Cuffaro rifà la Democrazia cristiana e i Liberali si ripropongono come alleati
C’è qualcosa di nuovo, anzi di antico in politica, si respira voglia di cancellare gli ultimi trent’anni dominati dal personalismo dei partiti senza ideologie, di coltivare le viole del consenso tornando nell’agone senza ripararsi all’ombra del nominificio che ha fatto perdere il rapporto elettore-eletto tanto che la stragrande maggioranza dei cittadini non conosce più i parlamentari del proprio collegio.
La frantumazione delle coalizioni nazionali agevola il nuovo corso e lascia spazio per riproposizioni che potrebbero trovare appeal sull’onda di un vintage che sembra tornare di moda, un usato non più out che si rifacendosi allo stile del passato ne ripropone la parte migliore, facendo leva su un sentiment diradatosi nel tempo. Totò Cuffaro, in un’intervista al quotidiano Il Mattino, ha affermato che, partendo dalla Sicilia, intende rifare la Democrazia Cristiana, con l’obiettivo di dare ai cittadini, la possibilità di tornare a dare un voto ideologico e non più personale, com’è accaduto negli ultimi tre decenni.
E il sen. Enzo Palumbo, storica espressione del partito liberale messinese gli fa eco: “Tornare al voto ideologico, basato sulle convinzioni e non sulle occasionali convenienze, è anche l’obiettivo di Democrazia Liberale che, anch’essa partendo dalla Sicilia e ormai presente in buona parte d’Italia, sta provando a dare all’anima liberale del Paese la possibilità di trovare la sua espressione politica che ormai manca da troppo tempo, richiamando all’impegno politico i tanti cittadini che hanno smesso di votare non riconoscendosi in alcuno degli attuali partiti e dei vari contenitori elettorali che si sono succeduti, componendosi prima delle elezioni e scomponendosi subito dopo”.
Palumbo e Marco Montecchi, rispettivamente presidente e segretario di Democrazia liberale, si dicono convinti “che il percorso di queste due rinnovate realtà organizzative, in rappresentanza delle rispettive aree politiche, restando diverse ma essendo da sempre compatibili, sapranno collaborare proprio a partire dalle scadenze elettorali siciliane, ripristinando quella virtuosa collaborazione che è stata alla base della rinascita del Paese nel secolo scorso”.
L’ex governatore siciliano intanto strizza l’occhio ai centristi, in vista delle Amministrative a Palermo in primavera e delle Regionali di autunno; tende la mano ai renziani di Italia Viva e annuncia di avere già i nomi da proporre per i due appuntamenti, due donne da proporre al tavolo del centrodestra, ammesso che questo tavolo esista ancora, sperando di allargarlo a Iv il cui coordinatore regionale Davide Faraone, a sua volta, plaude all’ipotesi che il prossimo candidato a Palazzo d’Orleans sia Gianfranco Micciché. Un endorsement utile se, come pare, lo stesso Faraone punterà alla poltrona di sindaco di Palermo.
Fonte: www.lecodelsud.it