La relazione del Copasir e le intercettazioni a gogò

La relazione del Copasir e le intercettazioni a gogò

di Giuseppe Gullo

Nella relazione del COPASIR sul sistema d’intercettazioni abbiamo denunciato come perduri una situazione di assoluta discrezionalità su modalità e criteri con cui vengono affidati i mandati ad eseguire le intercettazioni giudiziarie, anche in merito alla conservazione o alla distruzione delle stesse». «Ricordo a tutti che siamo sotto infrazione europea – ha aggiunto Urso – perché le Procure non intendono attuare quanto previsto in una precisa direttiva europea e quanto stabilito dalla legge italiana. Aspettiamo che il Ministro della Giustizia mantenga quel che si era impegnata a fare nel corso dell’audizione». «Si attende, quindi, che la ministra Marta Cartabia affronti il problema regolando meglio questo complesso e cruciale aspetto delle attività d’indagine. Sappiamo, infatti, che ormai quasi non c’è indagine che non nasca da una conversazione spiata. Sappiamo anche che, da strumento straordinario di raccolta della prova, l’intercettazione è diventata non solo lo strumento di prova più amato dai pubblici ministeri, ma addirittura il mezzo per cercare la notizia di reato».

I passaggi sopra riportati sono stati pronunciati dal Presidente del COPASIR, Commissione Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, nella relazione depositata per il periodo dal gennaio 2021 al febbraio 2022.  E’ la prima volta che una relazione della Commissione, istituita nel 2007, viene discussa pubblicamente in Commissione.

Emergono due aspetti estremamente importanti. Quello di maggior rilievo, a mio giudizio, è il fatto già noto e ribadito che il sistema giudiziario penale italiano è sottoposto a procedura di infrazione europea per violazione di una precisa direttiva dell’Unione in merito all’utilizzazione delle intercettazioni come strumento d’indagine. Non solo! Scrive il COPASIR che le Procure non rispettano non solo la Direttiva Europea ma NEPPURE la legge italiana che disciplina la materia. Accade in pratica tutti i giorni e in tutte le Procure, con le differenze naturali di quantità e qualità, che vengano disposte intercettazioni non  solo come strumento straordinario di indagine e di raccolta delle prove, come prevede la legge, bensì come strumento per la ricerca della “notitia criminis”.

Il meccanismo è allo stesso tempo semplice e tale da non dare al cittadino intercettato nessun tipo di garanzia. Le registrazioni vengono trascritte ed esaminate dal PM. Se non vi sono elementi ritenuti interessanti o tali da richiedere ulteriori indagini, vengono distrutte e l’unico danno è per l’erario che sostiene la spesa. Al contrario, se dovessero emergere notizie di reato di qualunque genere per l’inchiesta per la quale si procede o per un’altra che riguardi eventualmente altri soggetti, il PM va avanti ad avviare riscontri e quant’altro ritenga necessario. E’ del tutto evidente che il cittadino indagato non ha alcuna garanzia né tutela essendo del tutto ignaro che sul suo conto si stanno svolgendo indagini.

Non è così che dovrebbero andare le cose giacché vengono violati diritti fondamentali del cittadino che hanno tutela costituzionale. Né può essere accettata la tesi secondo la quale il fattore sorpresa è un elemento essenziale dell’indagine per la semplice ragione che non è possibile violare il sacrosanto diritto alla riservatezza prima ancora di avere contezza che vi siano ipotesi di reato per le quali si procede. Leggendo quanto scritto dal COPASIR, nascono alcune domande ben precise: le Procure possono impunemente e continuamente violare la normativa europea e italiana senza che si faccia nulla per fermarle? Le norme valgono per tutti, ma non per chi ha il dovere di farle rispettare? Vi è un’area che è “legibus soluta” ?.

L’altro aspetto è anch’esso importante e riguarda, da un lato, l’assoluta discrezionalità delle Procure di assegnare questi lavori, spesso del valore di molte centinaia di migliaia di euro, a chi ritengano idoneo a loro insindacabile giudizio trattandosi di contratti secretati e pertanto sottratti perfino al controllo della Corte dei Conti; dall’altro, le modalità di gestione, conservazione e distruzione delle registrazioni. Non occorre avere molta fantasia per immaginare che registrazioni, per così dire imbarazzanti, potrebbero essere utilizzate in modo improprio. Mi riferisco a questioni che potrebbero avere un valore personale, non legato a violazioni della legge penale. Basti pensare a relazioni extra coniugali, a rapporti omosessuali o con trans, a hobbies particolari del tutto insignificanti per una persona comune ma che, se attribuite a un soggetto che ricopre incarichi pubblici, potrebbero essere utilizzati per infangarne l’immagine.

Ricordiamo tutti il caso delle registrazioni, del tutto illegittime, delle telefonate tra il Presidente Napolitano e l’ex Ministro Mancino, disposte dalla Procura di Palermo nel contesto dell’indagine c.d. “Trattativa Stato-Mafia”, che la Procura non intendeva distruggere e che furono eliminate, secondo alcuni forse non completamente, solo a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale. Più banalmente, nel suo primo libro Palamara racconta che fu avvisato da un suo collega che era stato intercettato in un albergo nel quale aveva trascorso la notte in compagnia di una signora che non era sua moglie! Fino ad arrivare alle registrazioni con i troian nelle quali spesso la trascrizione di una frase o di una singola parola può cambiare il significato di tutta la discussione.

 In effetti quella di cui parliamo era un’attività esclusiva dei servizi, fino a qualche anno fa. Adesso si sono affiancate anche le Procure, non tutte ovviamente ma sicuramente le più importanti, in ossequio ad una concezione dell’indagine penale assolutamente inaccettabile come parallela e talvolta sovrapponibile all’attività d’intelligence.

In questa fase, nella quale piccoli aggiustamenti in sostanza ininfluenti, del sistema elettorale del CSM vengono spacciati per rivoluzioni epocali, sarebbe opportuno rileggere quanto ha scritto Palamara, che il Sistema lo conosce benissimo, in merito al potere che esercita il Procuratore di una sede importante il quale disponga di un paio di aggiunti in gamba ( dal suo punto di vista) e di Ufficiali di Polizia Giudiziaria alla loro altezza (bassezza), per avere chiaro qual è la debolezza della Repubblica, non la sola certamente ma forse la più insidiosa.

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