NESSUNO È COSÌ STUPIDO DA RINUNCIARE ALLA DEMOCRAZIA

NESSUNO È COSÌ STUPIDO DA RINUNCIARE ALLA DEMOCRAZIA

di Roberto Tumbarello

Nessuno è così stupido da rinunciare alla democrazia. E’ vero. L’Italia è un paese ignorante, violento e corrotto. Si legge ogni giorno persino di educatori e magistrati sotto inchiesta o addirittura arrestati. Professionisti che dovrebbero dare l’esempio e che spesso godono di congrue retribuzioni. La disonestà è frutto soprattutto dell’assenza di cultura sociale. Il governo, però, non interviene perché ha come solo obiettivo il mantenimento di un alto consenso.
Solo uno stupido rinuncerebbe alle comodità
Ecco perché la Premier auspica giustamente di dare lavoro alle donne: “Ma che siano italiane”. Non ha ancora capito che le nostre non accettano qualsiasi occupazione. Ce ne sarebbe per tutte e in abbondanza. A cominciare da più di un milione e mezzo di badanti. Sono rumene, filippine, ucraine, ecuadoriane e peruviane, provvidenziali per l’assistenza dei nostri anziani che le preferirebbero ovviamente italiane, ma non se ne trovano. Se a tempo pieno, guadagnano circa 900 euro al mese. Più della metà – quelle che non sono in regola col permesso di soggiorno – lavorano in nero. Straniere sono anche oltre due milioni di colf. Ma qual è l’italiana che oggi si abbassa a fare la cameriera? Sono lavori usuranti e degradanti cui le nostre donne non sono più interessate. Ormai cambiano l’auto quando la vecchia è ancora nuova. Hanno il cellulare di ultima generazione. Sono abbonate a tutte le Pay Tv per vedere i film e le serie più nuove.
Più figli, ma non bastano le mamme. Non è così stupido come pensiero, ma forse Giorgetti non ha tutti i torti
L’Italia è un paese ricco. La Premier le incita a mettere al mondo figli. Come se bastasse incitarle. Inoltre, non sarebbe facile conciliare il lavoro con la gravidanza. È più saggia la proposta di Giorgetti di detassare le famiglie in cui ci sono più di due figli. E magari di ampliare la rete degli asili. E – perché no? – mandare in galera chi licenzia una dipendente perché incinta. Se si vogliono davvero incentivare le nascite bisogna coinvolgere tutta la società, non affidare il compito solo alle donne, che per questa funzione, necessitano di una particolare assistenza che, dal ventennio fascista è sempre mancata. Neppure la nostra saggia Premier ha dato l’esempio. Invece, il Duce fu più solerte, ne mise al mondo parecchi. Dalla moglie, Donna Rachele Guidi, ebbe cinque figli, altri due dalle relazioni con la sarta Angela Cacciati e con l’estetista Irene Dalser. E chissà quanti altri da incontri occasionali. Era un uomo prolifico in tutti i sensi.
Un milione di posti liberi. Chi è lo stupido che ci rinuncerebbe? Ma almeno la cultura…
Nell’industria e nella pubblica amministrazione ci sono più di un milione di posti liberi, che non si riesce a colmare. Soprattutto nel settore del turismo. Non si trova il personale adeguato. Purtroppo gli italiani – non solo le donne – sono diventati esigenti. Vogliono il lavoro sotto casa per recarcisi a piedi. Con l’auto, poi, non si trova dove parcheggiare. Avere il week end libero, perché ci sono le partire di calcio alla TV. Almeno un giorno la settimana si deve dedicare al calcetto e agli amici. Non vogliono la sveglia troppo presto, né un’attività che finisca troppo tardi la sera. Per di più c’è soprattutto una carenza di preparazione. Per occupare certi posti bisogna avere una formazione o un titolo di studio. Il governo crede di potere risolvere annullando il reddito di cittadinanza, invece il problema è culturale.
