ELLY SCHLEIN ALLA CONQUISTA DEL PD
di Giuseppe Gullo
Il curriculum di Elly Schlein è di prim’ordine. Colpisce in primo luogo il fatto che abbia la cittadinanza di tre Paesi, Italia, USA e Svizzera e che non sia iscritta al PD pur essendo stata eletta nelle sue liste eurodeputata nel 2014, Consigliere Regionale dell’Emilia Romagna nel 2019 e successivamente Assessore di quella Regione, e lo scorso 25 settembre Deputato. Proviene da una famiglia di origine ebraiche di intellettuali di sinistra di alto livello. I genitori sono entrambi docenti universitari e i fratelli sono un noto matematico, accademico, e la sorella è segretaria dell’Ambasciata italiana ad Atene, recentemente colpita da un grave gesto intimidatorio. Il nonno materno, l’avvocato Viviani, è stato Senatore socialista e Presidente della Commissione Giustizia del Senato. E’ laureata in giurisprudenza a Bologna e svolgeva l’attività di segretaria di produzione cinematografica, E’ giovanissima, 37 anni, e dopo essere stata eletta nella Direzione PD nel 2013 con la lista di Pippo Civati, ha lasciato il Partito nel 2015 per dissensi sulla linea politica pur continuando ad essere eletta a furor di popolo in liste collegate ai Democratici. Risulta un solo libro a sua firma “La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme“, Mondadori, E’ componente dell’ufficio di presidenza di Green Italia, associazione ambientalista internazionale.
Non conosco il libro e ho sentito qualche breve intervento della Schlein in televisione per cui non sono in condizione di esprimere un giudizio sulla sua proposta politica che mi auguro renderà nota al più presto. A primo acchito ho l’impressione che il tentativo sia quello di incoronare una “Papessa” che fa parte della seconda fila della gerarchia, direi una “Vescova” per restare in ambito religioso, che faccia parte di una Chiesa affiliata, in qualche modo eterodossa ma comunque ispirata agli stessi testi sacri, se ne sono rimasti.Da una ricerca sulla rete ho ricavato i punti principali della proposta politica della candidata desunti da dichiarazioni non essendo disponibile un programma scritto presentato dai candidati.
- Immigrazione: per una politica migratoria e di asilo autenticamente europea, che metta in atto il principio di solidarietà e di una equa ripartizione delle responsabilità tra tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea, previsti dai Trattati.
- Transizione ecologica: un Green New Deal d’investimenti che accompagnino la transizione ecologica necessaria, contribuendo a salvare il pianeta e al contempo rilanciando occupazione di qualità nell’economia verde e circolare. Un piano di step concreti per raggiungere la piena decarbonizzazione entro il 2050, azzerando le emissioni climalteranti, e il 100% di rinnovabili al 2035. Rendiamo tutte le politiche coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
- Giustizia fiscale: per il contrasto all’elusione ed evasione fiscale, attraverso una definizione condivisa di paradisi fiscali, lo scambio automatico di informazioni, l’armonizzazione degli standard fiscali.
- UE: per un’Europa che sia coraggiosa, capace di investire sul suo domani, di affrontare le sfide del presente vedendosi già al futuro, senza esitazione.
- Uguaglianza: per la battaglia contro le discriminazioni, in ogni loro forma e declinazione, per difendere il diritto di ogni individuo ad affermare pienamente sé stesso e a poterlo fare in sicurezza e serenità.
- Difesa del reddito di cittadinanza
Sui primi cinque punti non trovo nulla da obiettare. Sono questioni centrali, importantissime sulle quali ogni progressista e democratico è d’accordo pur tenendo conto di una formulazione abbastanza generica tale da lasciare aperti alcuni interrogativi, come ad esempio quello di come fare fronte al fabbisogno energetico, entrato in crisi con la guerra in Ucraina, fino al 2035, cioè tra 12 anni, in cui si raggiungerà l’autonomia da fonti rinnovabili. Mancano alcuni aspetti fondamentali come per esempio i comportamenti da mantenere a sostegno del popolo Ucraino sul quale qualcuno ha fatto osservare che la Schlein era assente alla Camera in occasione del voto sull’odg di solidarietà al popolo aggredito, i rapporti di collaborazione con gli alleati atlantici, le battaglie sui diritti civili, sul fine vita, sullo ius soli etc.
Manca del tutto l’analisi del voto, dello stato del Partito e le prospettive di alleanza/collaborazione con le altre forze di opposizione. Su questo e altro la Schlein certamente farà sapere i suoi intendimenti anche perché le voci che si sentono dall’interno del PD sono molto allarmanti. Se da una parte vi è il fronte Bettini-Orlando che sponsorizza un’alleanza organica con i 5S, dall’altra vi è la realtà dei grillini che operano per approfondire la crisi dei democratici con scelte, come quella per il candidato della Regione Lazio, di rottura ingiustificata e di rifiuto di confronto politico. In tal modo nel Lazio si consolida l’alleanza con il terzo polo, nato da una costola del PD, mentre in Lombardia si fa una scelta opposta in modo che l’elettore resta giustamente disorientato e confuso.
La dichiarazione della candidata di volere mantenere il reddito di cittadinanza così com’è lascia trasparire un’indicazione preferenziale che fa a pugni con alcuni degli altri punti indicati. Ma forse è presto per trarre conclusioni anche perché il sostegno di Franceschini alla Schlein avrà sicuramente un peso nella definizione del programma.