DIARIO LIBERALE, DOMENICA 9 APRILE 2023

DIARIO LIBERALE, DOMENICA 9 APRILE 2023

di Roberto Tumbarello

Una legge sul divieto di usare troppi neologismi ce l’aspettavamo, ma non per scimmiottare Mussolini – Che Dio stramaledica gli inglesi e la loro lingua. Ma il primo a dissentire fu il figlio Romano che prediligeva il jazz bandito dal lessico come pure bar, film, flirt, cocktail. Bisogna tutelare la nostra lingua. Fino a 100 euro di multa per i trasgressori. Ma solo negli uffici pubblici, per ora. Non è fascista, ma l’ispirazione viene sempre dal passato ormai remoto. Mentre le start up, che riguardano, il futuro non possono chiamarsi altrimenti. A intercalare termini stranieri sono i radical chic. Per fortuna nessuno usa neologismi nel linguaggio parlato.

Perché chiamare ancora sport il calcio professionale di Serie A. Ogni tanto si finge di punire i razzisti L’arbitro ha espulso Lukaku proprio mentre veniva subissato di insulti razziali perché aveva osato segnare il gol del pareggio allo scadere del tempo. Un provvidenziale rigore concesso dall’arbitro qualche secondo prima del fischio finale. L’Allianz Stadium è esploso in insulti e villanie mentre i giocatori della Juve e quelli dell’Inter si azzuffavano. Altre espulsioni, inutili speranze che questa volta si puniscano i responsabili. La giustizia, intanto, indaga su società sospettate di reati finanziari. Non può continuare una simile vergogna. 

L’Italia dà cattive lezioni di Giustizia al mondo. Nei processi USA si rimpiangono quelli di Perry Mason – Come tanti sporcaccioni, Trump ha pagato due escori. C’è stata la prima udienza. Come da noi, la prossima è rimandata a dicembre, quando gli USA saranno in piena campagna elettorale, con l’imputato candidato alla Casa Bianca. Un tempo le udienze erano continue, si svolgevano di mattina e di pomeriggio, finché si arrivava alla sentenza. La globalizzazione ha coinvolto anche le procedure giudiziarie. La verità si stabilisce a rate o non si stabilisce. Infatti non si sa ancora se fu Trump a incitare l’aggressione a Capitol Hill: 4 morti

Per il governo è un reddito di fannulloneria e poltronaggio non di cittadinanza. È giusto eliminarlo? – Campi che hanno bisogno di braccia, da noi ce ne sono tante a riposo, non è necessario aspettare sbarchi di emigranti. È anche un lavoro salutare. È meglio che stare dalla mattina alla sera a poltrire sul divano, dove la “mens” diventa “insana in corpore flaccido”. È la soluzione del ministro e cognato dell’Agricoltura. Il governo guarda a un futuro del fare, con più lavoratori e meno oziosi. Penali per i falsi disabili e truffatori. Insomma si comincia a fare sul serio. Anche chi non è in grado di lavorare ha voluto la bicicletta? Ora gli tocca pedalare.

L’inno di Mameli sostituito da quello padano. Debutto alla chiusura della campagna elettorale in Friuli – Abolito l’inno nazionale, per ora in Padania. Basta evocare le guerre, anche se vinte. Eccone una alle porte che ci fa paura. Finalmente con l’Autonomia differenziata ogni regione avrà diritto al proprio inno. Ce ne saranno diversi e tutti differenti. In Sicilia sarà Ciuri. Ciuri, in Calabria Calabrisella mia, nel Lazio La società dei magnaccioni, in Emilia Romagna Bandiera rossa, in Campania Funiculì funiculà e così via.  Di questo passo la Lega finirà per fare di ogni regione uno staterello per tornare a un paese frazionato. Che bella nazione!

Una porno star onesta e coscienziosa Stormy Daniels, si è accontentata di 130mila dollari per tacere – Non sarà facile condurre il processo per frode contro Trump perché la sua scalmanata ciurma scende già in piazza per protestare contro la procura distrettuale di New York che lo ha incriminato. I repubblicani fanno intanto quadrato attorno all’ex presidente, assicurandogli l’appoggio incondizionato se si presenterà alle elezioni del prossimo anno, senza valutarne il comportamento. Battuta d’arresto, invece, per le ambizioni di Ron De Santis, governatore della Florida, convinto che alle primarie i repubblicani avrebbero preferito lui.

Quelli sabotati dai partigiani in Via Rasella erano un plotone nazista di SS non suonatori pensionati – Al presidente del Senato è tornata la memoria, E si scusa più di una volte. Non è da lui, così sicuro di sé e altezzoso, così indifferente e nostalgico. Chissà che cos’è accaduto dietro le quinte per rabbonire sino a questo punto la seconda carica dello stato. Magari è intervenuto addirittura il capo, solitamente molto distaccato, per spiegare al suo sostituto che non ci si comporta così quando si rappresenta la Nazione e non il partito, seppure patriottico. Non basta avere la maggioranza per scherzare con la storia e le vittime innocenti.

Commenta questo articolo

Wordpress (0)
Disqus ( )