È stato istituito un ministero apposito, ma non si vede alcun progetto di immissione di cultura. Eppure il ministro, brillante giornalista, è uomo di capacità notevoli. Da qualche mese i gravi problemi dell’Italia sono gli emigranti, gli orsi nei boschi e l‘evasione del trafficante russo di cui gli americani richiedevano l’estradizione prima che evadesse per negligenza dei giudici che gli concessero gli arresti domiciliari. Il ministro della Giustizia Nordio, che ce l’ha con i suoi ex colleghi, intende punire tre magistrati milanesi, nonostante la loro indipendenza di giudizio. Diamo in pasto all’opinione pubblica questi argomenti perché si dimentichino di quelli veri e più gravi, che non si dibattono perché riguardano la salute, il lavoro, la violenza, la corruzione, la protezione delle categorie più deboli, il futuro dei giovani, la droga, la povertà, l’assenza di rispetto e cultura, e tanti altri problemi che non sappiamo risolvere.
Di Maio non era certo uno stupido; era il meglio e non combinerà guai
L’Italia è uno dei paesi più ignoranti d’Europa. Assieme a una ristretta schiera di studiosi che sono richiesti e contesi ovunque nel mondo, c’è una prateria di persone che non capisce quello che legge. Piuttosto che per gli sbarchi di migranti il governo dovrebbe invocare lo stato d’emergenza per la corruzione dilagante, che è più pericolosa e sta trascinando il Paese sempre più in basso. Un tempo paese di eroi, poeti, santi e navigatori, oggi lo siamo di ladri, violenti e vigliacchi. In Parlamento, 30 anni fa, Craxi disse “Rubano tutti”. Dopo un breve periodo di tregua, durante Tangentopoli, si ricominciò peggio di prima. E la situazione è sempre più grave.
Certo, l’immigrazione è un problema non da poco perché, con la situazione precaria in Africa e Medioriente, l’esodo è in continuo aumento e raggiungerà quote altissime. Non si può più arginare la fuga dalla miseria e dalle guerre civili. Non basta coinvolgere l’Europa per risolverlo perché i profughi, che noi chiamiamo clandestini, arriveranno in numero sempre crescente e neppure l’Europa saprà dove metterli. Purtroppo la colpa è nostra, cioè dell’occidente, che ha eliminato Saddam, Ben Ali, Gheddafi e Mubarak, che erano per certi aspetti i baluardi della nostra civiltà, aprendo la strada del potere ai fratelli musulmani e alla carestia che è succeduta.
Noi ci sorprendiamo della nomina di Di Maio
Non ne abbiamo di migliori, che, anzi, combinano tanti guai. Meglio, forse, i mediocri, che, almeno, non prendono decisioni. Non dimentichiamo che i grossi problemi sono cominciati dal suggerimento di Tony Blair a Bush jr. di invadere l’Iraq dove Saddam Hussein nascondeva armi chimiche. Non era vero, infatti non se ne trovarono. In quel momento Blair rappresentava il top dell’intellighentia europea. È certo che Di Maio come rappresentante dell’Unione Europea nei paesi del Golfo combinerà molti meno guai di lui. Del resto era il migliore dei quattro pretendenti. Figuriamoci che dovevano essere il cipriota, il greco e lo slovacco. Non ci sono tanti uomini e donne su cui l’Europa può contare. Almeno Di Maio è italiano, un ragazzo del Sud svogliato ma astuto, che sa introdursi. Ieri ministro degli Esteri – forse un’ambizione un po’ esagerata – e oggi ambasciatore europeo. Anziché indignarci per la sua nomina dovremmo preoccuparci per il livello in cui sono precipitati l’UE e i vertici che nominano personaggi mediocri come Di Maio.
Chi fugge conosce i rischi che corre. E’ stupido cercare soluzioni estreme che non servono
“Aiutiamoli a casa loro” è come dire che “Dio ce la mandi buona”. È la soluzione giusta ma non va intesa con l’invio di soldi che finiscono in armamenti o nelle tasche dei governanti e neppure un soldo alla povera gente. Se l’Europa – non l’Italia da sola – è decisa davvero a risolvere il problema, che si fa pressante, deve fare l’operazione inversa alla colonizzazione dei secoli scorsi che ridusse l’Africa nelle condizioni in cui è ancora oggi. Non è stata sufficiente l’indipendenza. Ci vuole educazione e cultura, e anche molto tempo, forse tre o quattro generazioni. Ma prima si comincia, meglio è. Quelli che hanno avuto l’opportunità di studiare a Harvard, a Eton o alla Sorbona se ne vanno e svuotano quei paesi delle migliori opportunità. Come accade al nostro Sud, da dove la maggior parte di coloro che studiano ed emergono, poi emigrano. Non ci sono altre soluzioni.
