino. E ricordo che quando gli affari andavano male, non spostava i mobili come avete fatto voi, cambiava le escort con ragazze più carine”.
Ma chi è di sinistra può dire una cosa di sinistra?
Anche chi critica la Schlein per una politica troppo di sinistra – gli stessi che prima accusavano un PD che non diceva nulla di sinistra – è in cerca di visibilità e forse anche di qualcos’altro. Sono comprensibili le dimissioni di Fioroni, per dare un segnale della sua sopravvivenza, e di Marcucci, che è creatura di Renzi ma non più parlamentare. Come, invece, Borghi, uno dei senatori renziani che sono rimasti nel PD e che Letta ha incautamente candidato, non rendendosi conto di quanti infiltrati ci sono ancora nel partito. Era prevedibile che prima o poi raggiungesse il suo mentore.
Problemi in vista giorno dopo giorno
Il prossimo aspirante a ricevere una fregatura da Renzi è Lupi che lo ha invitato ad aggregarsi al suo partito,  Noi con l’Italia, o piuttosto con Berlusconi grazie al quale esistono. Non si capisce, invece, il comportamento di Cottarelli, che, economista di tutto rispetto, lascia il PD e anche il Senato perché non è d’accordo con la politica della nuova segretaria che è distante dalle sue idee. Qual è la vera ragione? Non si può lasciare il partito in cui si è appena stati eletti perché si dice che la Schlein sia troppo di sinistra. Io non ho una particolare simpatia per la ragazza, ma mi chiedo perché debba essere edulcorata l’opposizione a un governo di destra. Cottarelli era dalla parte dello sconfitto Bonaccini che è un post comunista. La segretaria è ancora più massimalista? Si può essere ancora più di sinistra di un ex comunista?
La contestazione è un pilastro della democrazia
Avevamo detto che in sua assenza, mentre è all’estero a rappresentare l’Italia e il governo, gentile Premier, non si dovevano fare dichiarazioni imbarazzanti. Ma è più forte di loro. Persino la Montaruli, che dovrebbe stare zitta almeno finché non si dimentichi la recente condanna definitiva a un anno e sette mesi di reclusione per spese personali e da lei attribuite a fini istituzionali. Ora accusa il direttore della Fiera del Libro di Torino di rubare lo stipendio perché non ha messo a tacere chi protestava contro la ministra Roccella. È il bue che dà del cornuto all’asino. Tanto da essere sostituita da sottosegretaria. E osa criticare un galantuomo. La ministra, che era radicale, non ricorda che la contestazione è uno dei pilastri della democrazia? Come protestava lei, gentile Signora, quand’era all’opposizione? Se n’è dimenticata?
Bisogna anche saper dire “basta” per evitare problemi.
È il caso di Mattarella che zittisce Lollobrigida. Il cognato Lollobrigida, che, come ministro dell’Agricoltura avrebbe tanto lavoro da fare, continua, invece, a consultare internet in cerca d’ispirazione. La sua ultima scoperta è che Alessandro Manzoni sosteneva la famiglia tradizionale. Certo, siamo nell’800, quando le coppie sfornavano figli in quantità, l’omosessualità era considerata una malattia e un grave reato, la scienza aveva fatto pochi e stentati passi. Non si abortiva perché non si sapeva neppure come farlo, né si divorziava. A Roma e sul vasto Stato Pontificio regnavano i papi. Erano altri tempi. È dovuto infine intervenire il Presidente Mattarella per dire “Basta parlare di etnia”.
I problemi che si nascondono
Manzoni, cui spettava il titolo di Don e di Sua Signoria, aveva nove figli. Adesso fa famiglia tradizionale ne ha perlopiù uno, come la Premier e tanti altri. Lollobrigida, che ha due figlie, è un benemerito. È normale che dopo due secoli e mezzo ci siano variazioni sociali. Certo, la famiglia costituita da un uomo e una donna rimane la più frequente, ma nel frattempo libertà e diritti umani hanno consentito anche a chi non è in grado di procreare di essere genitore. È una conquista cui non dobbiamo rinunciare perché i gay in casa, caro ministro, ce li hanno tutti, anche chi li disprezza.
Almeno moderiamo i termini
Sono d’accordo nel considerare reato l’utero in affitto. Come tutti i mercimoni è una pratica disgustosa. Però, non bisogna esagerare nell’assegnazione della tipologia in cui la maggioranza tenta di inserirlo. Reato Universale è il genocidio come l’olocausto, la tortura, la schiavitù. l’uccisione di un essere umano, non la maternità surrogata che, alla fin fine prevede la nascita di una creatura, che non deve rappresentare un frutto del peccato e i cui diritti debbono comunque essere tutelati. Basta una contravvenzione.
Potrebbe esserci una sorpresa
Che lei sappia, onorevole Premier, per caso Berlusconi si è sposato? Ha notato che da un po’ di tempo porta la fede e chiama mia moglie l‘on. Fascina? Potrebbero avere messo in scena un finto matrimonio per nascondere quello vero. Da quell’uomo funambolico c’è da aspettarsi di tutto. È imprevedibile e geniale, per di più molto generoso. Ecco perché forse lui comincia a preparare i figli dalla sorpresa che un giorno probabilmente avranno.

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