Bastone e carota, e, se no, sotto a chi tocca!
di Guido Di Massimo
È al metodo del “bastone e carota” che dovrebbero/potrebbero fare riferimento i dubbiosi sul fornire armi all’Ucraina. Nelle armi il bastone da dare all’aggredito per aiutarlo a difendersi, nella carota la proposta di negoziati da offrire all’aggressore per fermarlo.
In barba a chi pensa che la diplomazia sia di per sé in grado di risolvere i problemi senza connessioni con la realtà, i negoziati di pace ci saranno solo quando si arriverà a un punto d’equilibrio: quello nel quale per mancanza di prospettive soggettivamente positive, procedere nella guerra sarà valutato dalle parti più dannoso che utile. Sarà allora che si sigillerà il raggiunto equilibrio con un accordo. A meno che il punto di equilibrio non si risolva in un lungo stallo armato senza il sigillo di un trattato di pace. Speriamo che così non sia.
L’orgoglio e il “non voler perdere la faccia” possono rendere difficile trovare presto il punto di equilibrio, ma una generosa offerta di bastone e carota agirebbe in senso opposto, così come aiuterebbe una qualche via d’uscita che permetta di non far perdere troppo la faccia a nessuno, anche a chi lo meriterebbe.
Per arrivare rapidamente al punto di equilibrio le offerte dovrebbe essere rapide e generose. Se poi il raggiunto equilibrio portasse non all’appropriazione di territori “dall’alto”, ma a referendum garantiti da paesi terzi nei quali il destino dei popoli fosse determinato da loro stessi, si realizzerebbe un sogno; ma forse è sperare e sognare troppo!.
In alternativa al metodo “bastone e carota” potrebbe esserci quello del “niente bastone e niente carota”. La guerra finirebbe subito. Ne seguirebbe subito un “niente Ucraina”, e siccome l’appetito vien mangiando, ….avanti un altro! Sotto a chi tocca!