Sono inutili le strette sui migranti, come i decreti Salvini, cioè bloccare i porti, punire i soccorritori, togliere la protezione speciale, ergastolo per gli scafisti. Quella povera gente è esasperata e affronta la morte nelle traversate pur di raggiungere un paese libero. Nessuno può fermarli. È inutile chiedergli se sanno a quali pericoli vanno incontro. Lo sanno benissimo. Siamo noi a non immaginare la vita che conducono nei paesi dai quali fuggono. È una vita alla quale preferiscono la morte. Che, infatti, arriva per molti di loro. Più della metà sono vittime di naufragi e annegano nel Mediterraneo. Se fossero derrate o animali ci preoccuperemmo. Invece, temiamo la sostituzione etnica e istituiamo punizioni per chi cerca di salvarne. Capisco il razzismo – lo siamo anche con i meridionali – ma non la crudeltà.
Non si può stare sempre in campagna elettorale
Le elezioni sono garanzia di democrazia. Finché si vota vuol dire che chi governa si rimette in gioco e consente agli italiani di decidere da chi vogliono essere governati o amministrati. Speriamo che questa consuetudine duri il più a lungo possibile. Però, da noi si vota troppo spesso. Nessun governo si è mai deciso di fissare un election day, come in tutti gli altri paesi democratici. Quindi, siamo sempre in campagna elettorale con promesse improbabili, menzogne, insulti, polemiche e dispetti. Siamo quasi a maggio e abbiamo già votato per le regionali in Lazio e Lombardia, qualche giorno fa in Friuli. Tra due settimane voteremo per rinnovare consigli comunali nelle regioni a statuto ordinario, nel 2024 per il parlamento europeo. In un paese come il nostro, sempre alle prese con problemi di bilancio, si risparmia sulla sanità pubblica e non, invece, su spese che si potrebbero concentrare ottenendo il medesimo risultato di garanzia costituzionale, senza doverci indebitare.
In democrazia non è stupido cercare i soldi da chi li ha
Non deve preoccuparsi, onorevole Signora, se aumenta continuamente il debito pubblico perché il risparmio degli italiani, che piangono sempre miseria, ammonta a molto più del doppio. Quindi, vista la fiducia che tutti abbiamo in lei, non le sarà difficile convincere chi ne ha le possibilità di acquistare parte del debito. Così, anziché alle banche straniere, si pagheranno gli interessi ai cittadini in modo che i soldi rimangano in Italia. Inoltre, le agenzie di rating ci considereranno più solvibili e magari suggeriranno agli investitori stranieri di fare affluire da noi i loro capitali. Così aumenterà il PIL, oltre che i servizi per i cittadini, soprattutto nel settore della sanità che tutti i governi sacrificano. Pazienza per quella privata che dovrà accontentarsi di pazienti benestanti.
E’ stupido approfittare del potere per essere arroganti
È così che si ottiene il consenso degli elettori, non cercando sempre di giustificare gli errori che si commettono. Però, se lei, gentile Signora, vuole davvero una pacificazione nazionale, che l’aiuterebbe a governare meglio perché più serenamente, non può abusare della sua maggioranza, né demolire tutto ciò che è stato fatto prima di lei e neppure dare la colpa di ciò che lei non sa fare a chi l’ha preceduta. Come il PNRR, il cui ritardo non può non essere causato da inefficienza del suo governo. Non debbono pacificare solo gli avversari. Lei forse se ne rende conto. Ma i suoi alleati sono avidi di successo per colmare il vuoto dei voti perduti, che difficilmente si recuperano. Adesso Calderoli, che al ballottaggio ha perso il sindaco di Udine, da tempo leghista, vuole abolire il doppio turno e ridurre le elezioni amministrative a una sola votazione. È un atto di arroganza e prepotenza, che giustificherebbe poi qualsiasi reazione delle opposizioni, anche inconsulta, come del resto è il progetto della Lega. Non bisogna tirare troppo la corda, che prima o poi si spezza.
Negli USA dire bugie costa caro
Mentre la magistratura americana continua a indagare sull’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump convinti che l’elezione di Biden sia stata sottratta al loro beniamino, arriva una sentenza della corte di Wellington (Delaware) che fa chiarezza sulla teoria cospirativa nelle presidenziali del 2020. La Fox TV di Murdoch, principale megafono di Trump, accusava Dominion Voting Systems, il software canadese che produce sistemi per il conteggio delle schede al centro delle accuse di brogli, di avere facilitato, falsificando i dati, l’elezione di Biden. Mentre stava per cominciare il processo il giudice ha annunciato l’accordo tra le parti. La Fox riconosce che le elezioni sono state regolari e risarcisce la Dominion con 787 milioni di dollari per compensarla dei danni commerciali e d’immagine.
Intanto, al Tribunale di Manhattan è cominciato un altro processo intentato da Smartmatic, produttore di macchine elettroniche per votazioni, accusato dalla Fox Tv di cospirazione in favore di Biden. Questa volta il risarcimento richiesto è di quasi tre miliardi. Chissà se Murdoch sarà in grado di onorare quest’altro indennizzo miliardario. Comunque, se ha imparato che dire bugie costa caro, la linea editoriale della sua TV deve cambiare radicalmente, seppure la maggior parte dei suoi telespettatori siano elettori di Trump.
La Sinistra prima litiga e poi perde; è stupido agire così
Anche se con l’elezione di Elly Schlein a segretaria del PD sembra che l’opposizione si sia svegliata, il termovalorizzatore di Roma ha riaperto l’inimicizia col M5S e persino in seno alla stessa sinistra. Bisogna riconoscere che la destra, se non fosse per il razzismo e altri difetti che la caratterizzano, sarebbe una coalizione ammirevole perché ognuno riesce a tollerare i capricci degli altri. Invece l’opposizione è irremovibile dai propri giudizi e talmente intollerante da sorprendere che abbiamo l’ambizione di fare politica. Anziché ringraziare la divinità in cui fingono di credere per essere ancora in parlamento, pur di fare parlare di sé, ognuno litiga col suo alleato anziché con chi governa. Persino i piccoli partiti, che dovrebbero fare comunella, sono polemici tra loro, come i cani bassotti che abbaiano minacciosi a molossi e maremmani. Abbiamo dato la croce addosso a Letta, che non è il solo inaffidabile.
Sono tutti uguali, così sciocchi e inadeguati da litigare tra chi è più di centro o più di sinistra, invece, di fare fronte comune. Ammirevole è una considerazione del Corriere: “A destra prima vincono e poi litigano. Invece, la sinistra prima litiga e poi perde.” Da un po’ di tempo i più litigiosi sono i 5 Stelle, ma non solo col governo, anche più alacremente col PD. Non gli è bastata la batosta avuta alle elezioni. Stanno facendo le prove di scomparsa del partito alle prossime. E come quelli che si evirano per fare un dispetto alla moglie.
Un errore stupido
Ora si apprestano a sollecitare un referendum per interrompere l’invio di armi agli ucraini, in modo che si debbano arrendere e rinunciare alla propria identità nazionale senza potersi difendere, dopo avere dimostrato che, invece, l’occidente può difendersi dall’aggressione di un prepotente, seppure molto più forte. Significa che, se a essere aggrediti fossimo stati noi mentre il M5S rappresentava un terzo degli italiani in Parlamento e Conte era premier, ci saremmo arresi come vigliacchi. L’Ucraina con le nostre armi e il sacrificio dei suoi figli sta difendendo anche l’onore e la dignità dell’Italia e di tutta l’Europa. Ce l’hanno talmente col PD che sembrano d’accordo con la maggioranza. La colpa è di Bonafede, che, quando scelse Conte, cinquantenne digiuno di politica, per guidare il governo giallo-verde, dimenticò di indicargli chi erano gli avversari.
Stupido è anche non riconoscere i propri errori
Con partiti guidati da neofiti questa democrazia è monca. Non conoscono il compromesso indispensabile in politica perché anche chi ha idee diverse può trovare un accordo per una causa comune. Non hanno mai sentito parlare delle convergenze parallele di Aldo Moro che consentì alla Democrazia Cristiana di neutralizzare l’opposizione comunista. Soprattutto dopo il ricovero di Berlusconi, la destra agisce liberamente e talvolta in modo dissennato, come Lollobrigida che non sapeva che evocare il pericolo della sostituzione etnica è una difesa della razza. Né ha mai sentito nominare il conte Richard von Coudenhove-Kalergi, che non è un personaggio qualunque che un politico può non conoscere. È un filosofo austriaco del secolo scorso, conosciuto come Kalergi, fondatore dell’Unione Paneuropea, che per primo lanciò l’idea di un’Europa unita. Gli fu attribuito un piano per la sostituzione etnica, ma non ci sono prove che convalidino questa improbabile teoria. Tanto più che a quell’epoca il trend delle emigrazioni non era verso l’Europa ma dall’Europa agli Stati Uniti, al Sud America e all’Australia.
Garantire il sacrosanto diritto di satira
La scorsa settimana criticammo la vignetta di Natangelo sul Fatto Quotidiano, ma il diritto di satira – anche se di cattivo gusto – è sacrosanto e in democrazia deve essere garantito. “Non è citato l’antifascismo nella Costituzione”, sostiene La Russa. “Ma la Costituzione è l’antifascismo”, precisa la Schlein. Dopo qualche giorno di sceneggiata, prima, seconda e terza carica dello stato e anche la Premier hanno celebrato la Resistenza all’Altare della Patria. Qualcuno con riserva, come un tempo i ragazzini che, quando dicevano le bugie, per non andare all’inferno, facevano le corna con la mano in tasca. Credo che siano nostalgici solo per avere un’identità che questa destra ancora non ha e per fare dispetto alla sinistra. Credono che sia questo il modo per essere di destra. La verità è che si trovano tutti troppo bene in questo sistema per volerlo cambiare. Ottimi stipendi, macchina con autista sotto casa, guardie del corpo per la protezione fisica, viaggi in giro per il mondo accolti sul carpet rosso come i divi e soprattutto rispetto, che prima non avevano. Che vantaggio avrebbero a essere fascisti e tornare a cento anni fa?
Chi è così stupido da rinunciare alle comodità della democrazia?
“La democrazia è molto più comoda, Certo, impone qualche regola, che, però, stando al potere, si può non rispettare. Non fatevi prendere in giro, voi di sinistra. Non date retta a La Russa, che è tra le poche persone argute dell’ambiente. Si diverte provocandovi con i suonatori di via Rasella, col figlio ipoteticamente gay e milanista e ogni volta che gli si presenta l’occasione. Sa meglio di voi che la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione vieta la riorganizzazione in qualsiasi forma del disciolto partito fascista. E voi, cascando nella provocazione, lo fate godere. Invece, il Primo maggio, che viene classificato stupidamente come festa comunista, noi di destra lavoriamo. Mentre persino i disoccupati faranno vacanza. Per dimostrare platealmente il dissenso, è convocato e strombazzato da due settimane, proprio in quel giorno, come sberleffo alla festa del lavoro, il Consiglio dei Ministri. A differenza dei sovranisti, dobbiamo riconoscere che i post comunisti non sono nostalgici. Fingevano di invocare l’avvento di Baffone, perché sapevano che non sarebbe mai arrivato. Non erano mica scemi da sperare che venisse qualcuno a privarli di tutti i privilegi che la democrazia concede anche a chi la contesta. Quando mai, se no, quel comunista di Napolitano sarebbe diventato Capo dello Stato, D’Alema Premier e La Russa Presidente del Senato?

 

Fonte Foto: Gerd Altmann – Pixabay

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